LE GRANDI ICONE DELLA MODA DALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE
di Cinzia Gordiani
La Moda grazie alla Rivoluzione Industriale (1760/1850) si diffuse rapidamente nella vecchia Europa e nella più giovane America. Con l’inserimento della meccanizzazione nella produzione dei tessuti, le vendite passarono da una diffusione sartoriale ad una distribuzione massiva attraverso negozi e grandi magazzini. Gli abiti divennero più morbidi e facilmente lavabili.
In Europa trionfò la moda Vittoriana ispirata alla regina Vittoria, donna dotata di grande personalità e pugno di ferro, capace di creare un Impero. Gli abiti assunsero un carattere austero e si caratterizzarono nella linea a vitino di vespa. Le gonne si gonfiarono, le maniche divennero a campana. Apparvero i mutandoni lunghi e si affermarono principalmente i colori scuri.
In America invece, la Moda si discostò da quella inglese, nacque la romantica linea “guerra civile” che introdusse fantasie floreali, tessuti leggeri e gonne a balze. Il film ”Via col vento” ne ha lasciato una indimenticabile immagine.
La bellezza, il portamento e l’eleganza caratterizzarono l’indimenticabile figura della principessa Sissi (Elisabetta D’Asburgo), famosa anche per la romantica storia d’amore con Francesco Giuseppe Imperatore d’Austria.
lI Museo di Sissi a Vienna rappresenta un completo e perfetto spaccato del suo guardaroba. Si possono ammirare gioielli, vestiti e accessori coordinati. Gli abiti venivano ordinati a stilisti poco noti che li realizzavano nelle principali città europee. Mentre l’abito dell’incoronazione, fu creato dallo stilista inglese Charles Worth padre, parigino di adozione e ideatore della Haute Couture che, in seguito, divenne lo stilista preferito di Sissi. L’imperatrice considerava i vestiti come un mezzo per sottolineare la propria eleganza, aiutata da un fisico da modella con vitino di vespa. E’ giusto considerarla, riguardo all’abbigliamento, una donna moderna. Curava il proprio fisico con la ginnastica che praticava utilizzando pantaloni paragonabili agli attuali leggings. Indossava alti colletti decorati da merletti, rouches e ricami e un fichù di chiffon che portava drappeggiato sul petto. Amava il colore bianco ma anche il nero che indossò continuamente dopo il suicidio del figlio. Come il cappotto (nero) ornato di piume di airone indossato al momento del suo assassinio da parte dell’anarchico Luigi Lucheni.
La Belle Epoque che durò dal 1880 alla fine del primo decennio del novecento, introdusse nella Moda un abbigliamento più disinvolto: camicette ricche di merletti con alti e preziosi colletti, maniche di svariate fogge, gonne di linea più scivolata dai colori scuri.
All’inizio del nuovo secolo ci si rese conto che il corsetto era un indumento malsano che causava svenimenti, si corse così ai ripari creando corsetti più morbidi.
Nella Moda arrivarono come grande novità gli abiti da Sport, usati per praticare il golf, il tennis e la bicicletta.
Amelia Bloomer per andare in bicicletta lanciò la moda dei pantaloni per signora di ispirazione orientale. Nacque il Tailleur, che prese il nome dal suo ideatore, un sarto da uomo francese, e che venne principalmente usato nelle occasioni informali.
La Femme Fatale di questo periodo fu Sarah Bernhardt, leggendaria attrice francese di teatro e cinema muto, innovatrice, anticonformista, rivoluzionaria e scandalosa. Nella vita ebbe incontri con i principali regnanti. Fu amica di Victor Hugo e Oscar Wilde. Viaggiò in Europa, America e Russia.
Fu Immortalata dal pittore cartellonista Mucha che la ritrasse con monili e gioielli straordinari, creati apposta per Lei dai famosi gioiellieri Bucheron e Lalique. Dotata anche di uno spirito grandemente ironico, amava studiare i testi delle sue recite sdraiata nella bara che si era fatta portare a casa. Fu anche l’amante di Gabriele d’Annunzio. Il suo fisico longilineo, inusuale per l’epoca, era valorizzato ancor più dai vestiti di scena che disegnava personalmente. Il set e il palcoscenico erano la sua vita ed era solita utilizzare anche nelle occasioni mondane gli abiti di scena che a volte erano maschili, mentre quelli femminili, erano preziosi e ricchi di ricami e gioielli.
In America la ballerina Isadora Duncan fu la figura d’avanguardia sia nella vita che sul palcoscenico.
Con Lei nacque la danza moderna. Indossava tuniche trasparenti, senza bustini né stecche, arricchiti da scialli con ricami cinesi ed a foggia di peplo. Lanciò la moda ideata dal design Fortunity che consisteva in un abito drappeggiato chiamato Delphos, ispirato alla antica Grecia. Era un abito inizialmente da casa, da indossare senza corpetto e che esaltava le forme femminili. La Duncan lo lanciò come abito per uscire e venne imitato dalle donne più sfrontate dell’epoca.
Isadora ebbe un tragico destino. Morì strangolata dalla sciarpa che si incastrò nella ruota della sua Bugatti.
Ormai in Europa cominciarono a soffiare venti di guerra che segnarono la fine della Bella Epoque. Con l’avvento della prima Guerra Mondiale (1914/1918) un cambiamento radicale portò le donne ad assumere le redini della produzione e a sostituire gli uomini, chiamati al fronte, nei più svariati e anche più duri lavori. L’abbigliamento abbandonò lo sfarzo ottocentesco per una Moda comoda, austera, simile a una divisa con tessuti di Jersey. La fine della Guerra catapultò Il Mondo e la Moda in una nuova e diversa ероса.
cinziagordiani@womenlife.it