MARIA CALLAS
di Antonella Reda in collaborazione con Susanna Rotunno
MARIA CALLAS DIVINA
1923-2023 ANNO CALLASSIANO
“Il programma era che io dovessi diventare una cantante … un’artista ad ogni costo … di solito quello che dicono i genitori è: io ho sacrificato la mia vita per te e adesso tu farai quello che voglio io, della tua vita.”
Cosi Maria Callas, ricorda le parole di sua madre, in un’intervista alla BBC del 1973.
ATTO PRIMO
CALLAS PRIMA DELLA CALLAS
Maria Callas, nome d’arte di Maria Sophia Kalos, viene al mondo a New York il 2 dicembre del 1923, secondogenita di una famiglia greca, migrata in America. I genitori, che si erano conosciuti frequentando entrambi l’università di Farmacia, si separano, dopo un matrimonio che si rivela male assortito, problematico, fra persone incompatibili, lui di origine modesta, lei di famiglia benestante.
Nel 1937 la madre, Evangelia, torna in Grecia portando con sé Maria e la sorella e sogna per loro un futuro da cantanti. Maria invece sogna di tornare in America da Georgios, adorato padre. Dotata di una grande sensibilità, soffre per l’amore che Evangelia riserva alla sorella, Iakinthi, in seguito chiamata “Jackie”. Maria risente di questo vuoto affettivo, aggravato dal non sentirsi bella: un viso duro e segnato in un corpo pesante, la rendono da sempre in conflitto con lo specchio.
In questi anni, dal 1937 al 1945, Maria, entrata al conservatorio, si diploma in canto e lingue studiando con il soprano Maria Trivella, la prima a comprendere il registro speciale della sua voce. La cantante studia e impara in fretta, proseguendo la sua preparazione di soprano sotto la guida di Elvira de Hidalgo, che la segue come allieva nei suoi ultimi anni in Grecia e la descrive così: “… precisa, formidabile!” Non era necessario ripetere una frase due volte, lei diceva subito: capito!”
Lo scoppio della seconda guerra mondiale non ferma gli spettacoli. La Callas si esibisce sul palcoscenico del Teatro Reale di Atene e tocca l’apice con Fidelio di Beethoven.
Sono tutti d’accordo: Maria è un talento che con la sua voce “soggioga il pubblico con un raro magnetismo”. Questo periodo che porta con sé tutta la malinconia della sua infanzia, annuncia il futuro successo e segna una svolta che le farà guadagnare l’appellativo di Divina.
ATTO SECONDO
DALL’AMERICA ALL’ITALIA
Il 14 settembre del 1945, finita la guerra, Maria scappa dalla Grecia. Senza soldi s’imbarca su un piroscafo per gli Stati Uniti.
A New York trova sul molo, a aspettarla l’amato padre. La cantante è già celebre in patria e Georgios ha letto della sua fuga dai giornali. In America, dove vive per quasi due anni, continua a studiare canto perfezionando la sua tecnica ma una prima audizione al Metropolitan Opera House, non è felice. Poco tempo dopo incontra Giovanni Zenatello, direttore artistico dell’Arena di Verona, in America per ingaggiare nuove voci per la Gioconda. Dopo una prova, propone alla Callas un contratto. Sebbene a condizioni economiche modeste, lei accetta con entusiasmo, felice di esordire in Italia, in un ruolo che sentiva adatto alla sua voce.
Il 27 giugno 1947, Maria, che ha 24 anni, raggiunge Napoli e poi in treno a Verona, dove debutta all’Arena, un esordio che le assicura visibilità e un certo successo.
Qui, ancora insicura in un fisico che non corrisponde alla soavità e all’anima bella della sua voce, incontra Giovanni Battista Meneghini, facoltoso imprenditore, di 28 anni più grande di lei. Le attenzioni, l’amore mai ricevuto prima, totale e premuroso, convincono Maria che Giovanni è l’uomo della sua vita. La Callas gli si affida completamente, decide di andare a vivere con lui, sfidando le convenzioni dell’epoca.
Il 21 aprile 1949 fanno seguito le nozze, celebrate quasi di nascosto, mentre l’unione crea commenti e malumori nella famiglia Meneghini.
