IL POTERE DURO (HARD POWER)

di Alessandro Servoli
La situazione mondiale è tanto ingarbugliata che, anche il comune cittadino
del mondo, stante i livelli di comunicazione in atto, non può sottrarsi al bisogno di approfondire la conoscenza di certi eventi quotidiani che hanno una precisa matrice.
L’ Hard Power è la capacità di una potenza mondiale di influenzare la quotidianità attraverso diverse azioni: militari, economiche, tecnologiche.
MILITARE
Assistiamo, ogni giorno, a nuovi sviluppi, sempre più tragici, delle guerre in atto tra Russia e Ucraina, tra Israele e Palestina e altri più o meno piccoli focolai nel mondo.
Non entro nella valutazione personale di questi eventi, nel rispetto dei singoli giudizi del lettore.
Resta comunque un fatto inconfutabile di quanto hard power di oggi abbia cambiato l’approccio e quindi la tipologia di azione, senza cambiare il risultato finale che la storia del 900 ci ha lasciato.
ECONOMIA
In un mondo globalizzato come questo che stiamo vivendo, l’economia è un ‘altra chiave del potere, tanto da determinare criticità tanto rischiose per la libertà dell’individuo, la sua gestione democratica, la sua libertà economica, in poche parole, le sue scelte di vita.
E’ di questi mesi la diabolica scelta politica americana con l’introduzione fasulla dei dazi ballerini con la precisa intenzione di mandare all’aria l’economia europea e mondiale per potenziare le proprie aspettative economiche.
TECNOLOGIA
E’ di questi anni la battaglia tra potenze come America, Cina, Russia per la superiorità nucleare, cibernetica, delle terre rare che sono ormai diventate elementi indispensabili della tecnologia moderna e, come tale, di un potere economico senza limiti; non solo c’è il rischio che pochi attori abbiano in mano non solo il mercato ma anche il nostro modo di vivere, di comunicare, di lavorare.
Viene spontaneo, a questo punto, porsi la seguente domanda:
IL RUOLO dell’EUROPA
Gli ultimi decenni, dopo la caduta del muro di Berlino e con esso del fronte sovietico, l’Europa ha tralasciato certe funzioni, a mio avviso, fondamentali come la difesa affidandosi alla vecchia concezione della Nato che tutto avrebbe risolto con il lauto contributo americano che ne aveva anche la piena gestione.
Oggi, anche prima dell’arrivo di Trump, l’America ha iniziato, anche per ragioni economiche, a tagliare i fondi per l’aggiornamento militare Nato e con Trump a costringere le Nazioni europee ad una presa d’atto che la guerra Russia-Ucraina ha trasformato in un pesante fardello economico da aggiungere ai dazi e alla delegittimizzazione politica sul piano mondiale.
E’ necessario, oggi, riprendere coscienza, consapevolezza, fermezza, sul piano militare, economico, politico, perché, se così non sarà, andremo incontro a gravi ripercussioni che potrebbero veder cancellare secoli di storia, di cultura, di tradizioni a vantaggio di realtà tanto lontane e antitetiche da decretare storicamente la fine.
Chiudo questa mia con profonda preoccupazione per l’immediato futuro ma anche con una speranza che tutto, possa, quanto prima, tornare sui binari del vivere in pace.
Voglio aggiungere, come possibile alternativa, alcuni capoversi dell’articolo di Massimo Gramellini sul Corriere 11settembre 2026, dove si interpreta il processo di crescita e, al tempo stesso di sacrifici, lontani da manifestazioni violente e da barricate psico guidate ma propositive verso i governi, perché siano più attenti ai nuovi fenomeni dominandoli e gestendoli in maniera appropriata e non demagogica.
“Le novità sono digeribili solo quando sono graduali, altrimenti vengono vissute come un incubo e rigettate in blocco”
“E a beneficiare di questo clima non sono mai i veri Riformisti. Sono i tribuni spregiudicati alla Mélenchon ( o alla Le Pen, aggiungo io) che non vogliono aiutare il popolo, ma soltanto usarlo per abbattere le élite e prenderne il posto.