IL SOGNO NEL VAN
di Giulia Chiodini
Intervista a Manfredi Roesler Franz, classe 92‘, viaggiatore, esploratore e videomaker che un anno fa ha rivoluzionato la sua vita, lasciando il famoso posto fisso e una carriera da Data Scientist, iniziando a girare l’Italia con il suo van, alla ricerca di territori e paesaggi a volte inesplorati e impervi della nostra Penisola e non solo. Coraggio e risolutezza, volontà e passione di questo trentenne che ha mollato la sua comfort zone, per lanciarsi in avventure meravigliose a contatto con la natura, documentate in modo incantevole e incredibile tramite i social.
Che cos’è la Van Life? È un tipo di vita molto diffuso negli Usa che consiste nel vivere viaggiando a contatto con la natura. Il mezzo di trasporto che di solito è un pulmino, diventa una casa a quattro ruote, super accessoriata. La pandemia ha sicuramente aiutato questa scelta che interessa milioni di persone, gli ultimi dati parlano fra i 2 e 3 milioni di nomadi censiti. Il primo a scegliere questo tipo di vita? Foster Huntington, anche se i gipsy e gli antichi mercanti lo praticavano da secoli.
E noi abbiamo raggiunto con una videochiamata Manfredi nel nord-est della Corsica a Calvi, dove ci racconta la sua nuova vanlife e da content creator, di questo suo viaggio straordinario all’interno di se stesso. Ciao Manfredi com’è il posto e il tempo è buono?
R. Ciao a tutti voi! Si, la situazione è buona, c’è stato un temporale stanotte e adesso il tempo si sta aprendo! È spettacolare il posto è bellissimo!
D. Ti entusiasma?
R. Si questa libertà mi entusiasma tantissimo e con lei la possibilità di essere ogni giorno in un posto diverso. Da quando sono piccolo ho avuto sempre un po’ questo richiamo per i viaggi, per la libertà, poi crescendo chiaramente la società impone un tipo di vita diverso e quindi ho fatto quello che normalmente si fa, università, lavoro etc. etc. Ho fatto delle esperienze in America, poi mi sono trasferito a Milano per lavoro e dopo un anno mi rendevo conto che vivevo ogni giorno lo stesso giorno. Il tempo passava ma in realtà non passava, era tutto uguale. Quindi andavo a letto la sera con quella vocina che mi ricordava che quella non fosse la mia vita, ho provato ad andare avanti ma mi rendevo conto che il mio era un rimandare una scelta che dentro di me ormai avevo preso, pero’, chiaramente, ero spaventato. La paura dell’ignoto, di lasciare tutto per qualcosa di incerto, come andare avanti economicamente, insomma tutti i soliti dubbi che uno ha quando sta per cambiare vita. Ma chi mi vuole bene e mi conosce. sapeva che il punto di rottura sarebbe arrivato e così è stato. Alcuni di loro mi hanno incoraggiato, altri hanno pensato che non ce l’avrei fatta. Poi ho iniziato a mettermi dei soldi da parte…
D. È Incredibile la capacità di Manfredi di comunicarci emozioni, entusiasmo e gioia. Ma come ha reagito la famiglia a questa tua decisione?
R. All’inizio devo essere sincero non erano entusiasti, erano molto cautelativi, dicevano: ”fai le cose con la testa, non fare cavolate che poi ti penti”, insomma fosse stato per loro, avrebbero preferito in quel momento che continuassi la mia solita vita a Milano. Oggi in realtà sono felicissimi per me perche’ chi ti vuole bene veramente, poi sarà felice nel vederti appagato e sereno.
D. L’azienda dove lavoravi ti ha aiutato nella tua scelta?
R. Si e questa è una cosa che non mi sarei mai aspettato, perché l’anno scorso sono partito il 7 agosto e a fine luglio, insomma nel giro di una settimana, ho cambiato vita. È stata una cosa istantanea e subito dopo aver comprato il van ho chiamato il mio ufficio e gli ho comunicato le mie dimissioni e loro mi hanno proposto di lavorare da remoto, di lavorare in giro con il van. Per un anno ho lavorato come data scientist, il mio vecchio lavoro, ma anziché dall’ufficio lo facevo da un van in riva al mare. Per un anno ho viaggiato, creavo contenuti sui social e lavoravo full time otto ore al giorno. Dovevo trovare il tempo per fare tutto e il tempo pero’, lo levavo al riposo.
