LADAKH, IL “PICCOLO TIBET”

di Maria Luisa Migliardi


Il Paese:

ll Ladakh, detto anche il “Piccolo Tibet” indiano, è la culla del buddismo tibetano, una terra punteggiata da monasteri isolati che sembrano arrampicarsi su cime incredibili. La popolazione, indiana ma culturalmente tibetana, comprende le comunità monastiche che abitano questi luoghi sacri. Ogni monastero è organizzato come un villaggio autosufficiente che offre un’immersione profonda nella cultura e nella spiritualità locale dove non possono mancare i mandala (sabbie colorate) e le ruote della preghiera.

Visitare il Ladakh non è solo un’avventura naturalistica ed etnologica, ma soprattutto un’esperienza spirituale che arricchisce l’anima e il cuore, e, per chi desidera approfondire il proprio benessere mentale e fisico, il Mahabodi International Meditation Center offre la possibilità di partecipare a ritiri di meditazione con corsi per apprenderne le tecniche.

Il viaggio:  

Day 1 e 2. Dopo una sosta obbligata di una notte a New Delhi nel maestoso Hotel Imperial, la mattina prendiamo l’aereo per raggiungere Leh, la capitale del Ladakh. Il volo è emozionante, passiamo vicinissimi, quasi a toccarli, alle mitiche vette del K2, del Nanga Parbat e tra le catene montuose del Karakorum e dell’Himalaya. Arrivati in città bisogna acclimatarsi perché si passa dai 210m di New Delhi ai 3.500m di altitudine a Leh. Non riposare il giorno dell’arrivo può compromettere negativamente l’intera vacanza; meglio restare in albergo, bere liquidi e limitare il cibo, per non dover ricorrere all’ossigeno per placare il mal di montagna.

Hotel Royal Ladakh a Leh

Day 3. Partiamo per visitare il Monastero di Thiksey, il più grande del Ladakh centrale, che ospita un’importante scuola buddista Gelukpa per monaci situata sul una collina nella valle del fiume Indo a 3600 m. Si prosegue poi, per il monastero di Hemis a 45 km a sud di Leh,  il più importante monastero del Ladakh della scuola buddista Drupka;  al suo interno, magnifici dipinti raffiguranti Buddha Sakyamuni, venerato nella letteratura buddista Mahāyāna.

La tappa successiva è al palazzo di Shey, costruito nel X° secolo dal primo re del Ladakh che ne fece la sua residenza. L’attrazione principale nel monastero è la statua in rame e oro alta 12 m. di Sakyamuni. Visitiamo poi, a 15 km da Leh, lo Stok Palace, un monastero appartenente alla scuola buddista del Cappello Giallo, fondato nel XIV° secolo, e famoso per la sua biblioteca che contiene 108 volumi degli insegnamenti di Buddha.

 Hotel Royal Ladakh a Leh

Day 4. Attraversiamo la bella Valle dello Sham e saliamo per una tortuosissima strada fino al Likir gompa (monastero) a 3.650m, fondato nell’XI° sec. dove la grande statua del Buddha, alta 23 m., ci accoglie con la sua imponente serenità; è un luogo perfetto per meditare in un’atmosfera di pace e tranquillità assoluta. Il capo spirituale è il figlio più giovane del Dalai Lama.  

Il villaggio omonimo è il punto di partenza per lo Sham trek, che porta da Yangthang a Rizdong: Il percorso a piedi è abbastanza facile, si attraversa il letto del fiume varie volte e dura circa sei ore. Il monastero di Ridzong ha l’aspetto di una fortezza rocciosa; fondato nel 1831, è noto per le sue rigide discipline monastiche ed è l’unico in Ladakh ad avere un convento, il Chulichan, dove risiedono 20 donne monache.

