IN VIAGGIO… ISLANDA IN 8 GIORNI!
di Maria Luisa Migliardi
L’Islanda è la destinazione giusta per un viaggio estivo. Famosa per la cantante Bjork, la natura, la tranquillità.
1° giorno: Rejkyavik, la capitale di Stato più a Nord del mondo (64°08’N), con una popolazione di circa 200.000 abitanti, circa i 2/3 dell’intera isola). Partiamo dalla modernissima Chiesa luterana di Hallgrimskirkja e proseguiamo sulla strada principale, pullulante di pub, gallerie d’arte e negozi tra cui Gotta famoso per le scarpe da trekking e Nordic store per i veri golf islandesi. Sul lungomare dopo una foto ricordo davanti alla scultura Sun Voyager, entriamo nel palazzo della musica Harpa: un complesso che ospita centro congressi, sala per concerti, ristoranti, negozi, inaugurato nel 2011, su progetto del designer islandese Ólafur Elíasson. L’edificio sembra mutare secondo l’ora del giorno per le pareti sfaccettate che riflettono la luce. La giornata termina con una cena di pesce al Sjavargrillid Seafood Grill, Skolavoerdustigur 14; quando usciamo sono le 22.30 ma è ancora giorno, incredibile!
2° giorno: lasciamo la città e andiamo alla Blue Lagoon per un piacevolissimo bagno termale nelle acque opaline, calde e benefiche, circondate da un paesaggio lunare; la temperatura della piscina all’aperto è di circa 37/39 °C.
Proseguiamo verso nord ovest lungo lo spettacolare Fiordo delle Balene fino alla penisola di Snæfellsnes, dominata dal vulcano Snæfells (alto 1446m) che deve parte della sua fama al romanzo di Jules Verne Viaggio al centro della Terra. Camminiamo poi sulla montagna sacra di Helgafell, con il tempio del dio Bor. Pernottiamo nel villaggio di pescatori Grundarfjordur all’Hotel Framnes, proprio difronte a una delle vette più famose, il monte Kirkjufell.
3°giorno: oggi ci dirigiamo a nord dove si allevano i cavalli islandesi, una razza unica molto diffusa, dal trotto veloce e sicuro: piccoli e con la criniera a frangia, furono introdotti sull’isola dai vichinghi. Dopo vallate verdi e viste mozzafiato sull’oceano, arriviamo a Akureyri, la capitale del nord situata nel fiordo più grande dell’Islanda, caratteristica per le sue case colorate e il meraviglioso giardino botanico. Si pernotta al Icelandair Hotel, dotato anche di piscina all’aperto.
4°e 5° giorno: la prima visita è dedicata alla cascata degli Dei: Godafoss, alta 12 m. e lg.30, la più imponente del Paese: è cosi detta perché nell’anno 1000 l’isola fu cristianizzata e il governante lanciò nelle acque di Godafoss le statuette pagane. Proseguiamo per Husavik, la capitale mondiale per il whalewatching; la baia di Skjalfandi è un vero e proprio crocevia per i cetacei. Qui fa un gran freddo e veniamo dotati di una tuta termica per andare in barca a caccia di balene. Uno spettacolo indimenticabile: si tuffano e soffiano acqua davanti ai nostri occhi, giocano con i cuccioli!
Poi attraversiamo il canyon Asbyrgi, il Rifugio degli Dei, lungo 3,5 km, circondato da rocce alte 100 m. che dominano una gola alberata da una foresta di betulle.
6° giorno: giornata intera nella zona protetta del lago Myvatn dove vediamo crateri e vulcani, formazioni laviche alte decine di metri dette i castelli neri, solfatare bollenti. Il lago è un santuario per gli uccelli ed è famoso per la presenza di 15 specie di anatre. Poco distante scorre la Faglia che allontana 10/20 millimetri l’anno la Placche Continentali di Europa e America.
7° giorno: oggi facciamo una deviazione per vedere la cascata della rovina, Dettifoss, la più potente d’Europa: circa 200 tonnellate al secondo, alta 44m e lg 100m. Proseguiamo poi per il Parco Nazionale di Vatnajökull, una cappa di ghiaccio di circa 8.100 km, quarto al mondo per volume, con uno spessore di ghiaccio medio di 400 m., sotto il quale vi sono vulcani attivi. A Jökulsàrlòn saliamo su un mega-gommone con ruote e ci avventuriamo nella straordinaria laguna glaciale tra iceberg galleggianti, per approdare su una spiaggia nera di lava e piena di enormi palle di ghiaccio. Ripartiamo diretti a Vik, il posto più piovoso d’Islanda dove, su sabbie nere, spiccano colonne di basalto e scogliere bianche ma ricche di vegetazione.
Dormiamo all’Hotel Edda Vik da cui si ammirano i faraglioni; a cena gustiamo una delle famose zuppe di legumi e assaggiamo l’ hákarl “squalo fermentato” un piatto tipico della cucina islandese, dall’odore e gusto simile al formaggio stagionato.
8° giorno: dopo una rapida visita al villaggio di Skogar che ospita un museo a cielo aperto con abitazioni arredate, fatte di torba e paglia sul tetto, raggiungiamo a fine mattinata il Parco Nazionale Geotermico Thingvellir, Patrimonio dell’Unesco, con geyser e solfatare. Il Geysir, che ha dato il suo nome a tutti i geyser del mondo, formatosi in una faglia a contatto con il magma, emetteva un tempo un getto d’acqua e di vapore alto fino a 60 m. È il più antico geyser conosciuto; ora si è placato, ma le sue eruzioni a giugno 2000, raggiunsero però un’altezza di 122 metri per 2 giorni.
Qui finisce il viaggio nella Terra del Ghiaccio e del Fuoco con la promessa di ritornare d’ inverno per vedere l’AURORA BOREALE.
Curiosità:
In Islanda non esistono i cognomi ma ogni persona si chiama con il nome del padre, seguito da *son* se è maschio e da *dottir* se è femmina. La rete ferroviaria è assente; la Hringvegur è la strada principale a forma di anello che percorre tutto la costa dell’isola, lunga 1.400 km. Al trasporto via mare vengono affidati la maggior parte dei commerci (più di 250 le navi occupate nello spostamento delle merci).
L’Islanda è uno dei pochissimi paesi al mondo a non possedere un esercito, solo un corpo di polizia e la guardia costiera. La difesa militare del paese (membro della NATO) è affidata agli Stati Uniti, precisamente alla IDF (Icelandic Defence Force).
Lo scrittore islandese più noto in assoluto è il romanziere Halldór Laxness, premio Nobel per la letteratura nel 1955. La musicista islandese più famosa al mondo è sicuramente Björk, il cui stile istrionico abbraccia diversi generi (alternative rock, trip hop, elettronica, jazz, etc.).
Durante i campionati Europei del 2016, la squadra islandese ha inscenato un rito per salutare i propri tifosi con il “Geyser sound”, così simile all’Haka che gli All Blacks neozelandesi fanno prima delle partite di rugby.
mail: marialuisamigliardi@womenlife.it