D. Questo cambio di rotta nella tua vita è stato diciamo, accelerato da due eventi in cui ti sei preso un gran spavento.
R. Si mentre stavo facendo kite-surf in condizioni estreme a Capo Verde, ero completamente da solo, mi si è attorcigliata una cima del kite alla caviglia e quindi il kite mi stava trascinando sott’acqua, stavo annegando e in quel momento ho pensato: ”ok è finita, la mia vita si sta per concludere”. Poi ho avuto un momento di lucidità e ho capito che dovevo andare sott’acqua e nuotare, quindi fare la cosa opposta rispetto a quella che stavo facendo. Dovevo andare sotto e immergermi per cercare di capire come fossi annodato, e… ce l’ho fatta! Mi sono slegato e sono riuscito a uscire fuori. Lì, me la sono vista veramente molto brutta.
La seconda volta forse ancora peggio, perché stavo su un ghiacciaio, una parete di ghiaccio sui 2300 metri sul Grignone sopra Lecco, in Lombardia e sono scivolato giù. Stavo da solo e sono rimasto aggrappato non so come con il bastone della Go pro al ghiaccio e per la prima volta mi è successa una cosa diversa. Ho guardato sotto e stavo soffrendo così tanto che una parte di me ha detto: ”lasciati andare, stai soffrendo troppo, finiscila”. Poi fortunatamente è prevalso l’istinto di sopravvivenza, in quel momento ho capito che me ne sarei andato infelice e lì mi si è sbloccato qualcosa nella mente ho pensato che si fanno tanti progetti per il futuro, poi pero’ la vita ti sorprende e tutto puo’ cambiare da un momento all’altro. Allora sono tornato a casa e ho iniziato a progettare subito questo cambio di vita e nel giro di poco tempo l’ho realizzato.
D. In realtà tu sei sempre stato un tipo indipendente, sei andato via di casa a 16 anni hai studiato all’estero, in America, sei una persona autonoma.
R. Si ho avuto sempre un po’ il richiamo per uscire dalla zona di comfort. A 30 anni avevo una casa a Milano pagata dall’azienda, un ottimo stipendio, tanti amici e divertimento, ma l’unica cosa irrinunciabile in quel momento era partire. Ovviamente, anche nella mia testa non mancavano le domande e gli interrogativi, ma non ho lasciato che la paura mi bloccasse.
D. Quanti km hai percorso finora, facendo riprese fotografiche di mari, coste, laghi, cascate e montagne perché ami riprendere la natura, soprattutto all’alba e al tramonto.
R. 50.000! Per me la natura è la cosa piu’ meravigliosa che ci sia, cercare di riprenderla e farla vedere, conoscere al mondo, mi riempie di gioia e soddisfazione. Molto spesso ci dimentichiamo di quanto siano magnifici le bellezze che il mondo naturale ci offre con i suoi paesaggi, vedute, uno spettacolo incredibile!
D. Che preparazione tecnologica e attrezzatura specifica occorrono per chi volesse seguire il tuo esempio? So che nel tuo campo sei un vero mago con i droni ad alta velocità .
R. Si ho dei droni che superano i 200 -250 km orari . Li gestisci con un visore come se fossero degli occhiali e vedo in tempo reale cio’ che il drone vede. Per tanti anni ho studiato e fatto pratica per pilotare questi velivoli radiocomandati, oggi lo posso fare con sicurezza, perché ho acquisito tanta esperienza in materia. Ma non tutti possono farlo, si rischia di fare dei danni incredibili e poi ci vuole la patente, l’assicurazione, le licenze, insomma ci vuole tempo, come tutto nella vita, non si impara da un giorno all’altro.
D. E fai tutto da solo: ideazione, riprese, montaggio, scelta e inserimento delle musiche.
R. Si, mi studio il territorio, i trekking, le camminate e le scalate faccio produzione e post produzione in autonomia, da solo. Questo è un viaggio in solitaria. Ho capito che il prezzo da pagare per questa libertà è la solitudine. Mi piacerebbe condividerlo ma è troppo difficile.
D. Tu hai detto che piu’ che soffrire di solitudine, ti manca il condividere con un’altra persona cio’ che vivi e le emozioni conseguenti.
R. Si ma è un viaggio che difficilmente si potrà condividere. O trovi la persona che è disposta a lasciare tutto per venire con te, oppure una persona che sta facendo la stessa vita.
