SE FOSSI UGO

di Paola Merolli


Se fossi Ugo – Corraini Edizioni – l’albo di Sergio Olivotti (autore e illustratore) e Giulia Pastorino (illustratrice), ha conquistato non solo il Premio Andersen 2025 nella categoria 3-6 anni, ma anche il Super Premio Andersen “Gualtiero Schiaffino”, assegnato da una giuria composta da oltre duecento esperti tra librai, bibliotecari, formatori e giornalisti.

La giuria del premio ha motivato così la scelta: “Per la vivacità e la ponderata irriverenza di una storia capace di parlare di identità, scoperta di sé e cambiamento. Per il sapiente dialogo, ritmato e intonato, tra testo e illustrazioni, in un continuo processo di trasformazione, surreale e esilarante. Per il determinato inno all’unicità di ciascuno, scevro da pregiudizi e dalle convenzioni.” 

Un trionfo meritato per una storia che sembra semplice ma è un concentrato di intelligenza, umorismo e poesia visiva.

Se fossi Ugo è un gioco continuo di trasformazioni, in piena libertà.

Ogni mattina Ugo si sveglia diverso. Un giorno è tutto uno scarabocchio, un altro a puntini, poi tratteggiato, oppure colorato fuori dai bordi. E non cambia solo fuori, ma anche dentro.

Anche i suoi pensieri sono diversi. Un piccolo grande caos che influenza il suo umore e il modo in cui si relaziona con gli altri.

Che succede? Il mondo è impazzito? Oppure forse crescere è proprio questo: un bellissimo guazzabuglio, fatto di tentativi e consapevolezza?

Ugo cambia. Non è un superpotere, né un problema medico: è l’infanzia stessa. È ognuno di noi da piccolo – e, in fondo, anche da grande – alle prese con identità che si spostano, emozioni che strabordano e interlocutori che non sempre capiscono.

Il risultato è esilarante, ma dietro le risate si nasconde una domanda: chi siamo, davvero? E quanto è normale non essere normali?

Se fossi Ugo è un invito a celebrare la libertà di essere diversi ogni giorno. La sua forza sta nel far ridere e pensare insieme, trasformando la lettura in un’esperienza condivisa, che offre a genitori e insegnanti spunti per parlare di identità, emozioni, normalità e imperfezione.

È un abbraccio all’unicità e alla bellezza del cambiamento. Crescere, ci dice Ugo, è anche lasciar uscire i nostri segni, ridisegnarci ogni mattina, senza paura di mostrarsi diversi.

Davanti allo specchio, Ugo cambia ogni volta: riflesso, emozione, colore. È una metafora della crescita: imperfetta, buffa, personale. Il ritmo tra parole e illustrazioni è perfetto. Le immagini cambiano forma come cambiano i sentimenti e accentuano le sensazioni, rendendo vivi i segni sul volto – e dentro il cuore – del protagonista.

E poi arriva il finale. Perfetto per far ridere e riflettere allo stesso tempo: anche gli adulti sono “in costruzione”, proprio come Ugo. I bambini sono infiniti. Non serve sistemarli, serve ascoltarli e lasciarli esprimere. Non c’è bisogno di essere sempre “a posto”, “normali”, o “uguali al giorno prima”.

In un mondo che cerca di incasellare tutto, Ugo ci ricorda quanto sia bello restare un po’ indefiniti, un po’ imprecisi, un po’ noi.


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