Il matrimonio dura 10 anni durante i quali Maria Callas subisce una trasformazione fisica. Da brutto anatroccolo in splendido cigno
ATTO TERZO
UNA VOCE AVANTI, IL SUCCESSO
A 30 anni la Callas è una diva osannata in tutto il mondo. E’ ormai lontana la sua insicurezza: i 100 chili di peso che la tenevano chiusa in un bozzolo, fanno parte del passato. In pochi anni grazie ad una dieta divenuta leggendaria, per ipotetici e fantasiosi metodi che vanno da un verme solitario ingerito con una coppa di champagne a una cura dimagrante ferrea, che ha modificato il suo metabolismo… Maria perde più di trenta chili. Il suo carisma è ora formidabile,
Sono i primi anni ’50 segnati dall’incontro con la Scala, che vive una stagione unica sotto la direzione di Antonio Ghiringhelli. Ne nasce un vero idillio che segna la stagione più sfolgorante della sua carriera.
Da allora Maria colleziona una serie di successi, interpretando figure di donne entrate nel mito. Trionfa nel ruolo della Duchessa Elena nei Vespri siciliani e continua a mietere consensi interpretando le più grandi figure femminili della lirica. Da Norma a Lady Macbeth da Gioconda a Lucia di Lammermoor.
“ Lavorare con Maria è un fatto quasi eccezionale, avere uno strumento di quel genere a disposizione, uno strumento umano e vocale” così commenta il suo incontro con la Divina, Luchino Visconti, che la dirige in varie opere come la memorabile Traviata del 1955, dove interpreta Violetta.
Ma un’ombra comincia lentamente a minare la sua carriera …
Già nel 1958 un primo scandalo. All’opera di Roma, presente il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, in una memorabile serata di Gala, mentre canta la Norma, dopo il primo atto, la Callas accusa un malore e lascia il palcoscenico. Un gesto forse aggravato dai commenti del pubblico inferocito. Uno scandalo senza precedenti.
I fatti di Roma, conclusi con l’interruzione da parte dell’ Opera del contratto con la Callas, precedono la stessa decisione della Scala prima e del Metropolitan poi, per divergenti scelte di repertorio.
Anche se la Divina canta sul palcoscenico della Scala in otto anni ben 161 volte e restituisce popolarità al melodramma, l’intesa con Ghiringhelli, finisce con una violenta rottura. Dopo le recite trionfali del Pirata con Franco Corelli, il sovrintendente le fa capire di essere in quel teatro persona non gradita per le sue posizioni volubili e capricciose.
ULTIMO ATTO
DALL’AMORE VERO ALLA SOLITUDINE
Nel 1959 la Callas è una Diva sofisticata ed elegante, una vera apparizione. Indossa abiti creati per lei da Biki la famosa sarta milanese, mentre frequenta feste ed eventi mondani del jet set, ormai sempre più icona di stile. In compagnia della “pettegola di Hollywood”, Elsa Maxwell, sua grande ammiratrice, a un ricevimento a Venezia conosce Aristotele Onassis. Il 22 luglio accetta il suo invito per una crociera sul mitico yacht il Christina.
A bordo c’è anche Winston Churchill. Una vacanza che si rivelerà fondamentale per la vita di Maria. Quando la crociera si conclude il 13 agosto, la cantante è diventata l’amante dell’armatore greco. Meneghini viene liquidato. La notizia esplode nelle pagine della stampa di tutto il mondo ed è uno scandalo colossale. Onassis fa vivere alla Callas l’amore vero: “ con mio marito ero una donna depressa con Onassis ho trovato la gioia di vivere…” riporta così al mondo la sua felicità incurante della futura sciagura. Maria è abbagliata e convinta di aver trovato l’amore vero. Si butta a capofitto nella relazione, trascurando la sua voce e la sua carriera. Il suo sogno d’amore continua come in una favola mentre lentamente la sua voce lunare comincia a perdere la meravigliosa aura che incanta il pubblico. Ma quell’amore è come una vera tragedia greca per eccellenza. La loro storia è costellata di litigi, un legame tormentatissimo e Onassis inizia a tradire Maria mentre le promette fiori d’arancio.
Nell’attesa di un sogno impossibile, la Callas torna sulle scene. Nel 1964 è a Parigi, Londra
E New York … E’ un trionfo!
Nel 1965 è scritturata per 4 recite di Tosca al Covent Garden di Londra, alla presenza della Regina. E’ l’ultima volta che porta a termine un’opera intera. La voce e il fisico non reggono
La crisi con l’armatore la sua distanza è sempre più definitiva. Il 20 ottobre 1968 i fotografi a Skorpios immortalano il matrimonio del secolo. Ma la sposa non è Maria!. L’amore, o quello che sembra tale, è fra l’armatore greco e la vedova più famosa del mondo, Jacqueline Kennedy.
