ALLUCE VALGO: CHIRURGIA PERCUTANEA. Moda o modo per affrontare questa patologia?
di Giuseppe Lucattelli
Suona la sveglia!
Inizia un nuovo giorno da trascorrere in Sala Operatoria.
E’ così da molti anni. Mi dirigo verso la Clinica pensando alle tante donne che, anche oggi sono in
trepida attesa, fiduciose di poter risolvere, attraverso le mie mani, il proprio problema al piede.
Avverto questa responsabilità e capisco la loro ansia e il loro stato d’animo.
Entro, le saluto sorridendo e cerco di trasmettere loro la serenità necessaria ad affrontare l’intervento.
Anche oggi, molte di loro son venute da varie parti d’Italia per risolvere il problema che tanto li fa soffrire: l’ Alluce valgo.
Ma cos’è in realtà questa patologia?
L’Alluce valgo, comunemente chiamato “cipolla” è una patologia legata ad una deformità delle ossa che compongono il primo raggio del piede: metatarso e falangi. Normalmente queste piccole ossa sono tra di loro allineate ma può capitare che già alla nascita o nel corso della vita, possano angolarsi dando origine a quella fastidiosa sporgenza, ben visibile nel piede, chiamato appunto Alluce valgo, brutta esteticamente ma soprattutto causa di dolore nell’indossare le comuni calzature. Né è colpito soprattutto il sesso femminile con un rapporto di 9:1 rispetto al sesso maschile. Questo ha fatto ipotizzare che le cause, circa la comparsa di questa patologia, fosse da ricercare tra le calzature utilizzate dalla donna, specie calzature con tacchi più o meno alti ma è stato documentato che altri sono i veri motivi. In primis la familiarità. Coloro che hanno in casa una mamma, una zia, una nonna che soffrono o hanno sofferto di questa patologia avranno più possibilità di andare, esse stesse, incontro a questa alterazione. Come del resto avere fattori predisponenti, intrinseci ai propri tessuti: capsule, legamenti, fasce muscolari piuttosto deboli oppure una cattiva postura plantare. Certocomunque che utilizzare scarpe con tacco 12 per ore ed ore nella giornata non aiuta di certo.
Ad alleviare la sofferenza procurata da questa patologia ho introdotta in Italia nel 2000, importata dagli Stati Uniti, una nuova rivoluzionaria tecnica mininvasiva/percutanea che ha reso questo approccio chirurgico molto efficace e al contempo molto meno aggressivo. A dare speranza a coloro che, avendo questo problema, rinunciavano ad affrontare l’intervento a causa di un post operatorio descritto come molto doloroso, è stato proposto un percorso chirurgico veloce e, nella quasi totalità dei casi, indolore. Attraverso piccoli fori fatti in punti strategici dell’avampiede, seguendo il tutto attraverso uno schermo, utilizzando mini frese chirurgiche, si realizza I’ intervento di correzione. I vantaggi di questa rivoluzionaria tecnica si traducono in pochi chiari punti: anestesia nella caviglia per addormentare il piede. Dieci/quindici minuti di intervento. Nessuna ferita chirurgica ma solo piccoli fori. Nessun mezzo di sintesi ovvero nessun tipo di vite, filo, chiodo, placca. Solo una fasciatura contenitiva finale da utilizzare per 35 giorni, per far si che le piccole fratture realizzate per riallineare le ossa dell’Alluce possano risaldarsi. Ripresa immediata della deambulazione, tanto che il paziente può tranquillamente camminare dopo mezz’ora dall’intervento ed essere dimesso. Nel post-operatorio, come già detto, totale assenza di dolore tanto ché non sono previsti farmaci analgesici. Del resto, non venendo effettuati tagli su strutture importanti, non vengono alterate strutture nobili, e il piede reagisce in maniera ottimale. A ventiquattro anni dai primi interventi abbiamo potuto verificare, con studi clinici approfonditi, pubblicati in prestigiose riviste internazionali che tale tecnica non è frutto di una moda, come sostenuto da alcuni ma un modo, valido e sicuro, considerato oggi il migliore tra i tanti approcci consigliati.
mail: giuseppelucattelli@womenlife.it