AUTOPRODUCIAMO PER SALVAGUARDARE LA NOSTRA SALUTE E QUELLA DEL PIANETA. INTERVISTA A LUCIA CUFFARO

di Madia Mauro
Viviamo nell’epoca dell’usa e getta, del consumismo sfrenato, della crescita e dell’accumulazione illimitata e abbiamo sempre più l’esigenza di un’inversione di tendenza rispetto a questo modello dominante. Nel nostro quotidiano è possibile fare qualcosa, introducendo pratiche che trasmettano la cultura dell’autosufficienza e la riappropriazione di antichi saperi, della decrescita e della sobrietà. Questo non vuol dire solo promuovere il “fai da te”, ma avere coscienza di ciò che nel commercio danneggia noi e la natura che ci circonda.
Ne parliamo con Lucia Cuffaro, ambientalista e animalista, autrice di libri, portavoce del Movimento per la Decrescita Felice, fondatrice della prima Scuola dell’Autoproduzione sul portale “ecosapere.it” e del seguitissimo blog “autoproduciamo.it”che contiene ricette semplici per vivere meglio e consigli utili per realizzare prodotti in modo etico e economico. Dal 2012 conduce la rubrica “Chi fa da sé” la domenica alle 7.20, all’interno della trasmissione Rai Unomattina in Famiglia, in cui propone laboratori pratici di autoproduzione e buon pratiche eco.

Lucia, con il tuo lavoro sostieni l’importanza di autoprodurre in un momento di consumi irresponsabili. Cosa intendi per “autoproduzione”?
Riassumo “autoproduzione” in tre parole, “meno e meglio”, che racchiudono un significato profondo: diminuire i nostri consumi in un’ottica di necessità. L’autoproduzione permette di realizzare prodotti che hanno un minore impatto ambientale, sono più tutelanti nei confronti della nostra salute e non creano sprechi. Le merci della grande distribuzione organizzata, nei settori della cosmesi, degli articoli per la casa e persino alimentare, hanno etichette con additivi di sintesi, coloranti, insaporitori, edulcoranti. L’autoproduzione permette di arrivare all’essenza delle cose in modo economico e naturale, secondo i principi dell’economia circolare. Faccio un esempio: se occorre un dado vegetale, anziché spendere 20 euro al kg per un dado granulare commerciale, possiamo autoprodurlo utilizzando il 35% di sale che serve per la conservazione e la sapidità e la restante parte (65%) di verdure, anche di scarto, come la parte più dura dei broccoli, cipolla, aglio, erbe aromatiche.
L’utilizzo di pochissime materie prime consente, quindi, di ottimizzare le spese e di scegliere il meglio in termini di qualità e certificazioni bio. L’obiettivo del mio blog è quello di dare dei consigli per migliorare la nostra salute e quella del Pianeta, con un occhio al portafoglio e un gran divertimento, riscoprendo che il benessere viene dalle nostre mani.
Quali i benefici della produzione naturale e sostenibile per l’economia e la salute?
I benefici sono semplici e si basano sui valori di rispetto, prevenzione, ecologia e risparmio. Riuscire ad autoprodurre significa recuperare il tempo, pianificarlo, ottimizzarlo per migliorare la qualità della vita. Se devo autoprodurre un brillantante, un ammorbidente, un decalcificante, un anticalcare acquisterò una confezione di acido citrico da mezzo chilo una volta l’anno, e lo utilizzerò per creare soluzioni citriche: con 200 g di acido citrico e 800 ml acqua avrò un unico prodotto, valido per differenti finalità. Basta una piccola quantità, l’equivalente di una tazzina da caffè, e il risultato sarà davvero eccezionale! Ancora un esempio: il pane fatto in casa. Disponendo di pasta madre (che una volta preparata si può in parte congelare), in effettivi 6-7 minuti più la cottura eviteremo l’acquisto di pane in cassetta che contiene conservanti. Il pane così preparato, gustoso e sano, può durare fino a 10 giorni.

Gli stessi principi valgono per la cosmesi naturale: perché dobbiamo cambiare abitudini?
Questo tema è estremamente importante, dal momento che la pelle, organo più esteso del nostro corpo e confine tra il nostro io e il mondo esterno, viene condizionata quotidianamente da agenti esterni e danneggiata dall’utilizzo prodotti commerciali altamente inquinanti, che contengono densativi, derivati dei petroli, siliconi, ftalati, profumi di sintesi, che causano problemi ormonali, irritazioni e allergie. Dobbiamo fare attenzione ai prodotti che acquistiamo e pensare che molti possiamo realizzarli in casa. Per nutrire e lenire la pelle, per esempio, disponiamo di tutto ciò che ci dona la natura, sempre nel rispetto dell’acquisizione della materia prima. Non è difficile: per detergere il viso basta utilizzare una farina d’avena che contiene delle sostanze che si chiamano saponine, per idratare olio vegetale adatto al viso come germe di grano, semplice da trovare e a un costo basso in Italia (200 ml costano circa 6 euro), o olio di oliva. Per emulsionare il grasso occorre una base acquosa, come acqua o idrolato (acqua aromatica ottenuta dalla distillazione in corrente di vapore di fiori, foglie e altre parti delle piante come quello alla lavanda o alla rosa), che ha anche funzione di tonico. Olio e base acquosa fungono da struccante. Se si lega tutto con della cera d’api, attraverso un processo a bagnomaria, si ottiene un’ottima crema viso-corpo-mani. La cosmesi per capelli è semplice e economica: il consiglio è di utilizzare prodotti fatti in casa (saponi o shampoo solidi) o eco-bio. Questa nuova abitudine cambierà nettamente la salute dei capelli e rispetterà l’ambiente.
Quando nasce il tuo impegno per una decrescita felice?
Il mio impegno va di pari passo con l’autoproduzione. Nel 2007 ho scoperto l’esistenza di corsi di autoproduzione e di un progetto dell’Università del Saper Fare costituita dal gruppo operativo di diverse realtà territoriali dell’associazione Movimento per la Decrescita Felice (MDF). È stato un innamoramento folle, tra i più grandi della mia vita, ho cominciato a frequentarli e a comprenderne il paradigma, diventando prima attivista, poi presidente del circolo di Roma, infine, entrata nel direttivo nazionale, sono stata vicepresidente e oggi lo presiedo. Al di là dei ruoli, il mio impegno è fattivo e al servizio dell’organizzazione e spazia dai convegni alla scrittura di libri, alla divulgazione. La decrescita felice è una visione fortunata, selettiva, pianificata, legata al buonsenso e all’obiettivo di creare il minor rumore possibile. I tre pilastri su cui si basa e che possono portare una vera conversione ecologica e culturale sono la tecnologia, lo stile di vita caratterizzato da impegno personale e coerenza interna e la politica, che non può essere esclusa dai ragionamenti su cause e conseguenze dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Praticare la decrescita felice è importante e altamente educativo: le riunioni sono conviviali, si discute sul percorso personale di crescita, e sulla riduzione del tempo di lavoro, si vive il gruppo di acquisto interno, si pianificano eventi di sensibilizzazione, si adottano pratiche interne come la cena conviviale con cibo autoprodotto e zero-waste, con ciotole e posate rigorosamente vegetali, a supporto delle agricolture locali. Tutto questo diventa un’occasione preziosa di scambio hobby e supporto reciproco, in un’idea di comunità viva e consapevole, piuttosto che di semplice incontro tra singoli individui. Una delle scelte migliori da fare nella vita è proprio il bene comune, ossia dedicare tempo all’attivismo e al volontariato e crescere attraverso lo scambio e il dono.

mail: madiamauro@womenlife.it