INTERVISTA A NICOLETTA LANATI. QUANDO L’ARTE SPOSA L’IMPEGNO

di Madia Mauro


Nicoletta Lanati è una artista specializzata in applicazione di arti figurative nei settori Moda e Tessile, con specifiche competenze didattiche sul tema Sostenibilità, Economia circolare e Upcycling. Fondatrice di NICKY LAB, crea collezioni capsule di abbigliamento e accessori upcycled, con recupero di capi usati. Vanta una lunga esperienza nel dipinto a mano in capo, ricamo, tinture e applicazioni per i grandi brand, tra cui Dolce & Gabbana, Armani, Gucci, Brunello Cucinelli, Valentino, Moschino, Genny, Polo Ralph Lauren, Emporio Armani, John Richmond. Il suo impegno dimostra come la creatività non sia solo un atto estetico ma una forza motrice per un mondo più giusto e consapevole.

Dove nasce la tua passione per l’ambiente, che si è tramutata in impegno etico, oltre che professionale?

L’Italia è il Paese in Europa con il più alto livello di biodiversità, soprattutto per quanto riguarda la varietà di specie vegetali e animali. Il mare fa parte del mio DNA. Sono di origini marchigiane e ho trascorso i momenti più belli della mia infanzia in acqua. Porto con me ricordi unici legati al mare di sassi e di scogli di Sirolo, Numana e del Monte Conero. L’affascinante, rumoroso e allo stesso tempo ovattato silenzio delle esplorazioni sott’acqua a occhi aperti, la profonda e magica sensazione di essere abbracciati dall’acqua, protetti in un altro mondo di cui si percepisce l’intensità vitale, il mistero che incuriosisce, cattura l’attenzione, qualcosa di impercettibile ma esistente, che spinge in profondità per vedere cosa c’è. Tutto questo ispira non solo le mie espressioni artistiche, attraverso il colore, ma soprattutto la ricerca di un’armonia che aiuti a creare una connessione pura e immediata tra colore, suoni, movimento, vita. Inclusione. 

Il fast fashion, fenomeno della moda ultraveloce che negli ultimi decenni ha rivoluzionato il modo in cui ci vestiamo, rappresenta una delle principali cause di inquinamento al mondo. Come ti poni di fronte a questo enorme problema?

I numerosi anni di lavoro nel settore tessile e della moda mi hanno fatto capire che, nonostante la scelta coraggiosa di alcuni stilisti di passare all’utilizzo di tessuti prodotti nel rispetto della sostenibilità sia ambientale che sociale, nonostante la pubblicazione di paesaggi spaventosi, veri e propri depositi a cielo aperto di capi non venduti, che tolgono spazio di gioco ai bambini, costringendoli a vite di degrado totale, nonostante le denunce mediatiche sull’immorale sfruttamento della forza lavoro, il ‘Sistema Moda’ non sembra scalfito. Dove e come sia lavorato il prodotto richiesto non ha troppa importanza, oggi vince ‘quanto costa’. Ho visto crescere iniziative internazionali contro il greenwashing, ho letto articoli di sensibilizzazione e divulgazione, sono nate associazioni dedicate alla salvaguardia della natura e contro lo spreco, ma appare chiaro che la lotta contro l’impatto ambientale sta crescendo proporzionalmente all’offerta proposta dal fast fashion, processo ‘tossico’ dal quale è difficile uscire.

Quale il tuo impegno per favorire un cambio di rotta? In cosa consiste il tuo laboratorio di Upcycling rivolto principalmente alle scuole?

Oggi non esiste ancora un’alternativa valida che consenta l’acquisto di prodotti di qualità a basso prezzo, come non esiste un programma valido per riorganizzare il ‘sistema moda’. Perché manca la consapevolezza. Mi sono chiesta più volte: cosa posso fare? La mia risposta è: iniziare la formazione dai più piccoli.

Il mio impegno, da tre anni a questa parte, anche a seguito della potenza distruttiva della pandemia, è lavorare su progetti rivolti a bambine, bambini e adolescenti.

Il mio corso pilota per scuole primarie e secondarie di primo grado si intitola: “Economia circolare e Sostenibilità – Upcycling”. Attraverso la parola “sostenibilità” parliamo di: rispetto verso sé stessi, gli altri e l’ambiente circostante, riconoscimento e gestione delle emozioni, conoscenza della biodiversità, presa di coscienza delle conseguenze dell’impatto ambientale causato dall’uomo, necessità di praticare l’economia circolare.

Il fast fashion si combatte avendo ben chiaro il disastro provocato dall’utilizzo di fibre realizzate con lavorazioni inquinanti e dal trattamento offerto a chi lavora.

