PARLANE CON ALE – QUALCHE CONSIGLIO PER VIVERE MEGLIO

di Alessandra Mattirolo
Cara Ale,
Anni fa mia moglie, con cui sono sposato da circa trent’anni, ha avuto un’avventura poi finita nel nulla con un mio amico e collega. Viviamo in una piccola città e mi capita spesso di incontrarlo in occasioni sociali. Io mi sento molto a disagio, lui è sempre amichevole e vorrebbe che dimenticassimo il passato. E’ vero, sono passati tanti anni, ma non mi viene naturale far finta di nulla. La ferita evidentemente non si è rimarginata e vederlo gigioneggiare tutto sorrisi e sguardi ammiccanti fa ancora male.
Dovrei mostrarmi più amichevole o continuare ad essergli ostile?
Marco
Caro Marco,
io non credo che dovresti forzatamente mostrarti amichevole con quell’uomo che in passato ha avuto un’avventura con tua moglie.
Quanto mi scrivi però mi fa scattare un piccolo allarme. Se sono davvero passati tanti anni e se con tua moglie le cose vanno bene, come mai la tua ferita non si rimargina? Nel corso di lunghi matrimoni, come il tuo, non è affatto raro che da una parte o dall’altra ci possano essere momenti di stanchezza in cui possa venir voglia di un’avventura o di una distrazione, a volte persino salutare. Se non riesci a superare quel tradimento forse non dipende soltanto dall’”avventura” di tua moglie ma da una tua difficoltà a misurarti con le insidie della vita vera o a confrontarti con un altro uomo. Con il tuo ex amico puoi fare quello che vuoi: salutarlo, evitarlo, non ha importanza.
Essenziale però è riuscire a rimarginare, una volta per tutte quella ferita, e affrontare da vincente, il futuro che tu e tua moglie avete davanti.
Cara Ale,
Il Ministro Valditara si accinge a varare misure restrittive sull’uso di telefonini e tablet alle elementari e medie per contrastarne l’uso improprio. In effetti, come è ormai dimostrato da numerosi studi a livello internazionale, il rapporto tra i giovani e le tecnologie sta causando molteplici effetti negativi e ne sta mettendo in ombra i vantaggi. Tale situazione si sta allargando anche all’infanzia, con genitori che consentono a bambini molto piccoli di utilizzare lo smartphone per vedere cartoni animati o partecipare a videogiochi. Non crede che tutto questo, come da mia esperienza personale, renda le nuove generazioni nervose e sempre più lontane da attività in cui si è protagonisti in maniera diretta, a cominciare dalla lettura dei libri?
Federica
Una nonna preoccupata
Cara Federica,
qualsiasi misura restrittiva per limitare l’uso dei telefonini nelle scuole, a mio avviso, è più che giusta, specie per elementari e medie. Se fossi io il ministro dell’Istruzione vieterei l’uso dei cellulari anche al liceo. La sua preoccupazione è da me totalmente condivisa. Sono dell’idea che lasciare nelle mani dei bambini tablet e cellulari sia dannoso per la loro crescita fisica e psicologica. D’altronde è purtroppo accertato che l’uso eccessivo della tecnologia sia una delle cause principali di depressioni infantili, ansia, deficit di attenzione, difficoltà nelle relazioni sociali.
Vedere oggi un bambino che legge un libro è un avvenimento molto raro ed è un peccato.
Che fare? Vietare sarebbe controproducente in un mondo che vive con i cellulari in mano. Ma limitarne l’uso è fondamentale. Oggi I bambini sono caricati da impegni di ogni tipo e mi chiedo se non sia più sano lasciarli un po’ in pace, lontano da dispositivi vari e permettere che un po’ di noia faccia crescere in loro quel magnifico gioco spontaneo nato dalla loro fantasia.
Cara Ale,
questo è quello che mi è successo. Dopo aver speso, sì posso dirlo, molti anni della mia vita recente (ne ho ben più di sessanta) nella ricerca della “beata solitudo-sola beatitudo” ed averla raggiunta con discreto successo, ho avuto un incontro fatale che ha ribaltato completamente la mia filosofia di vita. La donna che ho incontrato è riuscita a smentire la bellezza della mia solitudine, mi sembra che tutto sommato senza di lei la mia vita solitaria non sarebbe più così gaudente. Ora sapendo di non voler tornare indietro (al cuor non si comanda) mi domando e ti domando come posso coniugare la gioia di un nuovo incontro con lo stato di libertà e indipendenza acquisita a duro prezzo?
Paolo
Caro Paolo,
che uomo fortunato che sei! Un incontro fatale dopo i 60 non è affatto comune e sapessi quante persone che conosco e che mi scrivono vorrebbero essere al tuo posto.
Coniugare libertà e indipendenza con la gioia di un nuovo incontro mi sembra, perdonami se te lo dico, un falso problema. Trovare una compagna è un atto di libertà, nessuno ti ha costretto anzi direi che il fato ti sia stato amico. Certo dopo anni di “beata solitudo-sola beatitudo” capisco quanto ti possa sentire scombussolato e forse anche impaurito. Avevi trovato un equilibrio da singolo ed ora ti tocca lavorare un po’ per costruirne uno nuovo in coppia.
Il mio consiglio per tutti e due è quello di lasciare uno spazio autonomo all’interno della coppia, indispensabile, a mio avviso, a far durare una relazione a lungo. Per ora comunque vivi con entusiasmo il “qui ed ora” e guarda serenamente al tuo “nuovo” futuro.

mail: alessandra mattirolo@womenlife.it