IL CAMMINO DA SARRIA A SANTIAGO DI COMPOSTELA IN 7 GIORNI

di Maria Luisa Migliardi


Il filosofo danese Soren Kierkegaard diceva: «camminando ho incontrato i miei pensieri migliori» e “camminare è un piccolo viaggio di scoperta all’interno di noi stessi”; già questo per me è stato un buon motivo per intraprendere il Cammino di Santiago.

Tra le tante opzioni proposte ho scelto il cammino francese che parte dai Pirenei e attraversa la Galizia; sono partita dalla cittadina di Sarria e ho camminato per gli ultimi 110 km prima di arrivare, in sette tappe, a Santiago di Compostela dove ho ricevuto il certificato del pellegrino che attesta di aver completato il percorso.

Il Cammino ha un’origine religiosa/spirituale perchè nell’antichità veniva affrontato per chiedere una grazia oppure il perdono; oggi è molto di moda e lo fanno tutti, dagli amanti del trekking agli appassionati di mountain-bike. Il periodo migliore è tra maggio e settembre. Non serve un grande allenamento, ma tanta forza di volontà. Molti i consigli ricevuti dagli esperti: spalmare i piedi di crema nivea o vaselina per evitare le vesciche, usare scarpe Salomon o Mizuno, munirsi di uno zaino leggero con acqua e integratori, comprare i bastoncini da passeggiata, farsi trasportare il bagaglio, ecc.  

1° giorno: Voliamo da Roma via Madrid per Santiago, dove ci aspetta una macchina che ci porta a Sarria. Sono con le mie amiche Flaminia e Marilena e al desk dell’hotel ci danno le “Credenziali del pellegrino”, una specie di passaporto che dovremo far timbrare due volte al giorno – alla partenza e all’arrivo di ogni tappa – per poter poi ricevere il Certificato del pellegrino. Primo shopping fondamentale: i bastoncini da trekking.

2° giorno: Sarria/Portomarin. Lasciamo le valigie alle 8.00 nella hall dell’hotel e iniziamo il nostro percorso di 22 km. E’una bella giornata, c’è il sole, attraversiamo paesaggi verdi e piccoli villaggi. Alle 11 il primo spuntino (un po’ di parmigiano per tirarsi su), poi visitiamo la Chiesa di Barbadelo che è decorata con gusci di conchiglia di capasanta. A pranzo assaggiamo la nostra prima tortilla de papas, davvero ottima. Le indicazioni del percorso sono cippi di pietra con la conchiglia e una freccia gialla; al km 100 da Santiago facciamo una foto ricordo. Arriviamo a Portomarin, cittadina allegra e chiassosa e a cena assaggiamo le gustose “Coquilles Saint Jacques”; i pellegrini le raccoglievano sulle spiagge e le riportavano a casa come prova del loro viaggio; ora la conchiglia è divenuta il simbolo del Cammino: noi, come tutti, ne compriamo una e la attacchiamo allo zaino.

3° giorno: Portomarin/Palas de Rei. Questo tratto è il più faticoso perchè dobbiamo fare 25 km e ci sono molti sali e scendi. Ogni scusa è buona per fermarci e riposare: uno spuntino, sistemarci i calzini e rimettere la crema sui piedi, rifornirci d’acqua, ecc. La sosta più interessante è a Castro de Castromaior, una fortezza di epoca romana poco distante da un villaggio tutto di pietra nera. Il lunch è dopo i primi 15 km, all’aperto, su una grande tavolata dove due simpatiche signore di Tenerife ci spiegano che quando si sorpassa a piedi qualcuno si deve dire “Buen Camino!”

4°giorno: Palas de Rei/Melide. Ci sveglia il rumore battente della pioggia, ahimè! Ci bardiamo con impermeabile lungo, zaino e sopra un poncho per evitare che l’acqua entri nello zaino e iniziamo la camminata. La pioggia intermittente ci accompagna per tutta la giornata; ci fermiamo solo per uno spuntino con un’ottima insalata fresca con tonno uova e pomodori. Chiacchieriamo con un italiano che ha già fatto tutti gli altri cammini perché così si rilassa lontano dalla famiglia. Nessuna di noi è devota ma siamo spinte a camminare dall’aver scelto liberamente di fare questa esperienza e da una fede incrollabile nel voler arrivare alla meta. Siamo zuppe fino alla punta dei piedi e il B/B che ci accoglie è un delizioso appartamento con tutti i comfort: l’asciugatrice va alla grande e in un’ora siamo pronte per uscire a cena.(Casa A Ferradura, tel +34601650660, Calle Principal n.32 casa, Melide). Assaggiamo il pulpo a la gallega, la specialità locale, che a me però non è piaciuto!

5° giorno: Melide-Arzua. Dopo il breakfast ci incamminiamo per un sentiero che attraversa fitti boschi; gli alberi ci salvano dalla pioggerellina “inglese” e incontriamo un gruppo di pellegrini britannici che girano in maglietta e ci sorridono vedendoci tutte bardate… Affrontiamo salite e discese e tratti di sterrato trasformato in fango. Raggiungiamo il villaggio di Ribadiso e la sua zona fluviale dove facciamo una breve sosta sedute a un tavolo con le signore/amiche di Tenerife. Una buona zuppa di patate e si riparte. L’hotel di Arzua è una location di design, molto bella, elegante e gestita da madre e figlia (Hotel A Curuxa, tel +34687639492, Lugar o Pazo 20)

6° giorno: Arzua-O Pedrouzo. Oramai ci restano solo due tappe da completare e questa è stata una delle più facili anche se di 19 km. Attraversiamo boschi di querce e castagni e prati con mucche al pascolo; superiamo Salsedo e proseguiamo verso la nostra meta, costeggiando spesso la strada nazionale. Ahimè il nostro hotel è a 3 km da O-Pedrouzo; è immerso nel verde e ricorda un motel americano con stanze anonime e macchine del ghiaccio, caffè e snack vari.

7° giorno: Arzua-Santiago. E’ l’ultima tappa. Il percorso è facile e per lo più ombreggiato da eucalipti giganti; si costeggia l’aeroporto e dopo una piccola discesa arriviamo a Monte del Gozo, da dove  si vede la Cattedrale di Santiago che annuncia che il nostro Cammino sta per concludersi.

In città, la prima meta è l’Ufficio del Pellegrino per ritirare la “Compostela” + l’attestato dei110 km. Foto finale davanti al cippo del km 0; regaliamo i bastoncini da trekking alla Caritas e poi ci mettiamo in coda per entrare nella Cattedrale. La Messa è celebrata da più sacerdoti in varie lingue. ll Botafumeiro che pesa 53 kg ed è lungo 1,50 m. è il più grande incensiere del mondo; si alza e si muove dalla cupola centrale della cattedrale, verso le navate laterali. E’ azionato dai “tiraboleiros” a un’altezza di 20 m. Non tratteniamo più le emozioni accumulate per 110 km; siamo felicissime di esserci; ultimo rito preghiamo al sepolcro di Santiago (San Giacomo).

A fine Messa, affamate e contente gustiamo una squisita cena fusion-galiziana (Ristorante Bellaco: Rua de Concepcion Arenal 8).

In conclusione vi assicuro che ho amato molto fare il “cammino” e probabilmente ripeterò questa esperienza interiore.

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