CHE RABBIA!

di Paola Merolli


Gestire le emozioni non è semplice! Iniziamo a provarci fin da piccoli, cercando di destreggiarci al nostro meglio.

“Che rabbia!” – scritto e illustrato da Mireille d’Allancè, tradotto da Anna Morpurgo, edito da Babalibri, età di lettura dai tre anni – è un albo illustrato che affronta una di queste emozioni, forse la più complessa e universale: la rabbia.

Il protagonista della storia è Roberto, un bambino che torna a casa di cattivo umore dopo una giornata difficile. Quando il papà gli chiede di togliersi le scarpe e lavarsi le mani, Roberto esplode in un accesso di collera che improvvisamente prende forma: diventa un grande mostro rosso che lo sovrasta e lo spinge a fare cose di cui poi si pentirà.

Dare un volto ad un’emozione, tradurre un sentimento astratto in un’immagine concreta e visibile, aiuta i bambini a prenderne consapevolezza.

Il mostro rosso che esce dalla bocca di Roberto è una rappresentazione perfetta della rabbia che in un primo momento prende il sopravvento, ma poi mostra ai piccoli lettori come sia possibile controllare e persino “rimettere a posto” la rabbia, proprio come fa Roberto quando capisce di aver esagerato. Questa è l’idea geniale di Mireille d’Allancé che permette ai bambini di vedere la rabbia come qualcosa di separato da sé, un’entità che si può controllare e comprendere.

“Roberto sente una Cosa terribile che sale… sale … sale… fino a quando rrrrRRRHAA esce fuori all’improvviso.”

La Cosa è rossa, un colore comunemente associato alla passione e all’aggressività, perfetto per dare un impatto visivo immediato alla collera.  La Cosa, inoltre, non fa davvero paura, perché per scelta dell’autrice, è disegnata con un tratto morbido, senza spigoli: una grossa nuvola rossa.

Appena libera la Cosa comincia a mettere a soqquadro la stanza, fino a quando Roberto trova il coraggio di fermarla: il mostro diventa un brutto e stupido bestione, inizia a rimpicciolire, e viene chiuso da Roberto dentro una piccola scatola blu.

Rinchiudere la rabbia provoca l’unica critica al libro da parte di pedagogisti e psicologi dell’infanzia che vedono il gesto come una repressione degli stati d’animo.

D’altra parte trovano molto costruttivo la figura del padre che si occupa delle faccende di casa – non sempre l’onnipresente mamma – e l’aver sottolineato la capacità dei bambini di gestire anche da soli le emozioni.

Nel bambino la rabbia può avere diverse cause: il senso di frustrazione quando non riesce a fare qualcosa da solo; il bisogno di autonomia, di affermare la propria indipendenza; la difficoltà a comunicare i propri bisogni e sentimenti; quando si sente sopraffatto dagli stimoli esterni, o viene esposto a comportamenti aggressivi degli adulti, oppure, più semplicemente, se si sente stanco o affamato.

“Che rabbia!” diventa un ottimo strumento per genitori e insegnanti per incoraggiare i bambini a parlare delle loro emozioni, e a gestirle in vari modi. Ad esempio tramite tecniche di respirazione, di rilassamento o con le posizioni yoga. Disegnare un “mostro della rabbia” o scrivere una storia su un personaggio arrabbiato può aiutarli. 

Anche creare un “angolo della calma” con cuscini, peluche e libri rilassanti, può essere un rifugio dove il bambino può andare quando sente la rabbia crescere.

Invece di gridare o colpire, si possono proporre alternative come saltare o correre, anche sul posto, o chiedere un grande abbraccio!

Poche parole e molte immagini evocative e descrittive: questa è la forza di Mireille d’Allancé, insieme all’uso del colore, alle espressioni facciali e al linguaggio del corpo di Roberto.

Il bambino passa da uno stato di frustrazione iniziale a uno di rabbia incontrollata, per poi provare pentimento e infine sollievo. Questi cambiamenti emotivi sono chiaramente visibili nelle illustrazioni e aiutano i bambini a riconoscere le diverse fasi emotive e a identificarle nella propria esperienza quotidiana.

Mirelle d’Allancè è un’autrice e illustratrice francese, nata nel 1958 a Chamalières. Durante un anno di soggiorno in Africa trova la sua strada nel campo della scrittura e dell’illustrazione per l’infanzia. Senso dell’umorismo, dolcezza e attenzione verso gli altri sono alcuni dei tratti distintivi dei suoi libri che vi invito a scoprire come ad esempio: “Ci pensa il tuo papà”, “Quando avevo paura del buio”, Comesidice?”

“Che rabbia!” lo potete trovare anche in versione “ad alta leggibilità”, nella bellissima collana “i libri di Camilla” della casa editrice Uovonero, per i bambini con difficoltà di lettura.

La rabbia è un’emozione naturale e universale che fa parte della crescita di ognuno di noi.

Tuttavia, la capacità di gestirla in modo sano e costruttivo non è innata, ma va appresa gradualmente. Libri come questo aiutano a rendere questo processo più comprensibile: è importante far capire ai bambini che la rabbia è un’emozione normale e che non devono sentirsi in colpa per provarla. E possiamo farlo con efficacia anche e soprattutto dando il buon esempio, affrontando momenti di rabbia con calma e autocontrollo. 

Il libro non termina con una punizione o una lezione severa, ma con una sensazione di calma e riconciliazione. Roberto si sente meglio dopo aver affrontato la sua emozione, talmente bene che chiede al papà se c’è rimasta un po’ di torta!


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