KOSTANTAKIS WINERY

di Giuliana Duchini
Nel blu dipinto di blu, tra il mare e il cielo di questo colore unico, abbagliate dalla luce del sole, isole disposte a cerchio attorno a quella considerata sacra, Delos, sono le Cicladi: uniche, selvagge, mondane, ventose e sassose. Sono tutte cime di un terreno montuoso sommerso ad eccezione di Milos e Santorini che hanno un’origine vulcanica.
E proprio a Milos nella località di Pollonia, al riparo dal vento Meltemi in una verde radura a nord est si trovano i vigneti della Kostantakis Winery, una piccola cantina, unica sull’isola, che nel secolo scorso era parte di una azienda agricola e produceva il vino esclusivamente per uso della famiglia. Da una generazione all’altra è cresciuta e sta diventando una interessante realtà che si impone all’ attenzione di chi come me cerca sempre vini che sfuggano dall’omologazione del gusto, che ha portato ad averne perfetti per caratteristiche organolettiche e sensoriali, ma privi di quello slancio di vita e originalità che possa dare una scossa ai nostri sensi.
Anche se è grazie agli antichi Greci e poi ai Romani che i vitigni hanno raggiunto l’Italia e gran parte dell’Europa, parlare di vini greci sembra quasi un anacronismo e le loro piccole produzioni dovute anche alla particolare conformazione di questo incantevole paese, costituito dalla maggior parte da isole, spariscono di fronte alla potenza del resto del mondo e stentano a farsi conoscere ed apprezzare alla gran parte del pubblico.
Eppure sarebbe giusto dare il riconoscimento che meritano produttori votati ad una viticoltura “eroica” dove le vendemmie avvengono prevalentemente a mano, l’acqua scarseggia, il calore del sole ed il forte vento inducono a coltivare viti basse o ad alberello.



Così nei 3,5 ettari della proprietà, vitigni autoctoni che contribuiscono alla denominazione IGP Cicladi dai nomi misteriosi ed affascinanti, accanto a quelli vecchi di circa 70 anni ed altri di almeno 40 o 50, sono stati reimpiantati a partire dal 2012 con una visione moderna finalizzata a produrre vini agili e moderni, perfetti per abbinamenti anche inconsueti come piatti esotici o fusion.
Inoltre gli elementi naturali ed il microclima del luogo oltre alla peculiarità di un terreno vulcanico ricco di minerali, impediscono il sorgere di malattie pericolose per le viti, che crescono in modo biologico senza bisogno di prodotti chimici e fertilizzanti. L’aspetto più caratteristico di questa cantina sono le grotte scavate nella roccia, un labirinto bianco di più di 80 metri, che costituisce ora il luogo perfetto per vinificare e conservare le bottiglie data l’umidità e la temperatura sempre costante e fresca, ma che un tempo era un rifugio sicuro dalle incursioni dei pirati e invasori.
Dopo aver visitato i vigneti circostanti la cantina, caratterizzati da una coltivazione molto bassa che ricorda molto quelli di Pantelleria, si accede al magico tunnel dove tra varie nicchie scavate nella roccia bianca risaltano i colori del vino racchiuso nelle bottiglie, sembra un’opera d’arte!
C’è un bellissimo tavolo antico che ospita una raccolta di foto riguardanti la storia della cantina: i vigneti, le vendemmie, la vinificazione, come album di famiglia da sfogliare per raccontarne le origini e l’evoluzione negli anni.
Spicca anche in una elegante cornice un articolo del Corriere della Sera di Luciano Ferraro che nell’agosto del 2016 sulle orme di Henry Miller, aveva visitato la cantina alla ricerca della Retsina che è “antica come le coppe dei filosofi greci. È moderna, robusta ma gentile. È il passato e il presente in un bicchiere”.
Quale migliore descrizione per un vino così particolare nato da una tecnica di conservazione: resina di pino di Aleppo, usata per sigillare le anfore ed evitare il contatto con l’aria che lo avrebbe ossidato. E anche quando le anfore non vennero più usate, si continuò ad impiegarla per dare al vino un sapore unico ed inconfondibile che non lascia indifferenti: o si odia, o si ama!
Ed eccoci alla degustazione dei 7 vini: 2 bianchi, un rosè secco, un orange in anfora, un rosso, un rosato semi dolce e la famosa Retsina, accompagnati da un ricco tagliere di prodotti tipici. Il nome Spilia che caratterizza la linea dei vini significa in greco “grotta” ed è la giusta connessione con la tipologia del posto.
Petrou Mallis, rappresentante della nuova generazione, ci illustra con tutto l’amore e la passione per il suo lavoro e quello della sua famiglia ogni vino che viene servito.

Spilia P.G.I. (Assyrtiko70%, Monemvasia30%) 2022, 13%: colpisce per la sua verticalità, diretto e secco, con una ottima persistenza, perfetto con un Souvlaki di pesce.
Spilia White (Roditis45%, Savatiano 25%, Monemvasia 30%) 2022, 13%: al naso presenta un ricco bouquet che ricorda i profumi dell’isola, erbe mediterranee arse dal sole, al palato piacevole, rotondo ed intenso, adatto ad un aperitivo al tramonto o per accompagnare una Koriatiki.
Spilia Rose (Mandilaria 25%, Mavrotragano 25%, Aidani Mavro 15%, Muscat 35%) 2022, 13%: amo in modo particolare i vini rosati e c’è sempre quello che scopro e che mi piace di più. È il caso di questo dall’intenso profumo di rosa e fragoline di bosco, morbido e avvolgente, che ha accompagnato una golosa pasta al pesto!
Amphora Fermented Wine (Roditis 100%) 2022, 12%: questo vino meriterebbe un articolo a parte! Viene prodotto in una grande anfora in argilla, fermenta in modo naturale senza aggiunta di lieviti, senza contatto con le bucce maturando per circa 5 mesi; poi viene “tirato” dall’alto in modo da lasciare le fecce sul fondo e risultare limpido senza alcun filtraggio. Perfetto! Per chi ama i vini naturali e gli “orange” merita il viaggio.
Spilia Red (Mandilaria 30%, Mavrotragano30%, Aidani Mavro 15%, Muscat 25%) 2022, 12%: un rosso molto snello, da gustare anche fresco, adatto ad accompagnare un ricco Moussaka.
Kostantakis (Mandilaria 25%, Mavrotragano25%, Aidani Mavro 15%, Muscat 35%) 2022, 11%: un vino semi dolce da vendemmia tardiva, delicato e armonioso, ottimo con i tipici dolci a base di frutta secca e miele.
Retsina (Savatiano 55%, Roditis 45%) 2022, 12%: ed ecco sul finale questo emozionante vino che racchiude nei suoi profumi e nel suo sapore, tutta l’anima di una terra meravigliosa!
“Non c’è vecchio o nuovo, c’è solo la Grecia, un mondo concepito e creato per l’eternità”
(Henry Miller, Il Colosso di Marussi, Ed. Adelphi)
Kostantakis Milos Cave Winery Pollonia
T.+30 693664481

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