RUGHE – STORIA DI UN NONNO
di Paola Merolli
Ho appena trascorso qualche settimana con i miei nipotini che – ahimè – vivono lontani. Un pomeriggio, il più piccolo, mi ha chiesto come mai avevo tutte quelle linee sul viso e lui no. Mi è subito venuto in mente il libro “Rughe. Storie di un nonno” di David Grossman, Illustrato con i bellissimi ed evocativi acquarelli di Ninamasina, tradotto da Alessandra Shomroni, edito da Mondadori.
Il grande autore israeliano ha scritto molte storie per l’infanzia. Come lui stesso afferma ama scrivere per i più piccoli:
“Lo faccio anche perché tengo vivo il mio lato infantile. Normalmente quando finisco un libro per adulti, che può essere duro e doloroso, sento di dover respirare diversamente, immergermi in qualcosa di buono e soffice. Un tratto in comune? Direi l’immaginazione, lo humour. Mi piace scrivere per il momento in cui i bimbi vanno a dormire e si sentono soli e impauriti. Voglio che la storia sia come una benedizione, un bacio sulla guancia prima che inizi il viaggio nella notte, che si sentano protetti da un racconto affettuoso”.
“Nonno, che cos’hai in faccia?”
Così inizia la storia di un nonno che va a prendere il nipotino all’uscita di scuola e seduti al tavolino del loro solito bar, tra un caffè e un succo d’uva, il piccolo Tom interroga il nonno sui segni che gli vede sul volto. “Come ti sono venute? Perché si formano? E quando? Fanno male?” Tante domande a cui nonno Adam prova a rispondere mentre le dita di Tom accarezzano quelle linee misteriose.
Alcune rughe sono dovute all’età, altre alle cose belle e brutte che sono successe. Onde del mare. Una sull’altra. La malattia della nonna. La morte della cagnolina Papaya. Ma anche momenti indimenticabili.
“Quando sei nato ero l’uomo più felice del mondo. Non la smettevo più di sorridere… finché mi è venuta una strana ruga qui…” Il nipotino è sicuro che sia la sua: è rotonda e assomiglia a qualcosa che gli piace tantissimo… cosa? Lo scoprirete leggendo.
Righe misteriose, pieghe del tempo in cui sono racchiusi tanti dei ricordi del nonno. Tom sente un improvviso formicolio alle dita. Deve disegnare… E Tom disegna cerchi, linee, facce e rughe.
Nonni e nipoti. Tom si è reso conto che lui e il nonno sono nati insieme. Che sono entrambi parte di una stessa storia. Una scoperta elettrizzante. Tom inizia a diventare consapevole del passare del tempo, dei cambiamenti, della vecchiaia e della morte.
Temi di cui spesso i bambini si interrogano senza paura e a cui Grossman, come tutti i nonni, risponde in maniera lieve e poetica.
“I bambini sono molto fisici, ti toccano la faccia senza imbarazzo e per loro è un mistero come si creino dei segni sul volto, non fanno una connessione tra rughe ed età. In quanto ai miei nonni, il rapporto era completamente diverso allora, c’era distanza, come non fosse rispettoso averci un contatto troppo ravvicinato. E mi dispiace perché stare insieme ai nipoti, capirli, vederli crescere, sviluppare il linguaggio, ascoltare le loro domande è così interessante e commovente. Del resto ha mai pensato al fatto che la specie umana è l’unica ad avere una relazione significativa tra nonni e nipoti?».
Il 2 ottobre – data scelta perché per la chiesa cattolica è il giorno degli angeli custodi – è la festa dei nonni, istituita nel 2005 per celebrare l’importanza dei nonni nella famiglia e nella società.
Complici e confidenti sono i depositari della storia familiare. I loro ricordi diventano la base sulla quale il bambino costruirà la sua identità, li aiuterà a crescere, a diventare più sicuri di sé e indipendenti.
Oggi dove tutto, ogni aspetto della vita e del corpo deve essere levigato e spianato, le rughe sono diventate un atto di coraggio. Una vera e propria rivoluzione.
A questo proposito mi vengono in mente le riflessioni di due grandi donne.
Anna Magnani quando disse al suo truccatore: “Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. C’ho messo una vita a farmele!»
E Alda Merini: “Ogni ruga sui nostri volti è una storia vissuta con coraggio, orgoglio, sorriso, pianto, amore. Sono come le parole d’un libro aperto sfogliato dal tempo davanti agli occhi del mondo.”
Sul palmo della mano le linee della vita, sul volto le linee di quello che abbiamo fatto della nostra vita. Unica e irripetibile. Rughe: un ponte tra il passato, il presente e il futuro. Un’opera d’arte astratta. Una magia. Come magico è il rapporto con i nonni.
Prima di concludere vorrei accennare ad altri due libri che mi sono piaciuti molto e che parlano del tempo che passa, dei cambiamenti, della vecchiaia.
“L’estate di Garmann”, di Stian Hole, edito da Donzelli, ha vinto il Premio Andersen nel 2012.
Garmann ha sei anni e sta per iniziare la prima elementare. Trascorre gli ultimi giorni di vacanza con la mamma, il papà e tre vecchie zie.
Tante paure, tante vite differenti e differenti destini che si incrociano e in cui tutti, grandi e piccoli, si possono riconoscere.
Il bellissimo libro per adulti “Rughe” di Paco Roca. Una graphic novel che ha vinto numerosi premi. Capolavoro del fumetto sociale edito da Tunué, adottato dall’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer, parla della malattia in maniera precisa, ma delicata, riuscendo anche a farci sorridere.
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