VIS-A-VIS CON STEFANO FRESI
di Chiara Montenero
Stefano Fresi è un attore italiano molto apprezzato sia in campo televisivo che cinematografico e teatrale. Conosciuto per la sua versatilità e bravura nell’interpretare personaggi diversi, ha ottenuto numerosi riconoscimenti e ha lavorato con registi di fama internazionale.
In questa intervista esploreremo la sua carriera, i progetti futuri e le sue passioni, per conoscere meglio l’uomo dietro ai personaggi che ha interpretato sul grande e sul piccolo schermo e sul palcoscenico. Con la sua simpatia e il suo talento, Stefano Fresi ha conquistato il cuore del pubblico, diventando uno degli attori italiani più amati e rispettati nel nostro paese.
Inizierei parlando di Kostas, la serie tv che, da qualche giorno, è in programmazione su Rai1…
Tutto nasce dalla penna felice di Petros Markaris, strepitoso scrittore greco-armeno, che ha creato il personaggio di Kostas Charitos (da me interpretato nella serie tv in otto puntate in onda su Rai1 e su RaiPlay), commissario di polizia della sezione omicidi che vive e lavora a Atene, ottenendo molti successi investigativi con il suo stile personale e molto coinvolgente. Kostas è sostanzialmente un bravissimo commissario con un grande senso della giustizia, ma con un “leggerissimo” problema di diplomazia. Ha un carattere essenzialmente ruvido che lo porta a dire sempre quello che pensa, ma che soprattutto, quando si rende conto che qualcuno sta commettendo un crimine, lo fa intervenire a gamba tesa sia sul delinquentello di strada che sul ministro. Questo atteggiamento mette speso nei guai il suo capo Ghikas, interpretato da Luigi Di Fiore, che al contrario, è un personaggio più incline a strizzare l’occhio alla politica, che cerca di evitare lo scontro e che pertanto, è più malleabile e diplomatico. Ovvio che tra i due si instauri un rapporto di amore-odio.
Kostas ti somiglia?
Io sono molto più diplomatico di lui, ma ammetto di invidiarlo un pochino. Spero che mi lasci dentro qualcosa che mi aiuti ad affrontare situazioni difficili con maggiore aggressività, quando necessario, senza troppi filtri. Mi riconosco, invece, nella sua umanità. Kostas è innamorato di sua moglie, interpretata magistralmente da Francesca Inaudi, e adora sua figlia di cui è gelosissimo. Io, come lui sono molto legato alla mia famiglia e amo moltissimo mia moglie con cui collaboro anche sul palcoscenico. E’ stata una splendida esperienza lavorare, sempre in grande armonia, con un cast eccezionale, in una città come Atene, che abbiamo vissuto in un modo a noi italiani sconosciuto e meraviglioso, grazie ai Greci che facevano parte della troupe. E’ stato un viaggio incredibile! Markaris è una grande “penna” e il suo Kostas non è una roba pensata per realizzare una serie televisiva, non c’è quel manierismo a cui siamo abituati, ed essendo un romanzo “adattato” credo che il risultato stupirà e catturerà il pubblico.
Come hai iniziato la tua carriera nel mondo dello spettacolo?
E’ tutta colpa della Musica. Io ho iniziato a suonare il pianoforte a cinque anni e a comporre a sedici. A un certo punto un attore regista molto bravo, Augusto Fornari, mi chiese di scrivere le musiche di scena per il suo spettacolo “Le donne del Parlamento di Aristofane” e da quel momento ho iniziato a frequentare il teatro e gli attori per insegnar loro le canzoni che avrebbero dovuto cantare in scena. Fu così che mi innamorai di quel tempio meraviglioso che è il Teatro e l’ho riconosciuto come “casa”. Così continuai a lavorare con Augusto per poi metter su un trio vocale e più tardi, quando diventai più “grandicello”, arrivarono le prime fiction e il primo film al cinema a trent’anni: Romanzo Criminale. E’ stato un grande inizio: Placido venne a teatro per vedere Scamarcio e prese entrambi. Eravamo in scena con i Tre Moschettieri, Scamarcio interpretava D’Artagnan, io ero il narratore ed avevo anche composto le musiche. Nel 2014 uscì nelle sale il film Smetto quando Voglio che mi cambiò la vita: candidatura ai David e registi che si accorsero di me e del mio essere attore.
Fresi attore e musicista, in quale ruolo ti riconosci maggiormente?
Preferisci perdere il braccio destro o il sinistro? Si compenetrano assolutamente. Se sai recitare suoni meglio e se sai suonare reciti meglio perché sono due cose che si regalano tanto. L’attore ha di certo una marcia in più nel saper muovere emozioni nello spettatore, ma chi meglio della Musica ti insegna cosa significhi pausa e silenzio?
Progetti futuri?
Una tournée teatrale in giro per l’Italia con uno spettacolo che si chiamerà Dioggene (con due g), monologo scritto e diretto da Giacomo Battiato, illuminato regista de Il nome della Rosa (ci conoscemmo proprio su quel set). Sarà un’esperienza moto impegnativa, ma strepitosa. E’ la storia di una attore (che si svolge in tre atti) e delle sue trasformazioni, ma è anche un’occasione per parlare di tutto ciò che abbiamo intorno: il senso della vita, le guerre che ci sono in atto, la differenza di genere. Si affrontano i grandi temi facendo un’auto critica del genere umano. Saremo in scena dal 26 di ottobre iniziando da Orvieto per poi fare tappa in tutta Italia; sarò in scena a Roma al Teatro Ambra Jovinelli dal 27 novembre all’8 dicembre e poi in altre grandi città e in provincia.
Qual è la prima cosa che fai quando ti svegli e quale l’ultima prima di dormire?
La stessa cosa: bacio mia moglie!
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