Aziende virtuose, vere e proprie eccellenze nel panorama tessile nazionale e internazionale, hanno creduto in questo progetto.

Il Linificio e Canapificio Nazionale ci ha donato i preziosi semi di lino. Li abbiamo seminati insieme a quelli del cotone, seguendo le indicazioni ricevute e studiando la coltivazione dei loro campi. Ci siamo presi cura delle nostre piantine che crescevano: era nuova vita da proteggere e rispettare. Inoltre, abbiamo ricevuto da Radaelli Tessuti materiali pregiati che abbiamo usato per completare gli outfit realizzati partendo da abiti usati su cui abbiamo fatto upcycling, dipingendoli. Infine, abbiamo organizzato una sfilata per portare un messaggio chiaro: dire no all’inquinamento proponendo una alternativa vincente e creativa, che può portarci lontano.

Fai base a Como ma porti la tua arte in tutto il mondo. Recentemente sei stata a Sacrofano, in provincia di Roma, dove hai dipinto sugli abiti delle musiciste mentre si esibivano in un concerto di musica classica, realizzando uno spettacolo immersivo che ha coinvolto il pubblico di adulti e bambini. Quale il potere della condivisione?

Condividere una visione è importante e gratificante. Nel rapporto con il pubblico l’esperienza si fa ricca e dimostra la veridicità della mia ricerca. Queste performance condivise hanno avuto molto successo, più di quanto potessi prevedere. Il rapporto con le musiciste una bellissima sorpresa: devo ringraziare la loro generosità nell’avermi consentito di mostrare cosa sia la sinestesia e nell’aver accolto un’altra forma d’arte, quella della pittura in movimento, mentre suonavano. La reazione del pubblico è andata oltre le mie aspettative. Riporto qualche commento: “Avete acceso una scintilla per un nuovo modo di vivere la cultura”, “Sembrava che il colore si muovesse con il suono”, “Avete catturato l’attenzione con la forza della passione per l’arte”.

Cosa significa dialogare con i più piccoli? E con gli adolescenti?

Con i piccoli l’adesione è totale e, a parte i commenti spontanei e le reazioni gioiose, la gratificazione più grande è la luce presente nei loro occhi, pieni di curiosità, coraggio e voglia di capire, conoscere, cambiare. Sono gli abbracci che cercano conferma affettuosa e che confermano, nella loro tensione, di aver non solo compreso gli insegnamenti dati durante i corsi, ma di aver intuito che sono quelli giusti da seguire e fare propri. Con gli adolescenti il discorso è diverso. Ogni anno avverto un peggioramento che sta nella mancata comunicazione con i grandi. Non è facile entrare nel loro mondo perché noi adulti non siamo credibili ai loro occhi, avendo offerto un mondo i cui mancano rispetto, giustizia, equilibrio, lungimiranza. Non ci sono piattaforme d’appoggio. La loro generazione è sensibile ai temi di salvaguardia ambientale ma è ferma in una posizione di difesa. Nel mio piccolo ho provato a mostrarmi aperta e pronta al dialogo e a essere d’aiuto per comunicare con gli altri adulti. Dopo tre mesi di laboratorio, frustrata per non essere riuscita nel mio intento, piano piano alcuni di loro sono tornati, chiedendomi di restare in contatto anche dopo la scuola.

Vanti preziose collaborazioni con realtà, artisti e professionisti che sposano la tua visione. Cosa sarà Nicky Lab?

Nicky Lab è un format che presto diventerà un’impresa, con il supporto di professionisti specializzati in diverse forme d’arte. La squadra oggi è già importante e molto coesa, il denominatore comune sono la passione e la qualità del servizio offerto.

Nel 2023 il brand Stella McCartney ha sposato il nostro progetto, donandoci dei capi d’archivio da usare per la sfilata di upcycling. Il Gruppo Marzotto ci supporta nella realizzazione del materiale didattico. L’Unione Industriali di Como si è dimostrata sensibile ai nostri lavori. Abbiamo bisogno di avere al nostro fianco brand importanti e virtuosi, di visibilità e coesione. Spero di poter annunciare presto la sinergia con una importante associazione ambientalista che avrà un ruolo fondamentale nell’ambito della divulgazione.

Credo sia necessario proporre a un pubblico sempre più variegato nuove forme artistico-didattiche e esperienze multisensoriali per sensibilizzare su tematiche quantomai attuali. Abbiamo tutti bisogno di uscire da questo tunnel di volgarità emotiva e di disprezzo verso la vita e di aprirci al futuro con speranza, con consapevolezza e con una più autentica capacità di integrarci armoniosamente con l’ambiente che ci ospita.


mail: madiamauro@womenlife.it