YOGA È LA DANZA DELLA VITA

di Anna Michela Borracci
Mi piace immaginare il nostro corpo come una bella casa, piena di porte e grandi finestre in mezzo alla natura. Attraverso i nostri sensi entrano le impressioni, come correnti che ci attraversano e mettono in collegamento le diverse stanze. A volte l’aria è troppo calda, altre troppo fredda, allora ci chiudiamo; se quest’azione diventa cronica, l’aria sarà viziata. Smettiamo di sentirci, iniziamo ad abitare un sogno e cerchiamo nello yoga un modo per allontanarci dalla realtà, per rilassarci. Ma non pensare, fare il vuoto, è abbandonare la casa, escludersi. Yoga, al contrario, è risveglio, integrazione, imparare a gestire il traffico dei pensieri e trasformare le impressioni in un’opportunità di cambiamento. Attraverso il movimento consapevole della mente, del respiro e del corpo, Meditazione+Pranayama+Asana, impariamo a ristabilire un ordine naturale e armonico.
La pratica di Hatha Yoga inizia, per prima cosa, andando a ricontattare la respirazione spontanea, involontaria. Il respiro è la chiave che apre ogni porta. Si adatta continuamente ai nostri pensieri e alle nostre azioni e, se lo osserviamo, modifica la condizione della mente, che diventa più calma, ordinata e ritrova le sue principali facoltà, prima tra le quali l’attenzione. Mentre ascoltiamo l’aria che entra ed esce, piano piano scivoliamo in un mondo profondo e sottile, che perde i connotati grossolani della realtà superficiale e ci mette in contatto diretto con la potenza dell’intero universo. Entrare in questa dimensione è essere in Hatha. Questa parolina magica vuol dire unire, mantenere in equilibrio, Luna, la mente razionale, e Sole, l’intelligenza emotiva, il prana. In poche parole far sì che la corrente che attraversa la nostra casa abbia sempre la giusta temperatura, secondo i momenti e le situazioni da affrontare, per mantenerla viva. Durante la pratica, come un contadino, la mente guida il fiume di prana e i suoi affluenti nel corpo che si atteggia in diverse posizioni; usa le sue facoltà per rimuovere ostacoli, creare canali, regolare i flussi; e osserva il piccolo seme che dal terreno germoglia, cresce, fiorisce, muore e rinasce ad ogni respiro.
Senza la presenza della mente e di prana, Yoga diventa un esercizio di abilità ginnica. Non basta dunque portare il corpo in una posizione fuori dall’ordinario. Per andare oltre, per ridare corpo, sostanza, a tutta la nostra gestualità, per realizzare la danza della vita, le varie posizioni devono incarnare significati profondi, magici.
Atteggiando il corpo in flessione in avanti, la mente potrà attivare un prana di ritorno alle qualità della Terra per nutrirsi e sentirsi al sicuro e in appoggio nel centro dell’addome, dove ci addenseremo in espiro, intorno al nostro piccolo ombelico, ritrovando il seme della separazione e dell’unione al tutto. Allo stesso tempo, la nostra mente potrà portare l’attenzione sul rilasciamento posteriore, la nostra corazza, e la sua profonda rigenerazione. Nel rialzarci e nell’estenderci verso l’alto, la mente attiverà il prana dell’azione. L’inspiro potrà aiutarci a portare il nostro sguardo e i nostri obiettivi innanzi a noi, all’infinito, con duttilità e nel piacere. La posteriorità dovrà rimanere per questo umile, ben radicata sui piedi. È la qualità dell’Acqua di adattarsi al terreno, nello scavare il suo letto, senza perdere tenacia. Se è eccessiva, sarà distruttiva, così come la Terra senza di essa si trasformerà in un deserto. Attraverso le pratiche di purificazione accenderemo il nostro Fuoco stimolando il muscolo del diaframma, attore principale del respiro e cappello di tutti i nostri organi interni. Bruciando le scorie della passività, la mente svilupperà nel corpo determinazione, volontà, forza interiore. La fiamma che sale verso l’alto dovrà a sua volta trasformarsi, altrimenti rimarremo nell’egocentrismo e nell’egoismo. Attraverso le flessioni indietro porteremo in apertura il torace lasciando espandere il calore come Aria che scalda il cuore e lo spazio tra le scapole, per ricevere e donare in un continuo processo di interscambio tra il dentro e il fuori. Come è ben spiegato nell’antica medicina cinese, lo spazio Cuore e Polmone è “altare della mente”, è qui che risiede il nostro Io, è qui che maturano i comportamenti e le decisioni. Arriviamo infine alle torsioni, molto presenti nello Yoga, perché riassumono e potenziano tutte le altre qualità nella loro infinita possibilità di combinazioni. Qui la mente scoprirà la lateralità, diventando abile ad ampliare il suo orizzonte, ad osservare la vita da diverse angolazioni, ad aprirsi a nuove prospettive e a nuove soluzioni.
Quando a fine pratica, ritorneremo ad osservaci, seduti in un’apparente immobilità, tutto ci sembrerà più omogeneo e ci scopriremo più vivi che mai, a danzare nell’intimità della nostra casa. Non è straordinario? Clicca sul video e prova anche tu con Makrasana.
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