“LA MIA PREDILETTA” DI ROMY HAUSMANN

di Anna Maria Pierdomenico


“La mia prediletta” di Romy Hausmann è un thriller psicologico complesso e disturbante, che riesce a coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine grazie a una narrazione densa di mistero e a un intreccio abilmente costruito. La storia si sviluppa attraverso più punti di vista, una scelta narrativa che ho molto apprezzato: ogni voce aggiunge nuovi tasselli al puzzle, mantenendo alta la tensione e spingendo il lettore a rimettere continuamente in discussione le proprie certezze.

Il romanzo è scritto in tempo presente, una scelta stilistica che personalmente non prediligo. Se da un lato contribuisce a creare un senso di immediatezza e immersione, dall’altro a tratti ho trovato che questo registro tolga un po’ di profondità emotiva, soprattutto in passaggi dove sarebbe stato utile un maggiore distacco narrativo. Tuttavia, la struttura ben orchestrata e la tensione costante riescono a compensare questa scelta stilistica.

Uno dei punti di forza del romanzo è senza dubbio la costruzione dei personaggi. Le tre voci principali sono credibili, coerenti nel loro sviluppo e capaci di trasmettere un senso crescente di claustrofobia e angoscia. La giovane protagonista femminile, in particolare, riesce a emozionare e inquietare allo stesso tempo, mentre la narrazione frammentata contribuisce a rendere la lettura più intensa e spiazzante.

L’inquietudine è costante, mai gratuita. L’autrice gioca con abilità sul confine tra vittima e carnefice, tra ricordo e trauma, inserendo il lettore in un incubo dal quale è difficile distaccarsi. Ogni dettaglio, ogni scelta linguistica, contribuisce a costruire un’atmosfera che resta addosso anche dopo aver chiuso il libro.

Se c’è un elemento che mi ha convinta meno è legato ad alcune considerazioni conclusive. Senza svelare nulla della trama, ho trovato discutibile l’idea che le azioni del colpevole possano essere, in qualche modo, ricondotte a una forma distorta di amore. Personalmente non apprezzo quando la violenza viene romanticizzata o resa più “accettabile” attraverso simili motivazioni: una scelta che rischia di confondere i piani etici in una narrazione che fino a quel momento si era mantenuta lucida e incisiva.

In definitiva, La mia prediletta è un thriller psicologico potente, ben scritto e ricco di colpi di scena. L’intreccio è solido, la tensione ben calibrata, e la costruzione dei personaggi è uno dei suoi punti di forza. È un romanzo che cattura e inquieta, capace di toccare corde profonde. Tuttavia, alcune scelte finali lasciano l’amaro in bocca e aprono interrogativi etici che avrebbero potuto essere gestiti con maggiore attenzione. Consigliato a chi cerca un thriller dal forte impatto emotivo e narrativo, purché con la consapevolezza di trovarsi davanti a una storia che non fa sconti, né al lettore né ai suoi protagonisti.


mail: annamariapierdomenico@womenlife.it