VILLINI E PALAZZETTI (SECONDA PARTE)

di Flaminia Casardi


Nel tratto compreso tra V. Arbia e V. Nera affacciato sulla Salaria per il suo lato più lungo e senza accesso, si trova il Palazzetto Filomarino. In una epigrafe murata viene citata la nobile casata dei Filomarino , che celebra una famiglia di valorosi condottieri, prelati, e personaggi assai conosciuti nell’Italia del 1600, uno in particolare merita la nostra attenzione : il Cardinale Ascanio Filomarino.


Nominato Arcivescovo da Papa Urbano VIII dal 1641 al ’66 a Napoli, fu testimone di un periodo caratterizzato dalla rivolta di Masaniello, dalla conseguente proclamazione della Real Repubblica Napoletana e dalla devastante peste del ’56 che decimò la popolazione. Divenuto Maestro di Camera del Cardinale Barberini, curò i rapporti diplomatici con Francia e Spagna. La sua consacrazione episcopale fu celebrata nella Cappella Sistina con grande fasto e in seguito, ricevette il titolo cardinalizio nella chiesa di Santa Maria in Ara Coeli.
Non è dato di sapere esattamente quando decise di comprare il bel Palazzetto ombreggiato dai grandi pini romani e immerso in una “vigna” dovette sembrargli il ristoro ideale dove rifugiarsi tra gli impegni sempre più pressanti.
Tra una missione diplomatica e l’altra il personaggio che sicuramente lo fece tribolare più di tutti fu Masaniello, impegnato a ridurre le gabelle sulla frutta e sul pane, il facinoroso popolano impietosì il Cardinale, che lo protesse a più riprese, fino a quando le manifestazioni non divennero troppo violente e destabilizzanti, allora si convinse, lui così equilibrato e desideroso di mantenere l’ordine pubblico, a rinchiuderlo in una cella di un convento, dove sarebbe stato raggiunto dai sicari, e così fu. Molto interessanti a questo proposito sono le lettere indirizzate al nuovo Papa Innocenzo X , che testimoniano la scaltrezza dei suoi negoziati.
Inoltre il Cardinale fu un generoso mecenate, la sua enorme collezione di dipinti è dispersa nei musei di tutto il mondo, per non tediarvi con un lungo elenco, citerò solo qualche nome , tra gli italiani opere di Annibale Carracci, Domenichino, Guido Reni, Caravaggio, Artemisia Gentileschi, tra i francesi Poussin, Vouet e tanti altri, inoltre commissionò il restauro di vari edifici e ordinò a Borromini un altare : l’Altare Filomarino, costruito a Roma e portato a Napoli.
Con il passare del tempo il suo palazzetto subì l’abbandono fino a diventare una vaccheria, poi una osteria e infine dopo un passaggio alla famiglia Cannulli, la casa passò all’attuale proprietà, i de Benedetti Bonaiuto, che affidarono il suo restauro all’architetto Carlo Scarpa, che costruì un corpo accessorio all’interno del giardino , restaurato anch’esso e riportò l’insieme al suo antico splendore.


Di tutt’altro genere è la storia del Villino Visconti.
Senatore del regno Don Giuseppe Visconti di Modrone era “ Gentiluomo di Corte Savoia “ tutore della giovane regina Elena di Montenegro, avrà sette figli da Carla Erba, nipote dell’industriale farmaceutico, da questa unione nascerà Luchino, che diverrà come tutti sappiamo uno dei più grandi registi italiani del cinema del dopo guerra.
Negli anni ’20 Don Giuseppe prese casa a Roma, nei pressi della residenza reale, per poter accudire la sovrana e insegnarle a parlare un italiano più elaborato, su questa collaborazione nasceranno mille pettegolezzi, ma non ci saranno mai valide prove a convalidarli.
Il Villino dove abitarono i Visconti era una costruzione del ‘900 tipo casale, con il tipico colore rosso romano, le persiane verde scuro, l’edera rampicante, una linea semplice nella sua eleganza.
Una delizia in terra.
Luchino prese possesso della casa nel 1939, diventerà il suo regno privato, dove ospiterà artisti, attori e colleghi, i nomi sono noti ma quello che invece è meno noto, è il coraggio con cui nascose antifascisti come Guttuso e Lizzani e molti altri, il suo maggiordomo sarà trucidato alle Fosse Ardeatine, anche Luchino verrà fatto prigioniero ma solo per pochi giorni, liberato grazie all’intervento della sua amica Maria Denis.
Terminata la guerra si dedicherà all’allestimento di drammi in prosa, forma con Paolo Stoppa e Rina Morelli una compagnia teatrale divenuta leggendaria, negli anni ’50 dirigerà opere con interpreti del livello di Maria Callas, dopo aver diretto film come “ il Gattopardo “ o “ La caduta degli Dei “ tanto per citare i più noti, viene colto da un ictus che gli paralizza la parte sinistra del corpo, , assistito dai suoi amici più cari Luchino Visconti si spegne nel 1976, le sue ceneri sono conservate sotto una roccia nell’isola d’Ischia, nella sua storica residenza estiva La Colombaia.
Oggi la villa è abitata da un famoso cardiochirurgo romano, che bisogna riconoscere la cura e mantiene come fosse una sua paziente!


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