“La cosa peggiore è che non mi abbia detto nulla del suo matrimonio, credevo che dopo 9 anni insieme non avrei dovuto saperlo dai giornali, la pagheranno” sono queste le amare parole che confida alla sua amata insegnate di canto, Helvira de Idalgo.
Un dolore fatale per il suo spirito, tanto devastante che in gran segreto viene ricoverata in ospedale a Parigi per intossicazione da psicofarmaci.
Dopo questo duro momento, nel tentativo di recuperare le forze, nel 1969, accetta di interpretare la Medea, con la regia firmata da Pasolini. Maria lavora con entusiasmo, ed è grande l’intesa tra i due. Le attenzioni, la tenerezza e l’affetto che le rivolge Pier Paolo le fanno sperare in un nuovo amore, in realtà un’altra delusione. Una relazione profonda ma per il regista un amore platonico “ … A parte mia madre è l’unica donna che abbia amato”.
Un doppio sconforto: nonostante la bravura della Callas, anche film è un insuccesso.
All’inizio degli anni 70, Maria tenta ancora di reagire, presenziando impegni mondani ed eventi prestigiosi.
E’ la madrina alla Festa Internazionale del Circo di Montecarlo e nel 1973 è a Londra alla Royal Albert Hall, dove davanti ad un pubblico entusiasta, si rivolge commossa.
“Devo dire che questa sera sono più emozionata del solito … quando il pubblico mi è così vicino, sento che anch’io devo dare di più, non ho scelta, così inizio dalla mia canzone più amata oh mio babbino caro … oh mio pubblico caro”.
Per l’ultima volta il pubblico ritrova la sua Callas e lei una nuova energia in un nuovo incontro con un uomo che la frequenta di nascosto alla propria famiglia, Giuseppe Di Stefano. Ma sia l’amore del pubblico che quello del tenore durano poco, una breve parentesi. L’amore finisce e la turnè si rivela un fallimento per pubblico e critica.
Sapporo, Giappone, 11 novembre del 1974, ultima definitiva esibizione della Divina.
Maria si rifugia nella solitudine della sua casa di Parigi, incapace di accettare l’inevitabile declino, segnato anche dai lutti degli amori della sua vita: Onassis e Pasolini. Continua così a percorrere la strada del ricordo, vive ascoltando in modo maniacale i suoi dischi. Il telefono non squilla mai, nessuno la cerca. Le sue serate trascorrono con i suoi domestici a giocare a carte.
Il 16 settembre del 1977, la sua vita s’interrompe improvvisamente.
Una morte prematura e misteriosa.
CALLAS ETERNA
AL DI LA’ DELLA VOCE
La Callas è grande anche quando non canta, si esprime anche con i gesti oltre che con la voce, penetrante travolgente diversa da tutte le altre. “Una voce come se ne trova 1 ogni 100 anni “come sostiene il maestro Victor De Sabata, compositore e direttore di orchestra. Una voce non voce, uno strumento al servizio di un’anima
Una grande interprete che scalda ancora gli animi e crea dibattiti.
La capacità unica di passare da una voce cupa, aggressiva, tagliente subito dopo dolce e patetica, impossibile da imitare, rappresenta anche il suo modo di essere nella vita.
Come afferma Stinchelli “Una voce non potente in decibel ma avanti. La Callas porta con sé tutte le caratteristiche del grande personaggio: mistero fascino, drammaticità la Grecia, che la rappresenta in tutto e per tutto e tutto questo è sublimato nella sua arte e questo il pubblico lo sente “ Una voce non voce …. La voce della Callas era uno strumento una voce al servizio di un’anima.
Fino alla fine la Divina, ha cantato sempre e solo le opere del suo repertorio Tosca, Norma, Lucia e non ha voluto cantare altro. Questo fa di lei un mito
Maria ha incarnato ed è stata una sintesi della luminosità e dalla gloria della Grecia.
Quando ha smesso di cantare ha smesso di vivere.
“… sono una donna con le sue debolezze e i suoi dubbi … in un mondo, dove non si può avere dubbi dove sembra proibito mostrare la propria anima”
Biografia del collaboratore
Susanna Rotunno
Laureata in lettere a Roma. Dopo una collaborazione con il Teatro dell’Orologio, lavora in Rai fin dagli anni ‘80. Ultimo impegno come giornalista nella redazione Cultura di Rainews 24. Una grande passione per il cinema la porta a far parte del direttivo dei Nastri d’Argento che premia i film italiani.