LA BELLA CONFUSIONE

di Elisabetta Marini


In prossimità delle feste natalizie e prima che finisca il 2023, in cui si sono celebrati i sessanta anni degli eventi narrati in questo piacevolissimo e divertente libro, ne consiglio la lettura a chi, come me, non è un accanito cinefilo e frequenta le sale cinematografiche occasionalmente e anche con un atteggiamento non sempre proattivo.

Francesco Piccolo fa in questo libro uno strano mix di ricordi personali, di chiacchiere – prossime al pettegolezzo -, di aneddoti ricavati dalle cronache dei giornali o raccontati in prima persona dagli stessi personaggi coinvolti negli eventi narrati.

L’autore non solo ha vissuto gran parte della sua vita nel mondo del cinema, ma ne è anche fortemente attratto, tanto da ritenere che Fellini con “La dolce vita” e con “Otto e mezzo” abbia inciso nella sua formazione mentale e culturale (in famiglia era soprannominato Fellini!)

E’ quindi con uno spirito di ricerca introspettiva che Piccolo affronta questo libro, frutto di un lavoro certosino che lo ha portato a leggere, visionare e analizzare migliaia di libri, giornali e filmati dell’epoca.

La tesi dell’autore, che forse esperti cinefili potrebbero contestare, è che il 1963 è stato un anno magico, l’apice del cinema italiano, dopo il quale è iniziata inesorabile e lenta la decadenza di questa meravigliosa industria che, solo in quell’anno riuscì a produrre due capolavori assoluti: “Otto e mezzo” di Federico Fellini e “Il Gattopardo” di Luchino Visconti.

Il libro inizia con il divertente aneddoto della povera Claudia Cardinale costretta a tingersi continuamente i capelli nel passare da un set all’altro. Perché, nonostante la rivalità dichiarata tra i due grandi registi, Visconti aveva accettato di dividere la Cardinale – inizialmente ingaggiata da lui per il ruolo di Angelica ne “Il Gattoparto” (con capelli nerissimi) –  con Fellini che la richiedeva per il piccolo ruolo di Carla, la ragazza delle terme (dai capelli castani) in “Otto e mezzo”.

Interessantissima poi è la ricostruzione della difficile vita del romanzo di Tomasi di Lampedusa, sia al momento della stesura – quasi una reazione alle critiche fatte da Montale a una sua lettera di presentazione del poeta Lucio Piccolo – sia al momento della pubblicazione: Vittorini non lo fece pubblicare da Mondadori e anche Einaudi lo rifiutò. Dopo la morte dell’autore e molte altre traversie, finalmente Feltrinelli, editore di sinistra, lo pubblicò – obtorto collo – augurandosi in cuor suo un insuccesso. Il conflitto con la linea editoriale della Feltrinelli era talmente evidente che tutta la critica di sinistra insorse, tanto che lo stesso Togliatti incaricò Mario Alicata, critico letterario oltre che partigiano, di scrivere sulla rivista “Contemporaneo” che Il Gattopardo era un libro reazionario. Solo dopo la vittoria postuma del premio Strega e l’immenso successo di pubblico, italiano e internazionale, il poeta e critico letterario, iscritto al PC francese, Louis Aragon lo riabilitò in quell’area politica rilevando, all’interno del romanzo, una forte critica al mondo aristocratico. A questa “riabilitazione” seguì la pubblicazione de “Il Gattoparto” anche in Russia.

Altrettanto ironica fu la sorte del film, affidato con il placet del partito comunista a Visconti, ritenuto vicino al partito in quanto fino a quel momento classificato regista neorealista. Visconti, inizialmente contrario alla scelta di Burt Lancaster come protagonista, resterà incantato dalla sua metamorfosi da volgare cow boy in elegante nobile siciliano; una trasformazione che avviene solo quando Lancaster non prende più come modelli da imitare i prìncipi siciliani ma lo stesso Visconti. Questo incanto porterà il regista a riconoscere nel principe di Salina suo zio e a trasformare il film, pur fedelissimo al libro, in un’opera sostanzialmente autobiografica in cui l’aristocrazia verrà narrata, soprattutto nelle famosissima scena del ballo, in tutto il suo splendore.

Contemporaneamente sull’altro fronte Fellini tra un dubbio e l’altro – ma con il beneplacito della critica cattolica – girava “Otto e mezzo”, film – questo- totalmente autobiografico. Gli aneddoti su Fellini sono molteplici e in parte anche già conosciuti: il caos che regnava durante le riprese, la sceneggiatura che era meno di un canovaccio e sconosciuta a tutta la troupe, il rumore sul set indispensabile per la concentrazione del regista, il doppio finale e l’indecisione su quale scegliere, le sue relazioni extraconiugali, i suoi dubbi, le lunghe chiacchierate in auto, le liti furibonde, l’enorme ironia.

Un caso fortuito ha voluto che appena finita la lettura de “La bella confusione” sia andata al cinema, come sempre abbastanza impreparata, a vedere “Il sol dell’Avvenire” di Nanni Moretti, reduce dall’insuccesso di Cannes. Contrariamente alla critica io invece ho gradito questo film, proprio grazie al libro di Piccolo che mi ha aiutato a individuare i mille richiami e le innumerevoli citazioni di “Otto e mezzo” presenti al suo interno. Questa interazione tra il libro di Piccolo e il film di Moretti mi ha permesso di apprezzare e valorizzare maggiormente entrambi. Consiglio pertanto di abbinare in rapida sequenza la lettura del libro e la visione del film per gustarne meglio i dettagli.

Ferma restando la necessità di rivedere con nuovi occhi e con maggiore preparazione i due pilastri della cinematografia italiana: “Il Gattopardo” e “Otto e mezzo”.


SCELTI PER TE

Canti di Natale fantastici, di Giulia Pratelli, Iacobelli editore, 144 pagine, pubblicato nel 2023

Un originalissimo e particolare libro sui canti natalizi, da utilizzare anche come dono.

La Pratelli divide il libro in ventiquattro capitoli, creando così una sorta di calendario dell’avvento. Ogni capitolo affronta la storia di un canto natalizio tradizionale o di uscita più recente. I brani selezionati sono più o meno celebri ma l’attenzione resta sempre alta per la scelta dell’autrice di arricchire ogni capitolo con aneddoti, informazioni e curiosità legate al brano in esso trattato.

Comandante, di Edoardo de Angelis e Sandro Veronesi, ed. Bompiani, 160 pagine, pubblicato nel 2023.

L’eroica storia del sommergibile Cappellini e del suo altrettanto eroico comandante Salvatore Todaro che dopo aver affondato in Atlantico nel 1940 un mercantile belga, teoricamente ma non effettivamente neutrale, raccolgono 26 nemici naufraghi (contro ogni ordine e regolamento di guerra) portandoli in salvo alle Azzorre in quanto, come scrive Il comandante Todaro alla moglie: “Noi affondiamo il ferro nemico senza paura e senza pietà, ma l’uomo, l’uomo lo salviamo”.

Il film tratto dal libro è attualmente nelle sale cinematografiche di tutta Italia.


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