PIÙ FACILE DA PRATICARE CHE DA RACCONTARE
di Anna Michela Borracci
In tutto quello che sto per scrivere non c’è alcuna pretesa di verità assoluta. Offro semplicemente il mio punto di vista, uno fra tanti. Lo yoga è una scienza millenaria, complessissima, trasmessa per secoli e secoli da bocca a orecchio, contaminata da innumerevoli interpretazioni, traduzioni, e quindi fraintendimenti, radicatasi in diverse aree geografiche e condizionata da molteplici fattori socioculturali. Quindi da dove potrei iniziare? Dall’idea di Yoga come scienza viva, in continua evoluzione, che ci concede la libertà di trovare – ogni volta che ne parliamo, pratichiamo, insegniamo – gli strumenti più congeniali per andare al di là di tutto ciò che ci limita. Congelare lo Yoga in una sola delle versioni antiche, originarie, lo trasformerebbe in una pratica da museo, in una lingua morta, soprattutto per un praticante occidentale, distante dalla mentalità e dalla sensibilità orientali. Ognuno di noi può cogliere nello Yoga ciò che sta cercando e che, in qualche misura, è predisposto a trovare. Come una poesia, che letta e riletta centinaia di volte, continua a svelarci volti inediti, anche il nostro tappetino è un luogo di scoperta senza fine, una sorgente di vitalità in cui si muore e si rinasce ogni volta, imparando a superare ostacoli e a trovare nuove vie di felicità.
Etimologicamente Yoga deriva dalla parola yuj, tradotta come unire, tenere insieme, aggiogare. Alla base: l’idea di un Universo governato dalla legge della causalità. La storia intesa come perenne cambiamento, come trasformazione illusoria che altro non è che un eterno ritorno di creazione e distruzione, dissoluzione e rinascita, una manifestazione del principio unico universale, che nell’incarnarsi si divide celando la propria unicità. Nelle forme ascetiche, è ricerca di una rottura con la dimensione terrena, abbandono del mondo, liberazione dall’illusorietà della vita che crea attaccamento e sofferenza, per riunirsi al principio unico e immutabile e spezzare il ciclo dell’esistenza. Nelle forme vitalistiche, antiascetiche, come il tantrismo, dove l’esistenza terrena è centrale e imprescindibile – in quanto l’uomo non può pensare l’Assoluto, se non attraverso il corpo, inteso come cosmo vivente – la scienza dello Yoga è arte dell’unione di mente (psiche/anima) e corpo, attraverso la connessione del respiro, il nostro principale atto vitale. La riunione di questa polarità diventa processo di conoscenza del nostro vero Sé e di purificazione da tutti gli automatismi psichici che ci ostacolano, presupposto necessario per esprimere pienamente le nostre potenzialità, la nostra natura divina. Riscoprendo la propria vera natura, l’uomo entra in una dimensione magica, eroica, in cui l’esistenza diventa gioco della vita, abilità. È in questo ambito gioioso, che inquadriamo la pratica degli Asana, della Meditazione e dell’arte del respiro, il Pranayama. Una triade che è alla base di tutto l’Hatha Yoga.
Questo Yoga è per tutti. Non ci sono livelli, o pratiche standardizzate, ogni studente trova la sua chiave interpretativa e ottiene risultati diversi, poiché ognuno di noi struttura le proprie conoscenze attraverso i suoi organi di senso. Il percorso di comprensione del corpo, del respiro, delle percezioni della mente non può che essere individuale. E un bravo insegnante è solo una guida che non indica soluzioni, ma aiuta a far emergere ciò che già c’è.
In questo senso Asana, che letteralmente vuol dire stare seduti comodi su un trono, non è solo una posizione di Yoga, ma una condizione esistenziale da ritrovare. L’atteggiamento di regalità nel proprio corpo, a prescindere che si stia in statica o in movimento, è una condizione di equilibrio che deriva dal superamento delle reattività e ci conduce a una centratura psicofisica che crea spazio, ariosità, benessere, favorendo la libera circolazione della vita e dei pensieri e la piena espressione di una volontà illuminata. Così si dice che un Asana, per avere qualità, deve essere fermo, stabile, radicato e allo stesso tempo facile, funzionale, plastico. Caratteristiche che possiamo facilmente ritrovare nello stato di natura e nei movimenti degli animali.
Più facile da fare che da raccontare… Guarda il video e prova anche tu.
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