IN SCENA MA FUORI SCENA… VALTER D’ERRICO

di Chiara Montenero


Intervista a Valter D’Errico, regista e sceneggiatore del cortometraggio E poi… tutti giù per terra

Conosco Valter dagli inizi della sua carriera e da allora ne ha fatta di strada! In questa intervista ci racconterà le motivazioni che lo hanno spinto e guidato a scrivere e dirigere il corto “E poi… tutti giù per terra”, selezionato per partecipare al Festival Internazionale Tulipani di Seta Nera.

Puoi raccontarci come hai cominciato la tua carriera nel cinema? 

Ho iniziato fin da piccolo, avevo tredici anni e già facevo Teatro a Torino, poi crescendo mi sono trasferito a Roma e ho continuato a studiare. La mia carriera cinematografica è iniziata con i fratelli Avati e il film “Ti Amo Maria” con Carlo delle Piane (mio mentore) e Laura Lattuada.

Parlaci del tuo cortometraggio “E poi tutti giù per terra”. Qual è la storia che volevi raccontare e perché?

Solitamente tendo con i miei lavori a trattare temi sociali, ed ho cercato di raccontare in parallelo la storia di Carlo, un Bambino che scappa da un padre Violento, e la storia dei bambini di Villa Azzurra. Volevo denunciare che la violenza verso i Bambini dal 1964 ad oggi ha solo cambiato le modalità, ma non é mai finita. Anzi esistono violenze che sono ancora molto presenti oggigiorno. Vorrei che lo spettatore affrontasse il problema e invito i ragazzi a denunciare ogni tipo di abuso e di molestia.


Cosa ti ha spinto a esplorare la tematica del manicomio per bambini e la storia di Villa Azzurra?

E’ una storia realmente accaduta nella cittadina dove sono nato, Grugliasco in provincia di Torino. Sono rimasto sconcertato nel sapere da adulto che il muro dove io giocavo a pallone confinava con quel terribile manicomio, Villa Azzurra. Il solo pensare che quando io ero un bambino felice loro venivano torturati, mi ha fatto venire tanta rabbia tanto da voler raccontare questa storia che non va  dimenticata.


Quali temi principali volevi esplorare con questo cortometraggio?

Raccontare un fatto realmente accaduto anni fa non è stato semplice, ma ho cercato di dar voce a questi bambini facendo vedere gli atroci abusi e violenze che hanno dovuto subire, sicuramente sono andato ad esplorare vari temi, ma la violenza ai bambini è quella principale.

Che tipo di ricerca hai effettuato per rappresentare in modo accurato la storia e l’ambiente del manicomio?

Insieme alla mia sceneggiatrice, Eleonora, siamo andati a fare una ricerca storica su ciò che è accaduto realmente leggendo libri e documentandoci con degli scritti che il Comune di Grugliasco ci ha messo a disposizione. La storia di Carlo è stata inventata come escamotage per raccontare di Villa Azzurra.

Volevo ringraziare il comune di Visciano in provincia di Napoli che ci ha ospitato nella sua magnifica cittadina… è stato bello essere in un paese a misura d’uomo dove tutti si sono messi a disposizione.

Cosa speri che il pubblico tragga dal cortometraggio? Ci sono messaggi o emozioni specifiche che desideri trasmettere?

Vorrei far in modo che al pubblico arrivi il messaggio che la violenza ai bambini è un crimine orrendo e che i genitori incoraggino i loro figli a denunciare qualsiasi  tipo di abuso.

In che modo la selezione per il concorso Tulipani di seta nera ha influito sulla visibilità del tuo lavoro e sulla tua carriera?

Devo ammettere che il concorso é stata una grande delusione. Hanno messo online le selezioni dei lavori con le visualizzazioni e purtroppo ci sono stati i soliti furbetti che hanno trovato escamotage per aggiudicarsi la vittoria. Devo, invece, ringraziare il Los Angeles Italian Film Festival di Pascal Vicedomini che mi ha dato spazio con una proiezione del mio corto al Chinese Theatre la sera prima degli Oscar, per me é stata un emozione grandissima.

Hai già in mente altri progetti o cortometraggi futuri? 

Si, ho uno spettacolo teatrale contro la violenza sulle donne, che si terrà il 27 Maggio a Roma nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo, spettacolo prodotto dall’associazione culturale “Alleati con te”. In programma anche un cortometraggio dal titolo “Sirens” che tratterà il grave problema degli sbarchi clandestini. Un lavoro su una storia vera di un poliziotto che salvò un extracomunitario. Infine, un film su Marylin Monroe, ma una Marylin molto diversa da quella raccontata fino ad ora.


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