SAN CLEMENTE
di Flaminia Casardi
In previsione del Natale che verrà, parleremo di S. Clemente. Considerata la chiesa più antica di Roma e situata tra l’Esquilino e il Celio, sulla direttrice che unisce il Colosseo al Laterano, nel rione Monti, funziona da registro archeologico della storia religiosa di Roma, dagli albori del Cristianesimo fino al Medioevo. È considerata basilica minore ed è retta dai domenicani irlandesi.
La facciata in stile Romanico è chiara e semplice, ma l’interno con i suoi mosaici scintillanti di tessere d’oro e d’argento, gli smalti, i tocchi orientali, le decorazioni sontuose, è uno scrigno pieno di sorprese. Non mancano i sotterranei segreti dove si svolgevano i riti paleocristiani, sacrifici che promettevano l’immortalità dell’anima, promesse destinate solo agli umani di sesso maschile che ci parlano di un mondo esoterico e primitivo, che certo non aveva incrociato il “Me Too”!
Ma andiamo con ordine.
Nel secondo secolo d.C. su quei terreni sorgeva la casa di un senatore romano, Tito Flavio Clemente, uno dei primi a essersi convertito al Cristianesimo, la casa era utilizzata per riunioni segrete, devote a un culto ancora proibito; successivamente fu costruito un piccolo tempio sotterraneo dedicato a Mitra, Dio del Sole di origine persiana. Quando la persecuzione cristiana terminò, la casa divenne ufficialmente una Chiesa con la solenne consacrazione, nel 1084, di Papa Pasquale II.
Il motivo per cui fu dedicata a San Clemente non è chiaro, si sa infatti ben poco della vita di questo Papa antichissimo. È arrivata a noi una lettera ai Corinti dove richiamava all’ordine gli alti membri della Chiesa, lettera tenuta in così alta considerazione al punto che ne veniva data pubblica lettura insieme al Vangelo.
Più tardi la tradizione fece di S. Clemente l’oggetto di molteplici leggende, narrati negli affreschi sia della chiesa superiore che inferiore. Raccontano per esempio come, durante l’impero di Traiano, fu condannato all’esilio in Crimea e ai lavori forzati nelle miniere. Qui la sua attività missionaria tra i soldati e i compagni di prigionia incontrò tale successo che i Romani per vendicarsi, lo legarono a un’ancora e lo gettarono nel Mar Nero; qualche tempo dopo, continua la leggenda, le acque si ritrassero, rivelando una tomba costruita dagli angeli. Comunque sia andata realmente, il corpo fu riportato dalla Crimea e seppellito nella Chiesa.
Altre sepolture eccellenti sono quelle dei santi Cirillo, proprio quello dell’alfabeto cirillico, e Metodio, entrambi dediti all’apostolato e tutti e due raccontati da leggende. Impossibile qui descrivere tutte le pitture e i mosaici che narrano la vita e le imprese dei vari santi, deliziosamente rappresentati come un racconto a fumetti, oggi si direbbe una graphic novel.
Per concludere parleremo della caratteristica principale di questa chiesa: i suoi livelli. Nel 1857 Padre Mullooly, Priore in carica, cominciò dei lavori di scavo sotto alla Basilica attuale e non solo scoprì la basilica originaria del IV sec, immediatamente al di sotto, ma anche delle costruzioni del I secolo a un livello ancora più basso. Infine, lo scopritore del quarto livello fu il più noto Padre Nolan, che riportò alla luce, si fa per dire, resti probabilmente andati in fumo nell’incendio attribuito a Nerone; abitazioni e cortili che furono poi riempiti di terra e servirono da fondamenta per i nuovi edifici. Molti sforzi sono stati fatti per restaurare, arieggiare e illuminare questa chiesa singolare e i suoi sotterranei. Oggi vengono organizzate visite guidate e il libretto che si può comprare è ricco di racconti e curiosità, farci una capatina può essere un modo diverso di passare una mattinata.
mail: flaminiacasardi@womenlife.it