INTERVISTA A GIANNANDREA PECORELLI, PRODUTTORE DELLA SERIE TV PARADISO DELLE SIGNORE

di Nicoletta Calabrese


Tacchi, nastri di chiffon

Sguardi, baci e papillon

Nel mio paradiso entrerò

Forse le avete riconosciute, queste sono le parole della canzone delle celebri Ladyvette che hanno interpretato l’iconica sigla finale de “Il paradiso delle signore”. In questi pochi versi è riassunto tutto il mondo del magazzino più famoso della Milano anni ‘50, creato magistralmente da Pietro Mori (Giuseppe Zeno). Il Paradiso ci viene presentato come un luogo delle possibilità dove tutto funziona in maniera impeccabile a partire dalle commesse o per meglio dire “Le Veneri”, vestite di tutto punto e oggetto del desiderio del parterre maschile. All’interno del magazzino, tra scarpe, vestiti, cappelli, nascono storie d’amore travagliate che rispecchiano in maniera realistica la mentalità di quei tempi. Entrare al Paradiso è il sogno di tutti, la vita dei personaggi cambia radicalmente dopo averne oltrepassato la porta. La celebre fiction televisiva, divenuta poi soap opera nel 2018, è ispirata al romanzo di Émile Zola “Al paradiso delle signore” pubblicato nel 1883 tuttavia non è stata l’unica fonte di ispirazione e il produttore Giannandrea Pecorelli (Aurora Tv) ha rivelato a WomenLife questo ed altri interessanti dettagli.

Che cosa l’ha spinta ad investire nel progetto “Il paradiso delle signore”?

Per quanto mi riguarda c’era la volontà di raccontare una storia che avesse come punto di partenza l’immigrazione italiana. Il riferimento iniziale era senz’altro “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti da cui abbiamo ripreso il nucleo narrativo della famiglia del sud che emigra al nord negli anni ‘50 per trovare lavoro. Il libro “Al paradiso delle signore” di Émile Zola arriva successivamente e funge da collante in quanto ci ha dato una linea guida per unire due storie: la famiglia e la realtà del grande magazzino. Il racconto di Zola è ambientato nella Francia di fine ‘800, periodo in cui avviene una trasformazione a livello economico che in Italia arriverà molto dopo. I piccoli negozi iniziano ad essere soffocati dall’avvento del capitalismo concretizzato nell’istituzione del grande magazzino. La produzione de “Il paradiso delle signore” è cambiata nel corso del tempo, siamo passati da un prime time ad un day time e ciò comporta non solo una revisione di budget ma anche un’ulteriore lavorazione alla storia di per sé. Si pensi solo al fatto che nella prima stagione della fiction i protagonisti erano solo 3, ora sono circa 35 tutti con delle storie da raccontare e sviscerare.

Giannandrea Pecorelli è un importante produttore, sceneggiatore e regista italiano noto al grande pubblico per aver ideato e prodotto il film “Notte prima degli esami”. Nel 2013 ha fondato “Aurora Tv” una società di produzione a cui dobbiamo lo sviluppo di prodotti per Rai e Mediaset. È autore di due importanti volumi che illustrano il macro-ambiente della produzione, “Fai un film” (1996) e “Come nasce un film” (2008).

Ha collaborato molto con la Rai lanciando serie e docufiction di grande successo, in che modo cambia il mondo della produzione tra tv e cinema?

Si è sempre pensato al film come un prodotto destinato ad essere visto in sala, almeno fino alla pandemia. Il prodotto televisivo invece nasce per essere trasmesso all’interno di un palinsesto di un emittente specifico per cui ha un pubblico di riferimento preciso. Quello cinematografico invece lo devi andare a scovare ed attrarre con elementi forti ad esempio “Notte prima degli esami” non presenta degli elementi attrattivi molto potenti ma parla direttamente ai giovani e questo è stato il suo punto di forza.

Ha scritto due libri riguardo il mondo della produzione…

“Fai un film” è un libro del ‘96 e ai tempi fu il primo volume ad aver parlato del mondo della produzione da un punto di vista creativo. Prima si è sempre pensato al reparto produttivo solo da un punto di vista prettamente amministrativo e la parte creativa veniva associata solo a sceneggiatori e registi. Forse in pochi sanno che il lavoro del produttore è altrettanto creativo e il libro parla proprio di questo.

Lei ha avviato la produzione di film e serie di grande successo, cosa le fa capire che un’idea è quella giusta?

Si lavora molto con il proprio gusto personale. Quello che faccio è cercare di capire a distanza quale possa essere l’interesse del pubblico anche perché di solito passano almeno due anni dall’idea alla sua effettiva realizzazione. Nel cinema mi è sempre piaciuto riferirmi a gente giovane e alle famiglie quindi ho trattato pochi film di genere ma questo per mio interesse. In tv ho spaziato di più ma ho sempre cercato di inserire anche nel prodotto più popolare elementi di impegno sociale. Molto spesso il momento fondamentale è quello della scrittura, gran parte del mio anzi del nostro lavoro è quello di leggere…idee, soggetti, sceneggiature. Talvolta è molto difficile passare dall’idea alla realizzazione e si rischia di perdersi. Ad esempio io ero molto amico di Antonio Manzini e avevo avuto la possibilità di fare un film tratto dal suo libro poi si sono create circostanze avverse per cui non se n’è fatto più nulla e questo per me rappresenta una sorta di rimpianto.

Quali sono i progetti per il futuro?

A ottobre andrà in onda la seconda serie di “Cuori”, un progetto in cui noi crediamo molto. Poi torna il “Paradiso delle signore” dall’11 settembre e sto lavorando ad una serie per Netflix ma è prematuro ancora dare dei dettagli.


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