UNA STORIA TUTTA ITALIANA…

di Alessandro Servoli


Una storia tutta italiana, una anomalia divenuta tradizione che ci accompagnerà anche nel nuovo anno appena iniziato.

Buon anno a tutti e, in particolare a coloro che, leggendo queste righe, condivideranno o contesteranno il loro contenuto.

Da incallito e divanato pensionato, brucio, quotidianamente, finte calorie, leggendo vari giornali dai quali traggo articoli, notizie, verità nella sua diversa e multiforme accezione.

Ogni singola notizia, ritenuta interessante, mi carica di una energia, spesso negativa, che mi spinge a trasferirla, preceduta da un commento personale, sul mio portale FB.

Con il trascorrere degli anni mi sono reso conto, con profonda amarezza, di ripercorrere gli stessi argomenti e le conseguenti personali invettive, tanto da poter usare il “copia-incolla”.

Tutto ciò è un mio punto di caduta o una constatazione di immobilismo sociale, culturale, politico il vero morbo che affligge, da decenni, il nostro Paese?

In tutta onestà propendo per la seconda ipotesi e proverò a darne una, personale, interpretazione, supportata da realtà vissute nel quotidiano italiano.

I temi ricorrenti sono anche globali come energia, ambiente, innovazione tecnologica, guerre; altri, strettamente italiani, giustizia, sanità, comunicazione, influencer, politica.

GIUSTIZIA (ovvero certa magistratura)

Primo argomento tutto italiano che mantiene, da decenni, la “tradizione” di perseverare nella gestione, troppo spesso personale o di gruppo di appartenenza, di un ruolo che, invece, dovrebbe essere terzo e imparziale.

La storia recente e passata ha scritto e continua a scrivere pagine deludenti e, in alcuni casi, lesive della libertà dell’individuo fino ad una accertata colpevolezza.

A questa “gestione” va, di contro, la impunibilità del magistrato anche in presenza di marcate invadenze e contaminazioni dei provvedimenti molto spesso legati a finalità politiche.

A conclusione di questo capitolo, consiglio la lettura di “LA GOGNA“ di Alessandro Barbano incentrato sul più grosso scandalo della Magistratura nella storia repubblicana.

“È una vicenda il cui racconto ufficiale è forse l’esatto opposto di ciò che è accaduto .”

SANITA’

Altro tema penoso e tutto italiano che ormai da un decennio si sta trasformando in un dramma per tutti coloro che, non avendo risorse per garantirsi protezione assicurativa privata, sono e saranno costretti a tornare indietro di cento anni nel controllo e nella cura della propria salute malgrado i progressi faraonici della ricerca scientifica e tecnologica.

Avevamo il miglior sistema sanitario d’Europa, la politica, la cattiva gestione, la penetrazione silenziosa e capillare delle lobby private, hanno smantellato il “palazzo” privandolo, gradualmente, di tutte le sue componenti, lasciando il cittadino nudo e indifeso per il presente e per il futuro.

COMUNICAZIONE

E’di questi giorni la consueta Conferenza stampa del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio, cito questi due atti pubblici, certamente, non per valutare i contenuti di entrambi che, incondizionatamente, rispetto per il ruolo democratico che rivestono, lo faccio solo come spunto per esprimere una mia idea sulla moda, tutta italiana, di interpretare e contestare questo ruolo fondamentale di democrazia.

E’ di questi giorni la protesta dell’Ordine dei giornalisti che, con il forte sostegno di una corrente della Magistratura, ha coniato, come legge bavaglio, una proposta parlamentare che forse riuscirà a diventare legge a salvaguardia del cittadino, troppe volte oggetto di pubblica gogna, anche spesso, gratuita perché non avvallata da colpa accertata e giudicata.

Altro esempio è il recente cambio della guardia nella gestione della RAI che ha visto l’uscita di personaggi storici del giornalismo radiotelevisivo pubblico verso realtà private a seguito di contratti plurimilionari giustificati come ipotetiche crisi di mancata libertà di libera espressione democratica.

INFLUENCER

L’incontrollata baraccopoli che questo settore ha prodotto in questi anni ma che ha radici lontane dai tempi di Wanna Marchi, ha determinato una momentanea caduta dal trono plurimilionario di Chiara Ferragni e dei suoi coadiutori.

Anche in questo caso, terminati gli accertamenti giudiziari e le eventuali condanne, ho la certezza che tutto tornerà a scorrere con un fiume di denaro incontrollato e incontrollabile in nome e per conto di una ipotetica SOLIDARIETA’ che, a parte qualche lodevole eccezione, ha scheletri, innumerevoli, nell’armadio di questo alto valore sociale ed umano.

POLITICA

Per chi ha, come il sottoscritto, molti anni sulle spalle, credo che pur nella stravaganza che in Italia ha, sempre, caratterizzato questo soggetto fondamentale della democrazia, non ci sia mai stato un momento più incerto, convulso, impreparato, inefficiente e inefficace di questo ultimo decennio, senza esclusione di ogni tipo di appartenenza.

Siamo entrati nel terzo millennio con prospettive storiche di salda stabilità europea e in gran parte mondiale e ci ritroviamo oggi, in un momento tanto confuso, pericoloso, preoccupante, ovviamente non per causa nostra, ma, la mia personale sensazione, non mi permette di vedere, in questa circostanza, un ruolo consapevole e partecipato degno della nostra posizione politica in Europa.

Vedo, invece, una litigiosità futile, preelettorale, per nulla capace di risposte concrete, carica, invece, di cadute di stile su tutti i fronti che il popolo italiano e la sua posizione nel mondo non meritano. Chiedo venia al lettore per questa disanima molto pessimistica che ha accompagnato il mio scritto, purtroppo è lo stato d’animo che mi accompagna, ogni giorno, dopo la lettura dei quotidiani.


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