LA VACANZA IDEALE? LA TANZANIA O LE AZZORRE

di Maria Luisa Migliardi


Perché l’Africa? Per me significa immergersi in un’esperienza unica, che combina avventura, natura selvaggia e paesaggi mozzafiato. Mi piace ascoltare i suoni della savana: il rumore del vento o quello dei passi di un elefante dietro la tenda, il potente ruggito dei leoni durante la notte o il saluto degli ippopotami al fiume. Guardare il cielo africano ricco di stelle che sembra di toccare con un dito. Scendere nel cratere del Ngorongoro, una delle meraviglie del mondo; questa estesa e ininterrotta caldera vulcanica è uno dei luoghi più belli da vedere in Africa ed è popolata da un’incredibile varietà di animali simbolo del continente. Godersi con un gin-tonic in mano i tramonti africani non ha eguali: il sole diventa una gigantesca palla infuocata che tinge il cielo di tanti colori.

La TANZANIA è la meta ideale se volete fare un safari, amate l’avventura o se avete dei figli che vogliono vedere da vicino i Big FIve: leone, leopardo, rinoceronte, elefante e bufalo. Il nome Tanzania nasce dalla fusione di “Tanganica” (usato dagli inglesi) con “Zanzibar” e fu adottato quando si unirono nel 1964. La capitale è Dar es Salaamcasa della pace” che è il principale polo economico e il primo porto della Tanzania. La popolazione (67 milioni) è di religione cristiana (61%) e islamica (35%); alcune minoranze praticano altre fedi. La lingua ufficiale è lo “swahili”; tra le frasi più conosciute dai turisti ci sono “jambo bwana”” (ciao signore) o “habari “(come stai?) oppure “hakuna matata” (nessun problema). Nel Paese vivono circa 450mila Masai, pastori seminomadi, dediti all’allevamento di bestiame. I loro villaggi sono fatti di capanne costruite con sterco e fango; gli uomini indossano tuniche rosse “shukas” e gioielli e sono famosi per la loro danza tradizionale ”adumu” dove i giovani guerrieri saltano in alto, per dimostrare forza e agilità. Le donne si adornano con vistose collane e bracciali colorati. Nel nord-est del Paese sorge il Kilimangiaro, la vetta più alta dell’Africa (5.895m), meta di escursioni e trekking.

Se è il vostro primo safari, vi consiglio di farlo nei grandi Parchi del nord-est della Tanzania: il Serengeti National Park, vasta area di praterie e savane, è famoso per le grandi migrazioni di gnu e zebre e per l’abbondanza di leoni, leopardi e ghepardi. Il parco Tarangire ha invece un paesaggio verdeggiante di acacie a ombrello e baobab ed è ricco di elefanti e gazzelle, giraffe e bufali. II Lake Manyara National Park, definito da Ernest Hemingway “il più bel lago africano”, è un vero paradiso per il bird watching: vi sostano grandi stormi di fenicotteri rosa, ed è noto anche per i leoni che si arrampicano sugli alberi. Nel cratere di Ngorongoro, se avete fortuna, potete incontrare tutti i Big Five nello stesso giorno.

Un viaggio a parte, più impegnativo ma altrettanto affascinante – da abbinare magari al mare di Zanzibar, con le sue spiagge tropicali, i palmeti e le coltivazioni di spezie – meritano i parchi del sud della Tanzania, il Ruaha National Park e il Selous Game Reserve: il primo è noto per i grandi branchi di leoni, per i paesaggi montuosi e per i fiumi; il Selous per provare il brivido di un walking-safari nella savana o di un tour in barca sul fiume per ammirare da vicino elefanti, ippopotami, rinoceronti neri e una grande varietà di uccelli.

Per dormire si può scegliere il classico lodge immerso nella savana (Four Seasons Safari Lodge), o su un albero (Tarangire Treetops) o un campo tendato (Zawadi Camp)

Perché Le Azzorre? Perché sono una destinazione remota nel mezzo dell’Oceano Atlantico, dove il turismo di massa non è ancora arrivato e dove la natura esplode in tutta la sua bellezza. Se ami i panorami mozzafiato e la buona tavola, le Azzorre non ti deluderanno.