D. Come si vive in un van? E’ costoso?
R. Oggi non riesco piu’ di farne a meno di vivere nel van, non è assolutamente costoso anzi non ho mai risparmiato così tanto e questo mi ha permesso chiaramente di licenziarmi dopo un anno di lavoro da remoto e dedicarmi completamente alla mia attività di content creator. La grossa spesa è la benzina, il carburante, con 150 euro faccio piu’ o meno 1000 km in Italia, perché poi all’estero la benzina costa meno. Piu’ o meno spendo 800 euro al mese, di benzina 400-500 euro e 2-300 euro per il resto. Piu’ o meno quello che spendevo a Milano in tre week end.
D. Come ti difendi da eventuali pericoli?
R. Questo è l’aspetto piu’ negativo del van, perche’è facile aprirlo e fare danni. Mi è successo in Sicilia dove mi hanno aperto il furgone e mi hanno rubato l’attrezzatura fotografica. Ora sto molto piu’ attento e ho installato dei sistemi di sicurezza aggiuntivi, pero’ se vogliono farti un danno, con il van è chiaramente piu’ facile. D’altra parte basta stare un pochino piu’ attenti, andare nei posti giusti, non rimanere troppo isolato. Poi dipende dove si va. Piu’ si andrà verso il nord Europa dove la van life è uno stile di vita molto comune e meno facilmente accadranno episodi di criminalità.
D. Come è il rapporto con i tuoi followers e quanti sono.
R. Siamo piu’ o meno a 80000 su Instagram, ma io non guardo tanto questa cosa. Da quando ho iniziato questo progetto ad oggi, il numero di persone che seguono questo viaggio aumenta in modo esponenziale, ma a me non cambia molto, mi fa solo molto piacere che le persone siano attratte dal mio modo di vivere e dai miei reportage da posti incredibili e spesso poco conosciuti.
D. Proprio perche’ stai tanto a contatto con i giovani, quali sono le opportunita’, le prospettive nel lavoro e le possibilità di guadagno nel diventare content creator, creatore di contenuti, abbracciando questo stile di vita?
R. Si, molto spesso mi chiedono come ho fatto a lasciare tutto e poi iniziare una nuova vita. Ci sono tante persone che vorrebbero fare la stessa cosa. Chiaramente la paura principale è il fattore economico. D’altra parte facendo questa vita mi sono reso conto che per guadagnare nel 2024 non bisogna andare per forza in ufficio. Ci sono tantissimi altri modi. La comunicazione anni fa era fatta con la radio, poi è passata ai giornali, la tv. Ora sono i social network che fanno la comunicazione. Ci sono aziende che pagano per pubblicizzare i prodotti , gli eventi. Tutti oggi hanno bisogno di contenuti, di foto, dei video, un’azienda non puo’ rimanere fuori dai social nel 2024. Chiunque cerca contenuti da pubblicare, anche le persone comuni. Ormai chi fa un viaggio, di quel viaggio vuole avere foto, reel, storie, insomma vuole anche dei contenuti social. Quindi questa è una scelta di vita che oggi si puo’ fare e si potra’ sempre piu’ fare, perchè è in questa direzione che va la comunicazione.
D. Parecchi tuoi video hanno superato il milione di visualizzazioni. Un nuovo spettacolare video messo in rete, riprende dall’alto il lago di Braies con i droni, dalla cima del Sikkofel o Croda del Becco (circa 2.900 m.). E’ una vera meraviglia… In poche ore notturne aveva già superato le 40 mila visualizzazioni. Raccontaci questa avventura che ci ha tenuto col fiato sospeso!
R. Questo video per farlo, son dovuto risalire per 3 volte sulla Croda del Becco che sarebbe la montagna di fronte al lago di Braies, sono oltre 1400 metri di dislivello. Ogni volta che salivo pero’ beccavo il tempo annuvolato, cioè partivo da giu’ che c’era il sole e arrivavo su che era nuvoloso. Per due volte di fila è successo cosi, al terzo giorno ero tentato di mollare, poi mi sono detto: ” no vabbè ormai non posso andarmene da qui senza aver fatto questa scalata” e quindi al terzo tentativo sono salito su e ho fatto questa ripresa spettacolare.
D. In questi tuoi viaggi immersi nella natura hai avuto spesso incontri ravvicinati con animali. Come sono? In una tua foto ho visto un orso.
