MARCELLO MASTROIANNI – UN LEGGERO SORRISO SULLE LABBRA
di Antonella Reda e Susanna Rotunno
Credo che Marcello Mastroianni sia non soltanto un grande attore ma è certamente anche una grande persona umana intelligente sensibile. Per gli Americani era il Latin Lover per me invece è il simbolo della mia generazione, di quella che aveva più o meno 20 anni nel 1940 e che ha dovuto affrontare tante esperienze Enzo Biagi “Speciale Mastroianni” RaiTre
Marcello Mastroianni non è figlio d’arte. Il padre Ottorino è artigiano, la madre Ida, casalinga. Nato nel 1924, a Fontana Liri, nel ‘33 si trasferisce con la famiglia a Roma, dove consegue il diploma di perito edile. Non ancora ventenne partecipa come comparsa in alcuni importanti film tra cui “ I bambini ci guardano” del 1944, ma senza grandi aspettative. Finita la guerra comincia a recitare nel Teatro della Parrocchia e poi all’Università. Col tempo acquisita disinvoltura e nasce in lui la voglia di diventare attore. Ad una di queste recite partecipa Giulietta Masina già nota attrice e grazie alla sua presenza, assiste allo spettacolo l’amministratore della compagnia di Luchino Visconti, in cerca di un attore giovane. Cosi Marcello entra nel mondo delle compagnie stabili. “Il successo l’ho cominciato ad assaporare prima del cinema, quando fui chiamato a lavorare nel teatro di Visconti. Lì ebbi la prima emozione e capii che potevo funzionare, mentre facevo “Un tram che si chiama desiderio” dove Gassman era il protagonista, io il suo amico. Mi muovevo bene in quei panni perché essendo figlio di operai fare un operaio non mi costava entrare nella parte. Così io ero molto naturale, tanto è vero che l’anno dopo quando Gassman andò via, io presi il suo ruolo di protagonista con Lina Morelli. Approda al cinema con “i Miserabili” di Riccardo Freda al fianco di Valentina Cortese e Gino Cervi. E’ il 1948 quando a Cinecittà muovono i primi passi attori e registi di quello che sarà il neorealismo. Nel 1958 è sul set del celebrato “ I Soliti ignoti” diretto da Monicelli, ancora insieme a Vittorio Gassman.
“IL MIO MESTIERE NON È DIFFICILE”
E’ l’attore italiano più premiato di sempre 2 Golden Globe, 2 Bafta (equivalente britannico dei premi Oscar), 8 David di Donatello, 8 Nastri d’Argento, 5 globi d’oro, 1 leone d’oro alla carriera, 3 candidature all’Oscar. Nonostante questi riconoscimenti prestigiosi, Mastroianni sosteneva, con la consueta umiltà, che il suo mestiere non era difficile. E pure In quasi 50 anni di carriera ha interpretato tutti i ruoli alla perfezione. E’ stato prete, partigiano, omosessuale, l’amante freddo e borghese di “Matrimonio all’italiana” quello cinico e calcolatore di “Divorzio all’italiana” personaggi ogni volta diversi ma intrisi di quella malinconia che è sempre stata il suo tratto distintivo. Il ragazzino della Ciociaria che amava il teatro, ha lavorato con i migliori registi del cinema: De Sica, Visconti, Monicelli, Germi, Risi, Scola.
