L’ULTIMA ISOLA

di Paola Merolli


Il ricordo delle vacanze è ancora vicino. Alcuni di noi si sono rilassati al contatto con la natura e altri sono rimasti in città, soffocando dal caldo, sognando di stare da qualche altra parte… allora ho pensato che non ci fosse momento migliore per leggere insieme ai nostri bambini “L’ultima isola”, il libro senza parole della talentuosa illustratrice coreana Ji Hyeon Lee, edito nel 2023 da Orecchio Acerbo, vincitore del Premio Nazionale Libro per l’ambiente 2024 e Menzione per Miglior Silent Book.

Un albo che affronta con semplicità e delicatezza i temi cruciali del cambiamento climatico e dei migranti, dove l’assenza di parole facilita la riflessione. I silent book richiedono un tempo diverso di lettura: le immagini stimolano la mente sempre in maniera diversa, in un flusso continuo. Metafora e racconto realistico di un pianeta che sta affondando, scritto, come sottolinea l’autrice, “nella speranza che chiunque possa stare bene. Ovunque.”

Isole di plastica emergono e aumentano di volume, mentre atolli, piccole isole scompaiono. E se su una di queste vivesse un uomo?

Il sole è appena sorto, l’uomo sbadiglia, si stira e inizia la sua giornata.

Si tuffa in un mare calmo. Pesca, nuotando tra pesci rossi e coralli. Raccoglie frutti rossi che condivide con i buffi animali che popolano l’isoletta. E la sera, sempre insieme a loro, balla e suona un tamburello. Si addormenta nella sua capanna sotto le stelle. Tutti vivono felici, in perfetta armonia. Il volto dell’uomo è pacifico, sorridente.

Unica nota stonata una colonna di fumo grigio all’orizzonte. Il volto dell’uomo si incupisce.

A mano a mano che giriamo le pagine l’atmosfera diventa sempre più inquietante. Il livello dell’acqua inizia a salire. L’uomo cerca di trovare delle soluzioni, ma la furia del mare e un vento spaventoso travolgono il piccolo mondo felice. Spazzano via tutto, costringendo il nostro amico a fuggire a bordo della sua piccola barca, con il suo amico animaletto sulla spalla.

L’armonia è rotta. Il mondo cambia completamente. Onde alte lo sospingono fino a giungere davanti ad una fabbrica scura e fumante. Minacciosa.

Cosa succederà? Cosa farà il nostro amico?

Basta girare la pagina per scoprirlo. Naturalmente non svelerò il finale, ma sicuramente ne rimarrete coinvolti. La fabbrica, quello che rappresenta, è sicuramente troppo grande da affrontare da solo. Ma se ci fossero altri al suo fianco? La storia di una persona che non conosciamo diventa anche la nostra. Ci sentiamo partecipi del suo destino che potrebbe diventare anche il nostro. Nessuno può far finta di non essere coinvolto. Ognuno di noi è responsabile.  

L’uso del colore, la delicatezza dei disegni a matita, la presenza di aspetti fantastici. Tutto ci parla. Soprattutto le espressioni sul volto del protagonista che cambiano pagina dopo pagina, sempre più preoccupate, arrabbiate.  

Il tempo si dilata, cammina piano, ieri oggi domani diventano un unico momento che si chiude con il colpo di scena finale.

Ji Hyeon Lee ha ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo dal New York Times all’Ibby in Svezia. Con il suo tocco magico ci mette di fronte a una realtà dove ogni nostra azione si riflette in ogni parte del mondo.
La teoria dell’”Effetto Farfalla”: il battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Infinitesime variazioni producono grandi variazioni. Effetti a catena imprevedibili. E siamo tutti coinvolti.

Mi fa piacere segnalarvi anche altri due silent book di grande successo della stessa autrice, sempre pubblicati da Orecchio Acerbo:

“La Piscina”, il suo primo albo uscito nel 2015: “Decidere di tuffarsi non è facile. Soprattutto se gli altri galleggiano sicuri con tanto di ciambelle. Un bambino trova il coraggio. Lo segue una bambina. Comincia l’avventura. Alla scoperta di un mondo dove tutto è possibile.”

“La Porta”, uscito nel 2018: “Un mondo grigio abitato da persone grigie. E una porta. Grigia come le ragnatele che la ricoprono, come il mondo che racchiude. Un moscerino. È lui ad indicare al bambino – anche lui grigio – la chiave per aprire quella porta. Cosa ci sarà al di là?”


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