Hotel Ule Ethnic Resorts a Uleytokpo 

Day 5. Escursione di circa 6 ore tra a/r per visitare Tingmosgang Palace, residenza reale nel XVII° sec., oggi luogo di pellegrinaggi per venerare la sacra immagine di Avalokitesvara, che rinunciò ad entrare nel Nirvana per aiutare i poveri. Il villaggio omonimo ha belle case molto curate, qui il clima è più mite rispetto alla Valle dell’Indo e crescono molti alberi di albicocche, mele e noci.

Hotel Ule Ethnic Resorts a Uleytokpo

Day 6. La nostra meta è il Monastero Yungdrung  di Lamayuru, situato a 127 Km da Leh ad un’altezza di 3.510 m. in un paesaggio di aspetto lunare. Il complesso custodisce bellissimi affreschi e maschere rituali spaventose. È del X ° sec ed il più antico gompa del Ladakh, della scuola dei Berretti Rossi. La leggenda narra che un “Arhat”, cioè un monaco profetizzò che lì sarebbe sorto un monastero e offrì chicchi di mais che misti con la terra formarono una svastica (Yungdrung). Ora è sede della scuola Digungpa e ospita un famosissimo festival religioso tibetano, a cui abbiamo avuto la fortuna di assistere: la festa dura due giorni e simboleggia la vittoria del bene sul male, comprende balli in costume rituali (Cham), preghiere e offerte.

Hotel Grand Moon Land a Lamayuru

Day 7. Ritorniamo verso Leh, ci fermiamo ad Alchi un monastero del X° sec, famoso per i suoi dipinti, tra cui migliaia di miniature di Buddha. Questo è l’unico dei 34 monasteri del Ladakh che è situato in pianura, sulla riva dell’Indo, ma è circondato da alte mura di 10 m e per accedervi (permesso solo agli uomini) devono arrampicarsi con una corda (due dei nostri compagni di viaggio ci sono riusciti).

Nei pressi di Leh soggiorniamo in un meraviglioso campo tendato dove ci accolgono con la cerimonia del tè e prelibatezze locali, tra cui mokmok (ravioli al vapore ripieni di carne e verdure), il palak paneer (spinaci e formaggio) il piyaz bhaji (frittele di cipolle) e per finire il kulfi (gelato).

Chamba Camp a Thiksey

Day 8. Lasciamo il confortevole campo tendato per raggiungere la spettacolare Valle di Nubra. Lungo il percorso ci fermiamo al Khardung-La Pass (39 km da Leh), il passo carrozzabile più alto del mondo (5.600 m). Per l’ altitudine siamo tutti storditi dal mal di montagna ma il paesaggio circostante è di una bellezza indimenticabile: le vette innevate del Karakorum, una valle di grande bellezza, tra bianche dune di sabbia e zone verdissime dove scorrono i fiumi alimentati dai ghiacciai. La strada, non asfaltata e piena di curve, si snoda a strapiombo lungo pareti rocciose; nel fondovalle carcasse di camion e auto testimoniano la pericolosità del percorso che per secoli è stato una via carovaniera che collegava il Tibet con il Turkestan.

Hotel Misty Cabin Hill a Nubra

Day 9. Ci traferiamo al Lago Pangong Tso: in lingua Ladakhi, “Tso” = “lago” e “Pangong”=”vuoto”. E’ il lago salato più grande dell’Asia. Situato ad un’altitudine di circa 4.300 m., è lungo 134 km., ma solo il 40% appartiene al Ladakh, tutto il resto è della Cina (ex Tibet). Lo spettacolo è davvero unico, un luogo che rimane nel cuore per la bellezza de suoi contrasti cromatici naturali: il blu-verde dell’acqua, l’azzurro del cielo e i colori delle catene montuose che lo circondano, che cambiano secondo la luce del giorno. Da non perdere.

Chamba Camp a Thiksey

Day 10. Rientriamo nella capitale Leh e poi via New Delhi in volo per l’Italia.

È stato un viaggio fuori del comune, un’esperienza straordinaria per le bellezze naturali unite alla cultura tibetana e alla spiritualità buddista.


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