UN’ESPLOSIONE DI VARIETÀ: DELIA SCALA

di Antonella Reda e Susanna Rotunno


Ancora un omaggio alla storia della televisione, con una indimenticabile interprete di ogni genere di spettacolo. Delia Scala è considerata la progenitrice del ruolo di soubrette che costituirà un modello per tutte quelle successive da Raffaella Carrà a Mina fino a Lorella Cuccarini.

A Bracciano, il 25 settembre 1929, nasce la figlia di Iolanda Rerighieri e Aldo Bedogni, casalinga lei, sergente dell’esercito lui. Che nome dare alla piccola? Odette e poi Fosca.

La famiglia è composta di 4 figli, una sorella e due fratelli. A Bracciano Odette frequenta le prime classi delle scuole elementari. Quando il padre viene trasferito all’aeroporto di Malpensa, i Bedogni si spostano vicino a Milano. Lì, a otto anni, inizia a frequentare la scuola di ballo del Teatro La Scala dove più tardi si diplomerà come ballerina, vivendo una vera e propria passione che l’accompagnerà tutta la vita. E in omaggio al famoso Teatro, deciderà poi di chiamarsi Delia Scala.

IL CINEMA  

A soli 13 anni, Odette esordisce nel cinema con “Principessina”. La carriera cinematografica sarà intensa e tra il ‘48 e il ‘55 interpreta più di 50 film. Di solito veste i panni di ragazza dai buoni sentimenti, modesta e semplice. In altri ruoli è la classica fidanzatina un po’ frivola e in altri ancora è una ingenua dal destino avverso.  Riaffiora di tanto in tanto anche nei film, il passato di danzatrice: ballerina in “Vita da cani” uno dei ruoli più importanti affidatole da Steno e Monicelli e in “Bellezza in bicicletta” con Aroldo Tieri. Per lei dunque la carriera non segue quella di tante altre soubrette che arrivano al cinema sull’onda di un successo teatrale. Lei fa la strada inversa. Si afferma prima come attrice cinematografica e solo dopo passa trionfalmente al varietà. Un passaggio che viene valorizzato pienamente nel 1954 quando Pietro Garinei e Sandro Giovannini la scoprono e la lanciano in grande stile, con lo spettacolo “Giove in doppiopetto” accanto a Carlo D’Apporto. È uno dei maggiori successi della stagione.

DICONO DI LEI

Enzo Garinei, attore e fratello di Pietro, la descrive così: “L’anti soubrette per eccellenza. Era il periodo che andavano di moda dive di grande mistero e fascino che imitavano il modello barocco di Wanda Osiris”. Con la sua aria sbarazzina, Delia porta freschezza nel panorama del varietà italiano e trascina il pubblico con la sua semplice spontaneità. Vito Molinari in un ricordo lasciato alla Rai: “Poi improvvisamente arrivò “questa”, non si mette degli abiti eccezionali, non si trucca molto e poi si mette in testa un caschetto, quella famosa pettinatura dei Vergottini che farà storia. Recita in modo normale e si propone non come l’amante, disdicendo lo stereotipo che voleva le soubrettes al massimo della seduzione”. Ed Enrico Vaime, un vero fan dell’attrice, dichiara: “La più grande interprete di commedie musicali italiane. Assolutamente. “My Fair Lady” fatto da lei è un piccolo capolavoro. Era la più brava non c’è dubbio.”

 IL TEATRO

Dal 1956 Delia non si ferma più, a successo si aggiunge successo: “Buonanotte Bettina”, poi “Rinaldo in campo” 1961, con un impagabile Domenico Modugno, nel 1963 “My Fair Lady”.

“Al Sistina si apre la stagione di Garinei e Giovannini, i re della rivista”, racconta dai microfoni della Rai l’onnipresente Lello Bersani. Il 26 ottobre 1964, va scena un musical modernissimo: “Il giorno della Tartaruga” con Renato Rascel e Delia Scala, scritto con Franciosa e Magni. A questa prova di spassosa recitazione c’è tutto il mondo del teatro e del cinema. E sempre Lello Bersani la raggiunge in camerino e le chiede “Stanca?” Delia risponde “Eh sì, abbastanza ma soddisfatta. Io son entrata in camerino alla fine del primo tempo e solo adesso alla fine del secondo” Ma il grande entusiasmo con cui il publico accoglie lo spettacolo, ripaga ogni fatica… “Sentito gli applausi?” …  “Sentito, sentito” è la risposta accompagnata da un sorriso. All’apice della carriera, dopo un periodo di grande stress e pressioni, insieme al desiderio di dedicare più tempo alla vita privata, dopo il matrimonio con Pietro Giannotti, Delia Scala decide di lasciare il teatro, preferendo dedicarsi solo al varietà televisivo al quale nel 1956 si era già affacciata.

LA TELEVISIONE

Canzonissima1959 era uno show musicale, il primo importante della carriera televisiva di Delia Scala, affiancata da Nino Manfredi e Paolo Panelli. Il grande successo era dovuto soprattutto alla sua bravura perché sapeva presentare, recitare, cantare e ballare tutto insieme. Nella trasmissione di Luciano Salce per Rai2, “Ieri e oggi”, Delia ricorda: “Quello che mi chiedevano Garinei e Giovannini era di cantare in diretta le notizie del giorno. Arrivavano al momento e mettevano sui vari tavoli di scena dei foglietti ed io non sapevo cosa contenevano. Abbracciando il personaggio o la caricatura del personaggio di cui dovevo parlare, leggevo questi foglietti, così al volo e devo dire onestamente che me la cavavo abbastanza bene”. Enzo Garinei, parlando ancora di Delia Scala: “Non si tirava mai indietro. Ricordo per esempio un celebre ballo in cui lei saltava su una specie di elastico che la faceva schizzare ovunque, in pericolose spaccate… e riuscì a farlo!” È un ricordo del Delia Scala Story, 1968. Il varietà televisivo ideato da Garinei e Giovannini, era concepito con una struttura semplice, un originale varietà che la vedeva sola in uno studio privo di scenografia, dove raccontava episodi della sua carriera. I due inseparabili autori, in una sorta di antesignano talk show, invitavano attori famosi ma anche persone che Delia non aveva conosciuto. Con “Buonanotte Bettina”, 1969, Delia Scala e Walter Chiari formano una coppia esplosiva come commenta Molinari: “I due attori erano fantastici poiché complementari. Walter l’anti-comico, bello, simpatico, atletico, messo vicino ad una anti soubrette come lei”. A fine carriera nel 1970 un’altra coppia in “Signore e Signori” con Lando Buzzanca per la regia di Eros Macchi. Lo show propone due coniugi in perenne conflitto. La serie tratteggia una semiseria ma attualissima analisi di costume sul matrimonio dove una donna Delia, autonoma e al passo coi tempi, anticipa i grandi cambiamenti in atto in quegli anni.

Un ultimo grande impegno, prima del vero grande impegno a sostenere la malattia che la spegne nel 2004 a soli 74 anni

La sua bellezza era inconsueta ma modernissima. Oggi probabilmente sarebbe un’icona imitata sia per il modo di rifiutare lussi ed eccessi, fidandosi del suo naturale carisma e del suo sorriso delicato e vincente e soprattutto portatrice di una tenacia e professionalità di grande esempio per ogni vita giovane ed ogni carriera.


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