MARCELLO E FEDERICO
Ma fra tutti i registi, è stato l’Amico Federico Fellini, colui che lo ha reso immortale, affidandogli il personaggio del giornalista disincantato della “Dolce Vita” e quello del regista tormentato in “8 e mezzo”, il suo alter ego. Un rapporto simbiotico e unico “ Dico ma Fellini è il regista più facile del mondo! Bastava osservarlo, bisognava capire un po’ la sua natura. Per me recitare nei suoi film era come inzuppare il pane nel caffellatte, io credo che fra noi due corresse un affetto veramente profondo” dice di lui Marcello mentre Fellini, in una intervista del 1996, quasi gli risponde “Marcello è l’attore con cui lavoro preferibilmente proprio perché la fiducia con cui si abbandona a me è tale che mi permette una grandissima disinvoltura”. Un patto di amicizia che influenzerà uno il ruolo dell’altro: “ io mi riconosco così profondamente in Marcello, in questa specie di operazione magica, che certe volte, guardandomi allo specchio, ho la sensazione di vedere la sua faccia”. Una suggestione così forte deve aver ispirato anche la figlia, Chiara, nel bel film “Marcello mio”
TELEVISIONE E SPETTACOLO
Nel 1965 Mastroianni fu invitato a partecipare alla trasmissione di punta del sabato sera, “Studio uno”, dove in una memorabile apparizione, si cimentò in un balletto con le gemelle Kessler. Questo episodio gli fece riaffiorare la passione che da sempre aveva per Broadway e i musical. Ballare con le Kessler lo entusiasmò a tal punto che corse subito al Teatro Sistina da Garinei e Giovannini che gli avevano proposto una commedia musicale su Rodolfo Valentino. Disse “sentite io sono così eccitato che firmo subito!”: cosi ricorda Pietro Garinei in “Speciale Mastroianni” del 1996. “Una cosa importante che mi sono portato dietro dall’esperienza di Ciao Rudy” disse poi Mastroianni “è un’ammirazione sconfinata per chi fa questo mestiere che è molto più difficile del cinema e del tetro messi insieme e chi fa questa professione qui è anche sottovalutato perché c’è l’equivoco che chi ha il tormentone dentro è un vero artista e non è vero! Io sfido molti attori ad andare lassù a ballare e poi fare delle battute, i polmoni si spezzano!” E così sfatò anche un’altra fama che si era creato, quella di eterno pigro, cantando e ballando per tre mesi tutte le sere.
FIGLIO DI MAMMA
Un legame affettuoso e intenso con tutto il genere femminile a cominciare dal rapporto con la madre che in un’intervista per “Fuori orario” del 2003, raccontava di lui: “Da piccolino bastava che gli dicessi: non dire la bugia che mamma lo capisce subito, bastava che lo guardassi e lui non mi sapeva nascondere niente, mi raccontava tante di quelle cose, di scuola, degli amici. A me sembrava più una bambina che un bambino, davvero ” E a proposito del suo rapporto con la mamma, Marcello diceva “Certo che l’ho amata e forse di più adesso, ogni tanto mi viene anche in mente con una punta di commozione perché, come tante mamme italiane, hanno sgobbato tuta la vita e poi alla fine non si sono ritrovate niente! Quindi io spendo una parola in favore delle donne”
UNIVERSO DONNA
Lavora con partner bellissime italiane e straniere ma solo con Sophia Loren, con la quale gira 12 film, si crea un’intesa davvero unica. Quarant’anni insieme e tanti capolavori che hanno fatto la storia del nostro cinema. Sono stati cosi tante volte amanti, fidanzati, marito e moglie che nell’immaginario collettivo i due erano veramente sposati. Mentre nella realtà Marcello ha avuto un’unica moglie Flora Carabella sposata nel 1950, dalla quale ebbe una figlia Barbara e da cui non divorziò mai nonostante le numerose relazioni. Una delle più importanti con Faye Dunaway, grande amore vissuto con passione travolgente, quasi insolita per il carattere misurato e timido di Mastroianni. Sul set del film di Marco Ferreri “La Cagna” del 1971, conosce Catherine Deneuve con la quale ha una relazione durata 5 anni e dalla quale nacque la seconda figlia: Chiara. Infondo i suoi amori non tenevano il tempo forse perché come lui stesso diceva “voleva rendere tutte felici” ma infondo non appartenendo mai a nessuna. Nel 1976 si lega alla regista Anna Maria Tatò, che resta al suo fianco fino alla fine della vita di Marcello. Per lei ha interpretato il film documentario “ Mi Ricordo, sì io mi ricordo” montato dopo la sua morte, una lunga intervista girata durante le riprese “Viaggio all’inizio del mondo” di Manuel De Oliveira, ultimo film testamento di Mastroianni, con il quale l’attore esce di scena.
A cento anni dalla sua nascita, 28 settembre 1924, “La cavalcata verso l’ultimo villaggio” così come lui stesso ha definito il suo viaggio terreno, sembra non finire. Per noi il grande Marcello, attore e mito non solo del cinema, rimane indimenticabile
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