INTERVISTA A GIOVANNI LICHERI, SCENOGRAFO E ARCHITETTO CHE HA REALIZZATO IMPORTANTI SCENOGRAFIE TEATRALI E TELEVISIVE E CASE DI PERSONAGGI VIP

di Chiara Montenero
“Scenografo italiano con esperienze a tutto campo: pubblicità, teatro con importanti compagnie italiane, cinema, tantissima televisione, varietà, giornalismo, fiction, ristrutturazioni particolari, spazi espositivi. Da alcuni anni disegna con Alida Cappellini una linea di arredamento: Miami Swing by renzoarbore.
Ha curato le scenografie di numerosi spettacoli teatrali presso i più importanti teatri d’Italia.
Ha collaborato e firmato programmi dedicati all’immagine nello spettacolo. In collaborazione con RAI Educational ha creato con Alida Cappellini un ciclo di trasmissioni, poi tradotto in videocassette e sito internet, che rappresenta l’unico elemento didattico per la scenografia tv.
Ha firmato sempre con Alida Cappellini alcune trasmissioni che hanno fatto la storia della televisione come Indietro tutta e Doc, Meno siamo meglio stiamo di Renzo Arbore, Quelli che il calcio, La macchina del tempo.
Con Explora, il canale della scienza, e Palcoscenico sperimenta in televisione nuove tecniche “virtuali”.
Ha progettato mostre interattive e multimediali come quella su Alcide De Gasperi, itinerante in Italia e Europa.
Ha curato le scene di numerosi spot televisivi italiani per prodotti come: Simmenthal, Stock 84, Coca Cola, Scottex, Pampers, The stars, Fiat, Ford, Cipster, Findus, Buitoni, Alitalia, Segafredo con Renzo Arbore, Pagine Gialle, Comit, TIM, Wind”.

Questo è ciò che troverete su Wikepedia, ma abbiamo chiesto a Giovanni Licheri di raccontarci la sua storia…
Ho sempre amato disegnare.
Durante l’ultimo anno di liceo classico a Genova esplose in me la passione per il cinema ed il teatro.
Ero molto curioso, andavo spessissimo a teatro e andai dallo scenografo dello Stabile di Genova, Gianfranco Padovani, lo scenografo che firmava i lavori di Luigi Squarzina, per chiedergli come si diventava scenografo. “devi saper progettare, vieni dal classico, l’unica tua possibilità è iscriverti ad Architettura” e così feci.
Una sera rimasi fulminato a teatro dalla bellezza e dalla creatività della rappresentazione dello spettacolo La Spartizione, di Piero Chiara, con la compagnia dei quattro, con Valeria Moriconi, la regia del grande Aldo Trionfo e la scenografia Di Emanuele Luzzati.
Mi misi alla caccia di Luzzati per chiedergli di poter collaborare con lui e lui mi mise per sei mesi a fare l’aiuto attrezzista per gli spettacoli dei bambini dello Stabile di Genova. Tutte le mattine alle 8 ero in palcoscenico a preparare l’attrezzeria, i tiri, scopare il palcoscenico e, finito lo spettacolo mettere tutto in ordine.
Alla fine dei 6 mesi di gavetta Luzzati mi propose di diventare il suo aiuto scenografo, da Genova lo seguii allo stabile di Roma e da quel momento non tornai più a Genova.

Roma mi accolse sia nel mondo teatrale che in quello pubblicitario. In realtà devo ringraziare Alida Cappellini, oggi mia moglie e compagna di lavoro. Lei mi presentò i produttori di pubblicità con i quali lei per anni lavorò come scenografa, e così iniziai a progettare scenografie per brand importanti; dalla pubblicità arrivò il cinema, le fiction e la televisione che mi spalancò le porte grazie alla collaborazione con Renzo Arbore e poi altri grandi del piccolo schermo. Da quando iniziai a lavorare con la televisione, sia Rai che Mediaset, ho sempre firmato tutti i miei lavori con Alida.
In cinema lo scenografo segue una sceneggiatura, in teatro un testo, in televisione no. Se lavori con un personaggio importante e creativo che è anche autore come Arbore o Baudo segui anche le loro idee, anche loro danno spunti che devi poi tradurre in immagine.
Altrimenti In televisione segui una scaletta e non un testo. Devi trovarti uno spunto per realizzare il tuo progetto. lo spunto lo trovi curiosando nella moda, nell’architettura contemporanea alla ricerca di una idea, e così nella grafica, creando un vestito che si adegui al presentatore, al personaggio. Arbore è creativo, Baudo è Classico (un esempio) quindi l’immagine che creo per Arbore sarà differente dalla immagine che creerò per Pippo Baudo.
Se invece devo realizzare la scenografia per un film d’epoca, es 1600, saranno i quadri dei più grandi artisti del periodo a darmi lo spunto per il mio progetto. In realtà nel nostro lavoro è importante la curiosità e la voglia di rinnovarsi.
Il mio lavoro di scenografo è un lavoro di grande collaborazione con diversi importanti personaggi, in primis il regista, con lui si deve creare il mood, l’immagine, e poi il direttore della fotografia, una bella luce è fondamentale, il costumista, l’amalgama dei colori di un costume non deve fare a cazzotti con la scena e viceversa, l’organizzatore che ha il budget di spesa che va rispettato. Il dialogo è FONDAMETALE. Raccontava Dante Ferretti che per lui il lavoro dello scenografo è rappresentato da un cameriere che porge al regista su un vassoio (per lui Fellini) le immagini che ha ordinato. Ma non tutti sono creativi come lo è stato Fellini.
Oggi poi La tecnologia ha preso il sopravvento sul bel disegno. Oggi è fondamentale pensare con la matita l’idea primaria, e trasportare poi il progetto con il pc in autocad utilizzando i programmi in 3D, 3D studio Max, schetchup, Rinoceros, ed altri.
Del mio lavoro amo soprattutto la ricerca, lo studio di una raccolta di immagini su cui discutere per arrivare al progetto finale. Oggi il successo è figlio del sacrificio, della passione, della giusta preparazione frullata con una dose di fortuna nell’incontrare le persone giuste con cui collaborare. Amo tutti i lavori che hanno rappresentato il mio modo di pensare e di ricercare l’immagine in sintonia con l’artista od il regista più vicino al mio modo di pensare, in questo caso devo ringraziare tante persone con cui mi sono divertito, ma soprattutto devo ringraziare Renzo Arbore. da Quando ci siamo incontrati su Marisa la Nuit (1986) abbiamo sempre collaborato insieme con grande divertimento e creatività, sia in televisione che in pubblicità che in grandi mostre a lui dedicate di cui siamo stati curatori e progettisti.
In teatro ringrazio Gigi Proietti e Michele Mirabella con cui abbiamo realizzato diverse opere liriche.
Oggi, da scenografo Vintage, mi diverto a trasferire la mia esperienza agli studenti che desiderano intraprendere questa professione. A loro consiglio curiosità, ricerca, sui libri, sulla rete, aggiornarsi continuamente, non accettare i momenti difficili e credere, attraverso una solida preparazione compreso lo studio dell’inglese, ai loro sogni. Si avvereranno!

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