MONTEVERRO E IL TAGLIO BORDOLESE
di Giuliana Duchini
Siamo in pieno inverno e se d’estate niente è più piacevole per accompagnare il cibo di un buon vino bianco, fresco, fragrante, che appanna il bicchiere, ora, anche per me che sono una “bianchista” è arrivato il momento dei rossi!
Entrando in questo immenso mondo che siano vini da monovitigno o un assemblaggio di tipi diversi, non si può non citare il blend per antonomasia, nato in Francia ma oramai diffuso su tutto il pianeta che è il taglio bordolese.
Tutti i produttori, dai grandi nomi dell’enologia al contadino (e mi chiedo se ancora esista questa rara specie), amano cimentarsi nel riprodurre in cantina un vino che si ispiri ai grandi di Bordeaux.
Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon un terzetto magico dove ogni vitigno per le sue spiccate caratteristiche esalta quelle degli altri, fondendosi in una armonia che rasenta la perfezione.
Il taglio bordolese è una delle rivelazioni più importanti dell’enologia internazionale che ha visto nella metà del 1800 il riconoscimento ufficiale dei vini della Gironda durante l’Esposizione Universale di Parigi.
In Italia la regione per eccellenza è la Toscana. dove da Bolgheri alla Maremma la gara a produrre dei vini ispirati al bordolese, che hanno dato origine ai Supertuscan, si è fatta davvero interessante.
Sono tornata dopo diversi anni alla cantina Monteverro nella bassa Maremma, proprio sulla strada che porta al romantico borgo di Capalbio.
È bello visitare dopo qualche anno aziende già conosciute: il vino è un universo in espansione che cresce, cambia, si modifica, si adatta e tutto questo è magnifico!
Monteverro è il sogno realizzato di Georg Weber che, cercando un posto dove diventare “Vigneron” e soprattutto replicare vini dal fascino d’oltralpe, ha trovato in questa terra la possibilità di farlo diventare realtà.
Varcando il cancello di accesso colpisce la bellissima vegetazione mediterranea, frutto di una accurata selezione di piante messe a dimora su un preciso progetto che però le fa sembrare sistemate così spontaneamente e dei 60 ettari totali della tenuta, che ha effettuato inoltre la conversione in biologica, solo 35 sono coltivati a vigneti mentre i restanti ospitano ulivi, macchia mediterranea e anche un lago naturale contornato da querce da sughero.
L’accoglienza è molto cordiale e professionale, un bel giro tra i filari allineati alla perfezione dove trova posto anche un orto ricco di primizie e erbe officinali curato dai dipendenti, per creare un legame tra chi vive il suo lavoro all’esterno nella vigna e chi dietro ad una scrivania. Lo trovo davvero esemplare!
Tutti i sei vini, 2 bianchi e 4 rossi, IGT Toscana, che sono stati degustati in una splendida sala con affaccio sui vigneti e sul Monte Argentario da un lato e sulla barriccaia dall’altro, provengono da una accurata vendemmia manuale, dove l’enologo ha selezionato ogni filare secondo la maturazione raggiunta, realizzando delle microparticelle vendemmiate e vinificate separatamente. Nessun lievito aggiunto, nessuna chiarificazione, ne filtrazione.
L’affinamento viene fatto rigorosamente in barrique di rovere francese.
Ne risultano vini dalla forte personalità ed eleganza che esprimono e raccontano il territorio e la grande passione di chi ci ha creduto.
Si comincia con il Vermentino 2022 (13°, affinato in acciaio) nuovo arrivato nella gamma della produzione: il classico vino estivo che accompagna meglio di qualunque altro i tipici piatti della stagione.
Ha un colore brillante e luminoso, profumi tipici del vitigno come pompelmo, pera e pesca bianca, al palato presenta una spiccata acidità e l’immancabile mineralità.
Verruzzo 2021(13,5° 40%Merlot, 25%CabernetFranc, 25%CabernetSauvignon, 10%Syrah)
Rubino intenso, sensazione inebriante di frutti di bosco che lasciano il posto alla nota speziata tipica del Syrah che pure in minima percentuale fa sentire la sua presenza.
Al sorso si manifesta accattivante, data la sua freschezza e piacevole con i sentori di ciliegia rossa, pur presentando un tannino importante.
Tinata 2019(14,5° 70%Syrah, 30%Grenache) Un vino dedicato alla mamma del proprietario che predilige il vitigno Syrah. L’occhio è appagato da un vivace rosso rubino, al naso arriva un bouquet di visciola e viola ma anche di spezie come pepe e noce moscata. Al palato è caldo, elegante, con tannini di grana fine e un finale di prugna e d’erbe aromatiche.
Terra di Monteverro 2019(14° 30%CabernetSauvignon, 40%CabernetFranc, 20% Merlot, 10%PetitVerdot). Colore seducente, rosso violaceo che predispone ad una fragranza decisa di ribes nero e macchia mediterranea con spiccate note balsamiche. Al palato ciò che colpisce principalmente è un effetto morbido che avvolge tutta la bocca in una calda sensazione, arricchita dalla giusta struttura dei tannini e dai sentori di lampone e ciliegia.
Monteverro 2019(14,5° 40%CabernetSauvignon, 30%CabernetFranc, 25%Merlot,
5%PetitVerdot). Tonalità carica come inchiostro profondo che sfuma in un rosso velluto. I profumi sono ricchi ed equilibrati e colpiscono per la loro eleganza; prevalgono le spezie e la mora ma si avvertono anche quelli così detti tostati di caffè e cacao. Al palato è sontuoso, dal corpo setoso e ampio nella sua espressività. Inconfondibile!
Si conclude la perfetta degustazione con una “provocazione”, un bianco, ma che bianco!
Chardonnay 2019 (13,5°) oro con riflessi argentati, affina una parte in barrique di rovere francese e una in vasca di cemento dalla curiosa forma a uovo. Ricercato, sulla scia dei grandi bianchi, questo vino esprime l’incanto e la piacevolezza di un sapore, fico fresco e vaniglia, che difficilmente si dimentica!
Volendo esagerare si può assaggiare anche la grappa, ottenuta dalle vinacce delle loro uve, distillata con metodo “antico” per dare come risultato un liquore rotondo con un ricchissimo bouquet… ma la strada per tornare a casa è lunga!
Monteverro, Strada Aurelia Capalbio,11 Capalbio (GR) Tel. O564 890721
mail: giulianaduchini@womenlife.it