L’arcipelago con le sue 9 isole di origine vulcanica, si trova a circa 1500 km da Lisbona e 3900 km dalla costa orientale del Nord America. Questo ultimo avamposto europeo in pieno oceano Atlantico appartiene al Portogallo ed è un autentico paradiso naturalistico; ogni isola è completamente diversa dall’altra: Sao Miguel è la più varia, Terceira ha la cittadina più bella e delle grotte laviche incredibili, a Sao Jorge si fanno passeggiate fantastiche; Pico è famosa per il vulcano e per i vigneti coltivati a terra e protetti dal vento con muretti di pietra lavica; e Faial per i magnifici paesaggi. Queste sono le cinque isole centrali, le altre sono Flores, Corvo, Santa Maria e Graciosa. Il clima subtropicale è mite e consente di visitare la Azzorre tutto l’anno: in estate le temperature non arrivano ai 30° e d’inverno si aggirano intorno ai 10°. Il periodo migliore per un viaggio è però da giugno ad agosto, quando i bordi delle strade, i giardini e le campagne si tingono di blu con la fioritura delle gigantesche piante di ortensie che prendono il sopravvento sul resto della vegetazione e caratterizzano tutte le isole.

L’architettura delle città è quella tradizionale portoghese con antichi edifici perfettamente conservati e rigogliosi giardini botanici. Gli azzorriani sono principalmente allevatori e agricoltori; quindi verde a perdita d’occhio. Le Azzorre sono una meta incontaminata ed ideale per gli amanti dell’outdoor; tutte le isole offrono ottimi tracciati per hiking attorno ai laghi nei crateri dei vulcani o attraverso le vaste foreste pluviali. Si può fare anche canyoning e surf in mare o escursioni in barca per avvistare balene e delfini; ai primi di giugno c’è il passaggio delle grandi megattere. Il bagno invece è meglio farlo nelle tante sorgenti calde, nelle piscine naturali di pietra lavica lungo le coste a strapiombo sull’oceano o nelle spiagge.

La cucina delle Azzorre è buona ma un po’ pesante perchè usano burro e aglio a profusione. I piatti tipici sono principalmente a base di carne di manzo, formaggi locali e pesce fresco. Tipico dell’isola di Terceira è l’alcatra, pezzi di carne di manzo cotti a fuoco lento in un tegame di terracotta in una salsa a base di vino e spezie. Altri piatti da provare sono la francesinha (una sorta di toast super farcito e ricoperto di formaggio fuso). A Sao Miguel potete gustare il cozido das Furnas, uno stufato di carne mista e verdure cotto in pentole di ghisa, calato sotto terra nelle fumarole e lasciato li per 5-6 ore, che si cuoce grazie al calore del sottosuolo vulcanico. Da assaggiare anche le lapas, patelle gratinate. Per visitarne quattro in 7 giorni si può arrivare da Lisbona con volo diretto a Punta Delgada nell’isola di São Miguel l’isola “verde”. Da visitare Lagoa das Siete Cidades, lago con un ponte che lo divide in due separando le acque verdi da quelle blu. La valle di Furnas, nota stazione termale.

Pico, l’isola “grigia” perché la più vulcanica, con le caratteristiche case a un piano bianche e nere dai portoni rossi. Famosa anche per il whale watching, da qui partono i gommoni per andarle a vedere, e per i suoi vitigni che crescono riparati dal vento dalla roccia basaltica.

Faial, con la sua Caldeira (vulcano) circondato da bellissime ortensie blu; a Horta bisogna andare per un drink al Peter Cafè Sport, un’istituzione nel porto dove si incontrano sub, e velisti reduci della lunga traversata dell’Atlantico.

Terceira, con le strade acciottolate nel centro di Angra do Heroismo e le  piccole cappelle dedicate allo Spirito Santo, è patrimonio dell’Umanità Unesco ma anche l’isola delle feste. Famosa la Festa Brava dove si organizzano le toreade, con i tori spinti nei vicoli del paese in mezzo alla gente. 


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