I VINI DELLE ABBAZIE

di Giuliana Duchini
Se oggi sulle nostre tavole abbondano vini prodotti con i più svariati vitigni, un merito indubbiamente va, tra i tanti, all’opera paziente e conservatrice dei monaci che, alla caduta del Sacro Romano Impero con conseguente grande crisi spirituale ed economica e il susseguirsi delle invasioni barbariche, seppero, tra le alte e possenti mura dei loro monasteri curare e coltivare l’uva con amore e dedizione.
Il vino fa parte della celebrazione eucaristica e nei secoli bui del medioevo furono soprattutto i monaci a custodire questo importante tesoro, svolgendo un ruolo fondamentale non solo nel produrlo ma salvaguardando tanti vitigni che altrimenti sarebbero andati perduti. Oggi in Italia come nel resto dell’Europa la produzione dei vini nelle abbazie è molto fiorente e apprezzata tanto che nel mese di giugno a Fossanova si tiene una delle più importanti manifestazioni enologiche dedicata esclusivamente a loro.
E poi come non menzionare il celebre Dom Pierre Pérignon che alla fine del 1600 nell’Abbazia di Hautvillers in Borgogna fu l’artefice della bevanda più amata al mondo, ovvero lo champagne?
Comunque sono tanti gli ordini monastici a cui si legano ancora oggi i nomi di molti vini anche italiani.
La tradizione vuole che all’ordine dei Cavalieri di Malta si debbano il Bardolino, il Soave, il Valpolicella e i Vini dei Colli del Trasimeno; ai Benedettini il Cirò, il Greco di Tufo, la Freisa; ai Monaci Scalzi il Frascati; ai Gesuitiil Lacrima-Christi; ai Cistercensi il Gattinara.


Nelle mie scorribande tra i vigneti sono stata qualche anno fa a visitare l’Abbazia di Novacella a Varna poco distante da Bressanone, gestita dai monaci agostiniani e ciò che mi ha colpito al di là dell’elemento architettonico imponente, sono stati i vigneti racchiusi tra le sue mura che si estendono fino ai confini della piccola città, diventando parte integrante del paesaggio e della comunità.
Nella pittoresca sala degustazione ho potuto apprezzare i loro bianchi tipici della Valle Isarco, dove i vigneti crescono ad un’altitudine tra i 600 e i 900 metri.
La secolare tradizione vinicola che risale al 1142, il clima tipico della montagna e il suolo di origine glaciale ricco di minerali uniti alle tecniche più attuali fanno di questi vini una delle espressioni migliori dei grandi bianchi, perfetta sintesi di un territorio storicamente e climaticamente votato.
Avevo nostalgia di quei vini ma soprattutto dell’atmosfera che si respira varcando la soglia di un monastero: un senso di pace e serenità molto appaganti.

Quindi non mi sono lasciata sfuggire la degustazione, organizzata dalla FIS ( Federazione Italiana Sommelier) presso l’abbazia di Casamari, dei vini della cantina sociale Valle Isarco dove confluiscono anche i vigneti dell’abbazia di Sabiona che è stata una dei soci fondatori nel lontano 1961: a quel tempo alcune famiglie di contadini e la congregazione delle suore benedettine decisero di consociarsi per valorizzare le proprie vigne, sostenersi a vicenda, dividere i costi e produrre vini di qualità.


