LA SCALINATA DI PIAZZA DI SPAGNA

di Flaminia Casardi


La Scalinata di Trinità dei Monti fu inaugurata per il Giubileo del 1725 da Papa Benedetto XIII. In questi giorni, alla Keats-Shelley House di piazza di Spagna è stata inaugurata una mostra in occasione dei 300 anni di vita del monumento. Nella mostra, artisti e architetti contemporanei sono stati invitati a interpretare i 136 scalini che la compongono; una parte è dedicata all’antichità, opere grafiche originali e riproduzioni, una parte invece invita gli artisti a reinventarla o interpretarla. Per la visita, rimando a “The Spanish Steps” piazza di Spagna 26.

Noi ci occupiamo della sua storia.

La Scalinata fu realizzata in soli tre anni, su progetto dell’architetto romano Francesco De Sanctis, precisamente dal 1723 al ’26, e raccorda in modo scenografico la parte del Pincio che dalla Chiesa della SS. Trinità scendeva fino alla piazza sottostante. L’idea era venuta al Cardinale Mazzarino, successore di Richelieu, che servì come Primo Ministro sotto Luigi XIII e aiutò Anna d’Austria durante la reggenza, fino al compimento dei diciotto anni del figlio, Luigi XIV poi chiamato il Re Sole.

Il Cardinale venne notato dopo aver messo fine a un conflitto tra la Francia e la Spagna usando solo la sua diplomazia e per questo invitato stabilmente alla corte francese. Purtroppo, malato di nefrite, non sopravvisse alla realizzazione dell’opera e l’incarico passò quindi a un membro dell’Ambasciata francese, Stephane Gueffier.

Bisognò comunque attendere altri sessanta anni prima che francesi e italiani trovassero un accordo. Numerosi progetti erano stati presentati dal 1660 in poi. Tra i numerosi architetti in gara ci fu anche il Bernini, del cui progetto venne adottato l’andamento concavo e convesso delle pareti e le rampe a tenaglia, oltre alla lunga scalinata che sembra adagiarsi sul colle, articolandosi in un continuo alternarsi di sporgenze e rientranze, espressione di una monumentalità tipica del Settecento romano.

Un accorgimento che l’accomuna ad altre importanti realizzazioni urbane del secolo, costituite dal Porto di Ripetta, poi demolito, e dalla Fontana di Trevi.

La Scalinata dunque viene finalmente realizzata, priva di copertura perché dal basso sia facilmente visibile la sommità. È interessante notare che la ripartizione segue una simbologia numerica sacra. tre scale, ciascuna delle quali a sua volta si dirama in tre rampe. La genialità dell’opera di De Sanctis sta nell’aver realizzato un luogo sia di passaggio, che di circolazione e di sosta. Ulteriore segno di maestria, la gestione dell’asse che collega la facciata della Chiesa a via Dei Condotti: pur nell’andamento asimmetrico, l’architetto è riuscito a rendere tutto il percorso armonioso ed equilibrato.

Una curiosità: nell’Esposizione in corso è inclusa la matrice della stampa raffigurante l’apparato effimero di Gian Lorenzo Bernini per festeggiare la nascita del Delfino di Francia, e un celebre disegno di Luigi XIV a cavallo. La statua avrebbe dovuto troneggiare al centro della rampa, ma venne ritenuta eccessiva e provocatoria dal papa Alessandro Chigi, il quale riteneva di essere lui l’unico Re di Roma, forse non a torto.

Inoltre, il pontefice doveva mantenere un diplomatico equilibrio tra la Francia e la Spagna, quest’ultima una super potenza che aveva la sua Ambasciata nella piazza sottostante, e che le dava già il suo nome, un nome che sarebbe stato conservato per sempre.

In questi giorni, intorno alla Scalinata, il regista Paolo Sorrentino sta facendo sopralluoghi con la sua troupe, alla ricerca delle inquadrature migliori per il suo nuovo progetto, che pare si chiamerà “La Grazia” e parlerà di amore.

Se sarà amore spirituale o carnale, ancora non si sa.


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