SANDRA E RAIMONDO: UNA RICETTA DI AMORE E DI IRONIA

di Antonella Reda e Susanna Rotunno


Hanno formato una delle coppie più celebri e amate della televisione italiana e sono ancora oggi riferimento paradossale e comico di tanti matrimoni. Sandra Mondaini e Raimondo Vianello si sono conosciuti nel 1958 durante lo spettacolo teatrale Sayonara Butterfly, parodia dell’opera di Puccini. Un incontro che li ha uniti per tutta la vita.

Sandra: “La cosa che mi ha colpito di Raimondo è che, anche quando ci siamo conosciuti un po’ meglio, mi ha sempre dato del lei: Buongiorno signorina Mondaini, mi diceva”.

SANDRA UN’IRONICA SHOWGIRL

Maestra nell’arte del far ridere, impertinente Arabella, poetica Sbirulino, eterna “moglie d’Italia” che conquista grandi e piccini. Nasce a Milano l’1 settembre 1931. Figlia di un pittore e umorista della rivista satirica il Bertoldo, il suo esordio è di modella per Mani di Fata e Borsalino. Nel ‘49 debutta con la commedia “Ghe pensi mi” di Marcello Marchesi, poi nel ‘53 l’incontro magico con Macario, eroe della rivista: “Mi sgridava e mi dava anche delle multe salate che mi portavano via lo stipendio” Ma è anche grazie a queste multe che Sandra diventa una professionista. Macario crea per lei il personaggio della terribile enfant prodige Arabella, e poi la promuove soubrette. In un’intervista rilasciata nel 2019,  Enrico Vaime la ricorda così: “ Non appartenendo al genere delle super dotate che andavano di  moda, la Mondaini in maniera intelligente punta sul carattere e sulla vocina creando un personaggio peperino e rompiscatole. Sandra fa ridere, cosa non facile in quegli anni per una donna”.

RAIMONDO UN ELEGANTE UMORISMO

Figlio di un ammiraglio che sognava per lui la carriera diplomatica, Raimondo Vianello nato il 7 maggio 1922, studia giurisprudenza che abbandona dopo la laurea per arrivare alla sua passione: il palcoscenico della rivista Cantachiaro di Garinei e Giovannini. Dopo il teatro di rivista, l’incontro con Ugo Tognazzi che nel 1951 lo vuole nella sua compagnia. I caratteri diversi formano un felice incontro: la comicità popolaresca e sanguigna di Ugo con quella più raffinata e inglese di Raimondo. Insieme protagonisti nel primo esempio di satira televisiva: il programma “Un due tre” che, dal 1953 al 1959, trionfa nelle case degli italiani. Sospeso dalla censura per l’irriverente parodia della famosa caduta del presidente Gronchi, alla Scala, presente De Gaulle.

UN SODALIZIO ETERNO

Sandra Mondaini e Raimondo Vianello si conoscono nel 1958 e dopo quattro anni, utili anche a “sistemare” fidanzamenti reciproci, si sposano il 28 maggio 1962. Da allora, sempre insieme nella vita e nel lavoro, partecipano a trasmissioni gloriose della Rai, realizzate da autori e registi memorabili: “Il Tappabuchi” nel 1967 diretto da Vito Molinari, “Su e giù” del 1968 per la regia di Eros Macchi, nel 1972 conducono “Sai che ti dico” firmato da Antonello Falqui. Ma è Giovanni Salvi, allora dirigente Rai, a volerli come coppia fissa in uno spettacolo “Tante scuse” del 1974, che raccoglie davanti allo schermo più di 23 mila spettatori. Segue il primo programma a colori “Noi…no” del 1977, fino all’ultima apparizione per la Rai “Stasera niente di nuovo” del 1981.

Raimondo: “Se mi guardo indietro non ho pentimenti. Dovessi ricominciare, farei esattamente tutto quello che ho fatto. Tutto. Mi risposerei anche. Con un’altra naturalmente “

E NASCE LA SIT-COM

Nel 1982 Sandra e Raimondo sono i primi personaggi a lasciare il servizio pubblico per le nascenti emittenti private, dove nella trasmissione “Attenti a noi due” portano il format di successo sperimentato nei precedenti varietà Rai. E’ dunque la prima idea di Salvi quella vincente: uscire dal palcoscenico e rappresentare il dietro le quinte della vita quotidiana tra moglie e marito in uno sketch allungato rispetto ai tempi soliti, con più ambienti e più personaggi, in una continua sovrapposizione di vita reale e sceneggiatura scritta. Siamo agli esordi del genere sitcom che in “Casa Vianello” troverà la sua più felice espressione. Appuntamento imperdibile su canale 5 dal 1988 al 2007, il più longevo programma della televisione italiana di quegli anni. Ambientata nell’immaginaria abitazione dei coniugi con il mitico personaggio della Tata, Giorgia Trasselli, giocata su equivoci e doppi sensi finiva immancabilmente in camera da letto dove un’impetuosa Sandra Mondaini cercava di interessare l’indifferente Raimondo senza successo.

Sandra in un’intervista rilasciata a Federico Bravetti il 20 settembre 2003: “Il nostro pubblico si divide in tre categorie: i bambini si divertono perché c’è il dispetto tra me e lui, i giovani sorridono perché vedono il loro matrimonio nel futuro. E poi ci sono quelli della nostra età, perché anche loro che barba che noia, che noia che barba, però si amano.”

Frase iconica ripetuta come un mantra da Sandra mentre tira calci sotto le coperte e Raimondo esausto spegne la luce. Così rimangono nel nostro immaginario collettivo questi due giganti del mondo dello spettacolo. “Io pigro, io che non la porto mai fuori … lei piena di amicizie e attiva” così in un’intervista Raimondo si racconta a Enzo Biagi. Simili e diversi ma tanto uniti che la loro vita si interrompe a pochi mesi l’uno dall’altra. Raimondo muore 15 aprile del 2010 e Sandra il 21 settembre dello stesso anno, fino alla fine sulla stessa lunghezza d’onda.

Dal libro Sandra Mondaini e Raimondo Vianello di R. Frini e F. Bravetti: “L’autoironia è il pilastro su cui abbiamo costruito le nostre vite e carriere per regalare un sorriso a chi ci sta intorno e a chi segue con tanto affetto”.


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