LA TOGNAZZA

di Giuliana Duchini


Se c’è un attore che ho amato fin da bambina è Ugo Tognazzi! La sua simpatia mi aveva subito conquistato e devo ammettere che mi piaceva anche come uomo. Così crescendo ho visto tanti se non tutti i suoi film, ho acquistato i sui libri di cucina, sì perché lui amava definirsi uno chef prestato al cinema, e ho raccolto con costanza i punti di un supermercato che regalava i piatti con le sue ricette firmate. Uno di questi è ancora nella mia credenza dopo gli innumerevoli traslochi che nel corso della vita ho affrontato.

Perciò quando casualmente mi sono imbattuta in un articolo che parlava della sua casa museo a Velletri e dei vini che il figlio Gian Marco produceva nella tenuta di famiglia La Tognazza, non ho potuto fare altro che andare a verificare.

Mi sono prenotata la visita attraverso il sito e in una bellissima giornata di Giugno ho convinto mio marito ad accompagnarmi perché non sono molto esperta a trovare i posti che non conosco e sulle strade perdo spesso l’orientamento…anche con il navigatore!

Da Roma ci vuole un po’ per arrivare, Velletri è il più lontano dei paesi dei Castelli Romani, poi bisogna prendere strade secondarie, girare a destra, poi a sinistra, non sbagliare il bivio, azzeccare la stradina che alla fine porta alla tenuta.

Il posto è veramente splendido e posso capire come lui se ne sia subito innamorato e abbia deciso che quella sarebbe diventata la sua vera dimora, circondata da viti, ulivi, alberi, tanto sole, tanta luce e aria buona!

Lo spazio è davvero ampio e, appena posteggiata la macchina, per arrivare alla casa si passa addirittura accanto ad un campo di calcio con erba perfetta.

La casa non è una villa hollywoodiana come ci si aspetterebbe da un attore famoso, bensì una casa di campagna molto accogliente e semplice.

A riceverci la curatrice del museo e la simpatica moglie di Gian Marco, con una familiarità ed una cordialità che ci hanno fanno sentire come tra vecchi amici, ma credo del resto che lo spirito di “Amici Miei” aleggi nell’aria e ne sia il genius loci.

La casa museo è composta da una bel salone di rappresentanza dove in tante vetrinette (teche) ci sono tutti i cimeli di una carriera, divani grandi e molto confortevoli dove ci si può accomodare, riflettendo su quanti personaggi illustri tra attori, registi, scrittori, sceneggiatori   prima di noi ci si siano seduti!

Il cuore della casa è comunque la cucina, arredata con tutti pezzi che Ugo andava in giro per casolari a recuperare, perché voleva che la sua fosse una casa “vissuta”. Le pareti sono tappezzate da bellissime pentole, tegami, tegamini, tutti in rame, e tra varie credenze spicca un grande armadio ghiacciaia di quelli che una volta avevano le trattorie o i negozi che vendevano il vino sfuso dei Castelli, la Spuma e la Gazzosa.

La sala attigua è la “sala da pranzo” un’appendice fatta costruire in un secondo momento, con un lungo tavolo fratino adatto ad ospitare i tanti commensali invitati alle innumerevoli “abbuffate” che il padrone di casa era intento a propinare.

Alla fine della visita, dopo essere stati anche nella parte più intima e privata, la camera da letto e il bagno, c’è stata la degustazione dei vini della “Tognazza” accompagnati da ottimi salumi, formaggi, tutti rigorosamente del territorio e la pizza del forno a legna di Genzano.

I nomi dei tre vini assaggiati sono già un’anteprima del loro stile libero e anticonformista, l’esperimento riuscito di racchiudere nella bottiglia l’essenza della “ Weltanschauung” della famiglia: Tapioco, Come se fosse, Antani.

Il primo il Tapioco è un bianco solare di 12,5% che nasce da un blend di Chardonnay e Vermentino, dal colore giallo paglierino, dal profumo di fiori di zagara e di acacia; le note fruttate sono invece di pesca bianca, melone giallo, e sul finale una nota agrumata ed un richiamo iodato del mare che tra l’altro si vede dalla tenuta.

In bocca è elegante e piacevolmente fruttato e floreale, con un finale fresco e sapido che richiama la parte olfattiva.

Come se fosse è un rosso “piacione” di 13,5% in quanto nasce da uve di Sangiovese e Merlot parzialmente appassite che gli conferiscono una piacevolezza vellutata che invoglia al secondo sorso.

Il colore è un seducente rosso rubino brillante, al naso colpiscono i profumi di frutta rossa matura come mirtilli, prugne ed amarene ma anche note di sottobosco.

In bocca è armonioso ed equilibrato, morbido ma con una piacevole freschezza.

Antani è sempre un rosso di 13,5%, definito schietto e ribelle, un vino rock (se vini rock esistono davvero!) che nasce da uve Sangiovese e Syrah. Si presenta con un bel colore rosso rubino intenso e luminoso, al naso oltre alla frutta rossa fanno capolino note speziate di cannella e chiodi di garofano, grani di pepe, tipici del vitigno Syrah.

In bocca è rotondo, ben equilibrato, con una intensa nota di muschio e sottobosco ed un finale fresco e persistente.

Gli altri vini in produzione sono quelli della “Tognazza Selection” dai nomi altrettanto evocativi: La Voglia Matta (Chardonnay 100%), Casa Vecchia (Sangiovese 90%-Cabernet Sauvignon 10%) e Conte Mascetti (Sangiovese 75%-Merlot 15%-Syrah 10%).

 “Nel territorio libero di Tognazza ognuno ha la sua moneta, ma un po’ come le persone, nessuna vale più dell’altra.Entra, tranquillo, qui non ci sono tasse, gli unici contributi sono sotto forma di tutela ambientale e iniziative a favore della terra, quella favolosa madre che ci accoglie tutti, ma proprio tutti…puri gli astemi.”