LA CAPPADOCIA

di Maria Luisa Migliardi


La Cappadocia è una delle destinazioni più affascinanti della Turchia, vacanza ideale per un long week-end autunnale; per visitarla basta la carta di identità valida per l’espatrio.

Il volo Turkish da Roma con scalo a Istanbul dura ca. 5.30/6.00h fino a uno dei due aeroporti: Nevsehir o Kayseri-Erkilet. Quattro giorni di viaggio sono sufficienti per cogliere lo spirito di questo luogo ricco di storia e di bellezze naturali uniche al mondo: dagli stupefacenti “camini delle fate” ai misteri delle antiche “città sotterranee” alle “chiese rupestri scavate nella roccia”. In autunno il clima è mite con cieli limpidi e temperature da 10 a 20°C. Il mio consiglio è vestirsi a strati e usare scarpe comode e resistenti per i trekking.

Al nostro arrivo a Urgup ci attende una serata top con la tradizionale cerimonia Sema, che rappresenta il mistico viaggio dell’ascesa spirituale dell’uomo attraverso l’amore, e la danza dei Dervisci, 

ballerini che vorticosamente girano su se stessi, che è una forma di meditazione. E poi al tavolino un assaggio del dolce Serbet e del Salgam una bevanda tradizionale dal sapore piccante.

Il 2° giorno ci si sveglia prestissimo perchè non può assolutamente mancare il volo in mongolfiera: una esperienza unica che toglie il fiato, perfetta per chi cerca un’emozione profonda. All’alba, quando il sole inizia a sorgere, centinaia di mongolfiere si alzano lentamente sopra il paesaggio lunare del Parco Nazionale del Göreme,

patrimonio mondiale Unesco, sorvolando le formazioni rocciose per circa un’ora. In volo si sente sia il suono del bruciatore che soffia, quasi ruggendo come un leone, aria calda per gonfiare e mantenere il pallone in aria, sia il dolce suono del vento fresco. Quando atterriamo, per celebrare l’occasione, ci aspetta un brindisi con champagne, accompagnato dal simit ciambella al sesamo, formaggi locali e olive con origano. Il costo del volo in mongolfiera varia e parte da circa 140€ a persona, ma li vale tutti.

Poi il nostro tour prosegue nella Valle Devrent e nella Valle dei Monaci (Pasabag),  

anch’esse celebri per i camini delle fate a forma di fungo, risultato di eruzioni vulcaniche ed erosioni avvenute nel corso del tempo. Ma per noi la magia non finisce qui: alcune di questi pinnacoli sono state scavati all’interno da eremiti e monaci che vivevano in isolamento per creare stanze e cappelle tra cui una dedicata a San Simeone. Queste antiche chiese rupestri sono affrescate con dipinti bizantini perfettamente conservati. Durante il tour ci fermiamo per una foto al Castello di Uchisar,

cittadella arroccata su uno sperone roccioso, una fortezza naturale che è il punto più alto della Cappadocia; esploriamo le pareti erose dall’acqua dalla struttura a nido d’ape con tanti tunnel e cavità nascoste.

Nel pomeriggio visitiamo Avanos, sulle rive del fiume “rosso”, così chiamato per l’argilla che trasporta e deposita sulle rive. La cittadina è famosa per la lavorazione della terracotta e qui accanto a un artigiano possiamo cimentarci nell’arte antica del tornio per creare con le nostre mani un oggetto in argilla da portare con noi come souvenir del viaggio.

Ritornati al nostro Gamirasu Cave Hotel (Ayvali Village City, 50400 Ürgüp) con stanze scavate nella roccia, decidiamo di andare in un tradizionale hammam dove una donna nerboruta ci lustra a lucido con vigore la schiena e il corpo, completando l’intervento con uno scrab a base di un sapone nero e guanto Kessa e applicando poi olii idratanti.  Il tutto avviene circondati da marmi e soffitti a volta: ne usciamo rilassati e purificati, pronti per una cena turca!

Il 3° giorno visitiamo la città sotterranea di Derinkuyu,

uno dei luoghi dove si nascosero i primi cristiani che fuggivano dalle persecuzioni religiose e dalle incursioni degli Arabi. Questi labirinti erano rifugi sicuri, completi di stalle, cucine, cappelle e persino di ingegnosi sistemi di ventilazione. Addentrarsi nelle profondità delle città sotterranee della Cappadocia è come entrare in un altro mondo. Derinkuyu, che è la più grande,scende per otto livelli fino a 85 m. nel sottosuolo; un tempo poteva ospitare fino a 20.000 persone! Che dire, un capolavoro sbalorditivo frutto della fatica e dell’ingegno umano.

Proseguiamo poi verso la bellissima valle di Ilhara, circondata da un profondo canyon di origine vulcanica lungo 14 km; una protezione naturale che permise ai primi cristiani di stabilirsi nella valle e trasformarla in un insediamento monastico. Le chiese rupestri,

con la pianta a croce greca e due navate scavate nella roccia, furono costruite sulle pendici del torrente e ognuna presenta scene diverse della vita di Gesù: dalla nascita all’Annunciazione alla Fuga in Egitto.

Facciamo una sosta al Belisirma Restaurante mangiamo seduti su dei cuscini a terra sotto delle capanne su palafitte: scegliamo il Lahmacun, pizza turca ad impasto sottile condito con carne macinata, pomodoro, cipolla e spezie; alcuni assaggiano l’Adana Kebab, carne di agnello macinata con peperoncino rosso, e per finire i due tipici dolci: il Baklava, composto da strati di pasta fillo farciti con frutta secca tritata e bagnati in sciroppo, e il Lokum, una gelatina a base di amido e zucchero, anch’essa arricchita con frutta secca.

L’ultima visita della giornata è per il Monastero di Selime,

un sito impressionante per le sue dimensioni e la storia affascinante. Si ritiene che la sua costruzione tra l’VIII e il IX secolo abbia richiesto oltre 200 anni e che potesse ospitare fino a 5000 persone contemporaneamente; è il monastero più grande della zona. L’edificio più significativo è la cattedrale: due file di colonne la dividono in tre sezioni, dove ci sono ancora alcuni resti di straordinari affreschi.

Il 4° e ultimo giorno la mattina facciamo una lunga passeggiata nella Valle dei Piccioni,

cosi chiamata per le case dei piccioni scavate nel morbido tufo fin dai tempi antichi. E’ la più conosciuta e spettacolare delle Valli della Cappadocia. Molte piccionaie sono dipinte di bianco per attirare gli uccelli e i loro redditizi escrementi che i contadini usavano come concime naturale. Non per niente i frutti coltivati in questa Valle sono i più gustosi e succulenti di tutta la Turchia. Una curiosità: si può vedere la valle anche dal bordo del leggendario albero con perline scaccia malocchio

Il nostro tour finisce con una degustazione di vini locali in una cantina di Ürgüp, dove proviamo 10 shot diversi: rosso, bianco, rosa, blush e alcuni vini biologici, accompagnati da noci tostate e un piatto di formaggi e di frutta (circa 30€).

Nel pomeriggio partiamo per l’Italia via Istanbul, felici e un po’ ebbri di tante emozioni,


mail: marialuisamigliardi@womenlife.it