In un freddo pomeriggio di Novembre abbiamo visitato l’abbazia con il suo orto, i vigneti, la cattedrale, le grandi sale come il refettorio e la biblioteca.
La degustazione di sette vini è stata preceduta da un concerto di violino con musiche di Bach che hanno creato la giusta atmosfera.
Per iniziare uno spumante metodo classico della linea Aristos Zero 2020 (Sylvaner e Chardonnay in proporzioni variabili)13%, prodotto con uve provenienti da vigneti di oltre 20 anni ad un’altitudine di oltre 700 mt. Affinamento in bottiglia di 36 mesi, si presenta con un bel colore giallo dai riflessi dorati, sprigionando al naso sensazioni di fiori bianchi e pan brioche mentre il sorso offre la sua cremosa mineralità con una notevole persistenza e una chiusura di nocciola tostata.
A seguire tutti gli altri vini vinificati in purezza:
Aristos Kerner 2023 Alto Adige Valle Isarco DOC 14%. Questo vitigno nasce nel 1929 da un incrocio tra il Riesling e la Schiava, ad opera del botanico August Herold che gli ha dedicato il nome del poeta Justino Kerner noto per aver scritto molte poesie sul vino. Giallo paglierino con riflessi verdi è il risultato di una cuvée di uve provenienti da differenti vigneti alcuni dei quali collocati ad un’altitudine di 1000 mt., dal profumo aromatico dove prevale la pesca bianca e dal sapore elegante, ben strutturato con note speziate di noce moscata.
Ed ecco il Sabiona Kerner 2020 Alto Adige Valle Isarco DOC 14%, dal colore giallo chiaro luminoso, molto impattante al naso con un bouquet ricchissimo di frutta a polpa gialla e il suo gusto inconfondibile con sensazioni balsamiche di pino mugo e fruttate come la mela renetta.
Procediamo con Sabiona Sylvaner 2020 Alto Adige Valle Isarco DOC 14%, dove nel calice il colore sembra volteggiare tra il verde e il giallo chiaro, l’intenso aroma di mela e pera con note agrumate e floreali come il tiglio, l’acacia e il sambuco deliziano il naso per appagare il palato con una piacevolezza morbida e speziata rivelando tutta la sua eleganza e complessità.
Arriviamo non senza qualche difficoltà, vista l’alta gradazione alcolica dei vini degustati, al principe di tutti i vitigni, ovvero il Riesling, vitigno di origine tedesca che ha trovato nella zona della Mosella il suo terroir d’elezione, ma che resistendo benissimo al freddo cresce perfettamente anche in Alto Adige: Aristos Riesling 2022 Alto Adige Valle Isarco DOC 13,5%.Colore giallo chiaro con lievi venature verdi, fragranza delicata di mela cotogna che lascia il posto ad un sottofondo minerale e il sentore di idrocarburi tipico di questo vitigno. L’assaggio è armonioso per struttura notevole e raffinata, il sorso teso e verticale accompagnato da una vibrante freschezza.
Dopo cinque bianchi infine un rosso: Aristos Pinot Nero Alto Adige DOC 13,5°. Il tipico Pinot Nero di montagna, espressione perfetta del suo territorio. Colore rosso rubino molto trasparente, note di petali di rosa, fragoline di bosco e lampone avvolgono l’olfatto e il sapore sollecita il palato con tannini vellutati chiudendo con una sferzata di liquerizia.
Questa degustazione non poteva che concludersi con un vino dolce: Nectaris Kerner passito 2021 Alto Adige Valle Isarco DOC 10%. Un vino meraviglioso da uve lasciate appassire sulla pianta e poi adagiate su cassette traforate all’interno di un antico fienile: lenta fermentazione e affinamento in barrique per cinque mesi prima di essere imbottigliato. Offre all’occhio un colore giallo oro intenso e molto brillante, al naso un’essenza seducente di miele e frutta esotica come la maracujà, conquista il palato con la sua morbidezza vellutata… e per pochi istanti ci avvicina al Paradiso!
Ora et labora!

Abbazia di Novacella Via Abbazia,1Varna (BZ) info@abbazianovacella.it 0472 694951
Abbazia di Casamari Via Maria,25 Veroli (FR) info@abbaziadicasamari.it 0775 282371
Cantina Valle Isarco Loc. Coste,50 Chiusa (BZ) info@cantinavalleisarco.it 0472 847553
Foto dell’Abbazia di Sabiona su gentile concessione di Lorenzo Nichelatti Direttore Vendite Cantina Valle Isarco
mail: giulianaduchini@womenlife.it