IL TURISMO RISORSA ECONOMICA ITALIANA SEMPRE PIU’ CENERENTOLA AL SERVIZIO DELLA APPROSSIMAZIONE COSTITUZIONALE

di Alessandro Servoli


La stagione 2023 con le sue molteplici e negative conclusioni, vuoi per il COVID, vuoi per gli aumenti incontrollati dei prezzi, ha costretto molte realtà a trarre conclusioni che la politica e la gestione economica di questa risorsa dovrebbero tenere presenti per iniziare un nuovo percorso più rispettoso delle singole realtà e dei suoi quotidiani fruitori. Da dieci-quindici anni hanno operato campagne istituzionali come VERY BELLO! E OPEN TO MERAVIGLIA offrendo nel “Resort-Italia” un prodotto facilmente consumabile senza tenere minimamente conto del valore di autenticità e di identità del nostro Paese. Il turismo “mordi e fuggi”, frutto di quanto sopra detto, andrebbe scoraggiato per le molte ricadute negative sull’economia del singolo territorio, dei suoi abitanti, dei siti storici sovracaricati di masse informi pronte, oltre che all’invasione, anche alla distruzione degli spazi visitati. L’Italia rappresenta la destinazione turistica tra le prime nazioni nel mondo; milioni sono i visitatori che ogni anno varcano le nostre frontiere ed entrano nelle nostre città, questa pressione va a pesare, concentrata nel periodo primavera-estate, sulle infrastrutture, sulla mobilità dei residenti, sull’innalzamento dei costi del vivere quotidiano, sull’inquinamento ambientale. I molti suggerimenti che esperti del settore chiedono a gran voce è una visione politica che possa bilanciare il turismo di massa con una sua più attenta distribuzione e, contemporaneamente, un coinvolgimento dei cittadini residenti alla fruibilità dei programmi di eventi, tanto da renderli attori protagonisti della loro città. Riattivare questa idea di territorio con le sue ricchezze storiche, di vivibilità presente e di aspettativa futura, servirebbe a creare un nuovo modello turistico più protetto da certi attacchi di massa e più gestibile in senso lato. Alla base di ciò c’è un diverso approccio della comunicazione turistica istituzionale; un uso incongruo di essa produce incuria, sciatteria, via libera ad un uso incivile da parte di chi arriva da visitatore. Trovare la strada per affrontare tale nuova visione richiede, ovviamente, tempo, risorse economiche, lungimiranza politica; disattendere tutto ciò equivale ad istituzionalizzare il fallimento di ogni fine estate italiana, dei suoi fruitori, dei suoi protagonisti.


mail: alessandroservoli@womenlife.it