La storia de “Il Naso” di Nikolaj V. Gogol, raccontata da Andrea Camilleri

di Paola Merolli


“Egregio signore, qua la faccenda è perfettamente evidente. Voi… voi siete il mio naso!”

Pubblicato nel 2010. Illustrazioni di Maria Celija. Casa editrice: Gedi (Gruppo editoriale), Collana Save the Story

Le incredibili vicende di un naso scomparso dal viso del suo padrone, che vaga in alta uniforme per le strade di San Pietroburgo nello sgomento generale.

Camilleri si cimenta con uno dei capolavori della letteratura russa. Lui stesso scrive: “Devo mettere le mani avanti, come si usa dire… l’impresa di riraccontare con parole mie una novella come “Il naso” di Nikolaj Gogol’ può apparire un atto d’incosciente immodestia. È come se chiedessero a uno zoppo di competere con il campione del mondo dei 100 metri piani!”

Il libro nasce dal reading tenuto da Andrea Camilleri il 26 settembre 2010, nell’ambito del bellissimo progetto “Save the story”, frutto della collaborazione tra la Scuola Holden e il Gruppo Editoriale L’Espresso. Un omaggio ai grandi classici della letteratura, raccontati da autorevoli scrittori contemporanei, adatti ai bambini di qualsiasi età. Una serie di reading presentati all’Auditorium Parco della Musica, coprodotto con la Fondazione Musica per Roma, per raccontare e far scoprire i classici ai più giovani. Ogni testo, accompagnato da bellissime illustrazioni, si conclude con una nota finale “Da dove viene questa storia” che ci racconta le radici del racconto appena letto. Tra i testi della collana troviamo “La storia dei Promessi Sposi”, Umberto Eco. “La storia di Don Giovanni”, Alessandro Barricco; “La storia di Re Lear”, Melania Mazzucco; “La storia di Cyrano de Bergerac”, Stefano Benni. Tanto per citarne alcuni.

Un naso ritrovato una mattina dal barbiere Jakovlèvič nel suo panino… un piccolo seme piantato nella testa e nel cuore dei piccoli lettori. Chissà quali imprevedibili sviluppi prenderà innaffiato dal sarcasmo di Gogol e l’ironia di Camilleri: una combinazione esplosiva!

“Il naso”- Gogol scherzava spesso sul proprio – appartiene alla raccolta dei racconti di Pietroburgo, pubblicato nel 1836 nella rivista Il Contemporaneo, dopo essere stato rifiutato da altre riviste perché ritenuto volgare. Si tratta di una novella dell’assurdo e una delle critiche che furono mosse è che non avesse un significato, mentre è un’analisi sarcastica della burocrazia russa e della superficialità della società: se è in uniforme persino un naso viene rispettato!

Gogol’ visse appena 43 anni, lasciandoci dei capolavori immortali. Non c’è stato un grande scrittore russo che non abbia amato un suo racconto. Puskin stravedeva proprio per “Il Naso”, Anton Cechov per “La Carrozza” e Dostoevskij per “Il Cappotto”, dichiarando che tutti gli autori russi, lui compreso, erano nati tra le falde di quel cappotto.

Il naso diventa un simbolo di superbia, di un mondo governato dall’apparenza. Un tema estremamente contemporaneo che mi riporta alla mente un bellissimo libro pubblicato da poco dalla Treccani dal titolo “Autoritratto” di Gabriella Giannacchi: un’indagine sull’interpretazione del sé nell’evoluzione storica, dall’autoritratto di artisti fino al selfie.

Ma ritorniamo al nostro Naso che rinnega la sua appartenenza e proclama la sua autonomia con effetti comici, come sottolinea lo stesso Camilleri.

“Questa è la storia di un naso che, sparito inspiegabilmente dalla faccia del legittimo proprietario, acquistò una vita propria, assolutamente autonoma. Che stramberia!, direte. Eh, no! Badate che la letteratura è piena di questi fatti. C’è chi ha immaginato la mano mozza di un assassino che continua a uccidere, c’è chi si è sbizzarrito con la testa di un ghigliottinato che seguita a parlare… In genere sono racconti dell’orrore, fanno rabbrividire. La novella di Gogol’ ha invece il pregio di essere assai divertente. Vi pare poco?”

Divertente e enigmatico “Il naso” può essere considerato uno dei modelli della moderna comicità dell’assurdo. “L’allegria è per Gogol´ lo stato creativo dell’anima”, scriverà un secolo dopo il critico russo Jurij Lotman.E forse anche per questo Camilleri si è sentito attratto da questa storia: “Personalmente, come scrittore, io considero Gogol’ uno dei miei due nonni, l’altro si chiama Lawrence Sterne. Ma non sono per niente sicuro che essi mi considerino un loro nipote.”

Un “piccolo” capolavoro, fonte continua di ispirazione per molti artisti: ad esempio per l’opera musicale del compositore Dmitrj Shostakovich; per “Il naso o la cospirazione degli anticonformisti “di Andrey Khrzhanovsky, il dissidente più rappresentativo del cinema d’animazione russo, o per la performance con installazione video di William Kentridge. 

Un racconto che ha dell’incredibile come dice Camilleri rivolgendosi ai giovani lettori: “Ormai vi sarete certamente convinti che al mondo possono succedere le cose più incredibili e strampalate. E che talvolta viene a mancare anche la minima ombra di verosimiglianza.”

L’irruzione dell’inconcepibile nella realtà: cosa ci può essere di più affascinante per un bambino? La realtà diventa un tappeto volante per attraversare quella fantastica. Un testo da leggere insieme a loro perché, come spesso accade, saranno proprio i più piccoli a farci scoprire aspetti nascosti e spunti di riflessione originali, aiutati anche dalle bellissime illustrazioni di Maja Celija.

Nell’epilogo, Camilleri dedica la storia a tutti i nipoti, i suoi e quelli degli altri

Buona lettura da nonno Camilleri!

Foto: Sellerio editore, Gaspare Lo Presti


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