R. L’incontro piu’ bello che ho avuto è stato con una volpe sulle Dolomiti. Stavo guidando e a un certo punto da un bosco a meta’ della strada ho visto un volpino muoversi e chiaramente ho rallentato . Pero’ la cosa strana è che la volpe invece di scappare ha iniziato a inseguirmi. Quindi mi sono accostato e prima di aprire lo sportello l’ho vista seduta proprio accanto allo sportello e quando l’ho aperto lei è rimasta ferma, immobile. Sono stato forse due ore a guardarla. Ho provato ad avvicinarmi facendo qualche passettino ma non scappava lei rimaneva ferma lì e mi sono così emozionato che non riuscivo piu’ ad andare via. Poi ho visto tanti cervi e sì anche gli orsi in Slovenia, ma con una guida.
D. Per tutta l’estate ogni domenica mattina è andato in onda un tuo filmato su RAI Uno mattina Weekly e dal 1° settembre sei entrato ufficialmente a far parte del team di fotografi e videomaker di “Dove”, mensile di Viaggi del Corriere della Sera. Quindi passi da gigante!
R. E’ stata una grande soddisfazione. Vuol dire che il mio lavoro arriva. Niente è gratis e si ottiene con facilità. Questa vita è possibile grazie a scelte difficilissime e io ho rinunciato a tutto per fare questo. Ho rinunciato alle amicizie, alla famiglia, al veder crescere i miei nipoti e alla fine pero’ il sacrificio ripaga, io credo che chi sceglie percorsi comodi, difficilmente avrà risultati come chi affronta scelte difficili.
D. Del resto come si dice “la mela non cade mai lontano dall’albero”…. Manfredi è erede di uno dei più grandi pittori italiani, acquerellisti dell’Ottocento in Italia e all’estero, Ettore Roesler Franz, fondatore e più volte presidente dell’Associazione degli Acquarellisti romani, ma soprattutto è figlio di Pierluigi Roesler Franz, giornalista che ha lavorato nei quotidiani piu’ prestigiosi come il “Corriere della Sera” e “La Stampa”, nonchè profondo conoscitore del diritto dell’informazione, della comunicazione e della previdenza giornalistica.
R. Forse posso fare un paragone con Ettore, il mio antenato che dipingeva con gli acquarelli … io invece magari dipingo con i droni e la tecnologia attuale. Nel senso che abbiamo entrambi questo amore folle per la natura e la bellezza del mondo.
D. Fino ad ora quale e’ la tua meta del cuore?
R. La Sardegna che è un paradiso terrestre e nella penisola, le Dolomiti. Chiaramente sono anche i posti piu’ visitati dagli stranieri ed è strano girare per queste montagne e vedere piu’ stranieri che italiani, forse il nostro paese è poco bravo a valorizzare le sue bellezze. L’anno scorso ho girato la Sardegna in lungo e in largo ed è un luogo nel quale forse un giorno andrei volentieri a vivere. Anzi, mi sento quasi di far parte della comunità sarda, del resto poi mi accolgono sempre con tanto affetto. A volte non capisco come gli italiani percorrano con l’aereo migliaia e migliaia di km per andare a visitare posti esotici all’altro capo del mondo e poi non conoscano le meraviglie di questa nostra isola incredibile.
D. Prossimi viaggi e esplorazioni? Come scegli le località da visitare e poi riprendere?
R. Per un mese in Corsica, poi qualche giorno in Sicilia. Da novembre, dicembre, usciro’ dall’Italia ed iniziero’ a fare il giro dell’Europa partendo dalle Canarie anche se sto valutando di andare prima in Marocco. L’inverno quest’anno lo faro’ al caldo perché l’anno scorso l’ho passato a meno 20 gradi su in montagna e non è cosi’ facile vivere a quelle temperature.
D. Anche una donna puo’ fare questa scelta di vita on the road?
R. Si certo’ ne ho conosciute diverse. Bisogna solo fare piu’ attenzione, magari una ragazza non deve andare con il van in mezzo a un bosco da sola, ma è consigliabile andare in un’area piu’ frequentata e tranquilla.
D.Il tuo motto qual e’?
R. Pensa al domani quando diventerà oggi. Nel senso che molto spesso si vive troppo proiettati in un futuro che non esiste e ci si dimentica di vivere il presente. Io vivo giorno per giorno, non so cosa faro’ domani, al domani ci penso quando lo diventerà. L’unico momento che per me conta è l’oggi. Io voglio essere felice adesso e domani vedremo.
D. Sei sereno adesso?
R. Si, non sono mai stato cosi’ felice è incredibile, non c’è piu’ quella vocina dentro di me che prima sentivo tutti i giorni, è sparita…
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