METAMORFOSI DELLO STATO EUROPA

di Alessandro Servoli


L’Europa di oggi nasce dalle basi politiche del Congresso dell’Aia del 1948, dall’istituzione del Consiglio d’Europa del 1949 , dalla Comunità Europea del carbone e dell’acciaio del 1950 fino alla creazione della Comunità Economica Europea ( CEE) del 1957.

Gli Stati membri furono Germania, Francia, Italia, PaesiBassi, Belgio, Lussemburgo.

Nel 1958 nasce il Parlamento europeo; oggi gli Stati aderenti sono 27.

E’ di questi giorni l’ultima elezione del Parlamento europeo e di questo darò una mia personale interpretazione, da uomo della strada, da convinto europeista e convinto democratico.

I sondaggi di opinione alla vigilia del voto erano già forieri del marcato avanzamento della destra di Marine Le Pen in Francia e della estrema destra in Germania.

Le sconfitte di Macron e Scholz e le successive, fulminee decisioni francesi con lo scioglimento del governo e il ritorno a nuove elezioni interne; il 30 Giugno ha confermato il quadro del voto europeo, il 7 Luglio , la Francia avrà due alternative o di destra marcata o di centro-estrema sinistra di pari,a mio avviso, incertezza per l’equilibrio europeo ed atlantico.

Stessa sorte con sfaccettature diverse toccherà alla Germania.

L’ Europa degli Stati e delle Nazioni quale fine farà ?

Le premesse sono poco edificanti anche in considerazione della situazione politica americana e delle sue ipotetiche, prossime, scelte di Trump per il suo acclarato anti europeismo e anti atlantismo ; della Russia di Putin, della guerra in Ucraina, della Cina sempre più orientata verso un espansionismo politico ed economico.

Tutto ciò richiedeva un’ Europa coesa e determinata a svolgere un ruolo decisivo nel tavolo mondiale si ritrova,invece,vittima della sua parcellizzazione etnica,culturale, politica ed economica sulla quale, in questi anni, hanno “giocato“

Francia e Germania con il supporto dei piccoli Stati del Nord Europa fino, a mio avviso, a determinare l’uscita dell’Inghilterra e le restrizioni di disturbo dei Paesi dell’Est.

Questo “atteggiamento “ di Francia e Germania si è ripetuto anche in queste ore escludendo l’Italia dal tavolo delle prossime nomine e delle prossime scelte generali del nuovo governo europeo.

L’Italia è un paese che amo con tutti i suoi difetti, con tutta la sua apparente superficialità ma anche per il suo pluralismo intelligente, democratico, alternativo.

All’Italia, anche in questo momento, spettava di diritto la presenza nel tavolo politico in qualità di grande Nazione che ha fondato l’Europa dei quattro e che ha dato , a differenza di altri , prova di stabilità democratica anche in questa ultima elezione.

L’ uscita del giornale impone delle regole che, ovviamente, non mi permettono di commentare gli eventi del prossimo futuro.

Da convinto europeista, da profondo critico di molte scelte con sfaccettature negative che, a mio avviso, hanno contribuito a “ scaldare” le reazioni degli elettori europei, mi viene spontanea una difesa del “ tutto malgrado tutto “ per non ritrovarsi, a breve, nella drammatica situazione inglese che,dopo quattro anni di Brexit ha perso 1,8 milioni di posti di lavoro,prezzi alle stelle, potere di acquisto dei salari ridotto di 2000 sterline all’anno.

Il futuro è troppo incerto a livello mondiale per giocare la carta Europa dietro scelte aberranti di populismo, pertanto mi auguro di ritrovare una situazione modificata si’ ma dal sennò che, a suo tempo,animo’ i Padri fondatori.


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