IL “MIO” GIAPPONE
di Aurelia Cantuti Castelvetri
Questa volta vorrei proporvi un viaggio che mi è rimasto nel cuore. Il Giappone. Questo è il momento giusto per pensare e prenotare un viaggio nel paese della fioritura dei ciliegi, il Sakura. Fioriscono infatti tra la fine di marzo e aprile e il clima è mite. Il Giappone è misterioso, diverso, non facilmente comprensibile ad una prima occhiata. Arriviamo infatti from the west side of the world, pensando che ci accoglieranno i ciliegi in fiore, i grattacieli di Tokyo, le ragazzine lolita style e naturalmente il Sushi e il Sashimi. Ci troviamo invece difronte ad un popolo che ci spinge alla riflessione per capire una cultura così antica e come si è trasformata. Siamo in sei, ognuno con la propria sensibilità, ma d’accordo su alcuni aspetti fondamentali. Cosa ci ricorderemo allora del Giappone? Sicuramente la Gentilezza! Tutti sono gentili, premurosi, mai spazientiti con noi foreigners, sempre sorridenti, incapaci di dire di no e dispiaciuti quando non sono in grado di aiutarci! Ma come fanno? Mille inchini ci hanno accompagnato durante il viaggio, dal personale degli hotel e ristoranti ai controllori dei treni e alle commesse dei grandi magazzini.. Un coro di arigatō gosai masu (tante grazie!) ci accoglieva ai nostri breakfast. Alcuni autobus vanno pagati con monetine in contanti, dell’esatto ammontare perché non danno il resto, inevitabile perciò per noi che non conosciamo tutte quelle monetine rallentare la fila e, magia…. nessuno bofonchia, spinge o bisbiglia “datte ‘na mossa!” 急ぎます isogimasu!”.
Accanto alla gentilezza l’altro pilastro della cultura giapponese, l’Ordine. I treni/autobus/metro arrivano in orario, al secondo più che al minuto e al centimetro difronte agli spazi destinati alle porte. File ordinate di persone aspettano che i viaggiatori scendano, senza travolgerli e sono TANTI davvero una marea umana! Ripeto: ma come fanno? Fanno perché devono. Perché così hanno imparato a scuola, in famiglia. Si porta a termine e al meglio il proprio compito. Un’etica del lavoro si respira tangibile dovunque.
Un piccolo esercito di addetti alle pulizie con procedure formalizzate entra nel treno alla fine della corsa e pulisce in 5 nanosecondi l’intero vagone e con un inchino se ne va…
E qui il terzo punto, la Pulizia.
Tutto è pulito. Eppure non esistono o quasi, i cestini e dei cassonetti nemmeno l’ombra. Noi poveri turisti giriamo con le tasche piene di foglietti e involucri di plastica usati.
Qui ci sono addetti che asciugano le panchine dopo la pioggia, non ci si crede vero??
Qui non gira gente sporca, qui gli operai hanno le tute impeccabilmente pulite.
Qui non ci sono i graffiti sui muri.
Qui prima di immergersi nell’onsen, vasca comune con acqua sorgiva molto calda ci si lava a fondo.
La toilette, si può andare ovunque sicuri di trovarla pulita e sana.
Tutto ciò è possibile perché c’è il Rispetto. Rispetto per la cosa pubblica. Gli autisti dei taxi e dei bus indossano guanti bianchi e cappello. Il rispetto delle Regole. Tutta la società giapponese si fonda attorno all’interiorizzazione delle regole: fin da bambini indossano divise a scuola. Abbigliamento omogeneo o identico all’università. Gli eserciti di salarymen vestono tutti uguali, completo nero e camicia bianca. Si pretende il massimo da ciascuno e la competitività è schiacciante. C’è lavoro per tutti ma solo se accetti di lavorare 12-14 ore al giorno per gratitudine verso l’azienda che ti consente di lavorare. Non parliamo delle ferie, mai più di una settimana per volta. Annullando vita sociale, familiare ed il tempo per il corteggiamento amoroso.
E’ la ricetta per la felicità…? Non credo. Escono gruppi di colleghi dai luoghi di lavoro. Riempiono i bar per ubriacarsi, cenano in fretta nelle food hall delle mega stazioni, vanno a casa (spesso monocamere) solo per dormire. Per mancanza di spazio le coppie si incontrano negli hotel dell’amore. Si alzano prestissimo e dormono in metropolitana. Si innamorano? Solo se non fa perdere tempo. L’adulterio è accettato dopo un certo numero di anni di matrimonio, l’importante è essere conformisti.
Sembrerebbe che fin qui abbia descritto un popolo di automi, ma c’è un altro elemento. La Bellezza.
L’amore che questo popolo esprime per l’Armonia. E’ qui che è nato lo Zen. Giardini armoniosi, presenza dell’acqua come fonte di serenità, aiuole sgargianti. L’arte di disporre i fiori, Ikebana. La creazione di una piccola opera d’arte dalla carta, Origami. La cucina tradizionale giapponese kaiseki esalta l’eleganza nella disposizione dei cibi quasi fossero dei quadri da ammirare.
L’antico e il contemporaneo si accostano e si completano. I templi buddisti e i santuari Shinto accanto ai grattacieli. L’eleganza delle case tradizionali, dove il meno è meglio. Le stilose donne giapponesi che hanno inventato un loro stile contemporaneo, Issey Miyake docet.
La Forma. Tutto è formalizzato. Come ti verso il tea, come trovare la forma di dire di no senza dirlo, come bagnarsi nell’onsen; i regali si accettano solo con l’obbligo di ricambiarli. La spontaneità è bandita.
Conclusione: abbiamo amato il Giappone e i giapponesi, un po’ ho avuto compassione per loro , molto li ho rispettati.
E quindi GO TO JAPAN!!!
Ecco il nostro viaggio:
• Tokyo. Hotel a Ginza. 3 giorni minimo
• Nikko 1 giorno. Okunion Hotel Tokugawa Ryokan con cena tradizionale Kaiseki
• Ritorno a Tokyo e gita in giornata ad Hakone nel Parco Nazionale di Fuji-Hakone-Izu
• Hiroshima 1/2 giorni
• Gita all’Isola di Miyajima. Grand Hotel Arimoto con cena giapponese. 1 giorno
• Ritorno a Hiroshima e gita al Castello di Himeji
• Osaka 2 giorni
• Nara 1 giorno. Kotono yado Musashino, Ryokan tradizionale
• Kyoto 4/5 giorni
• Gita al santuario Fushimi Inari Shrine
• Gita ad Amanohashidate uno dei tre punti panoramici più belli di tutto il Giappone
• Kanazawa-The Share Hotel Kumu
• Gita a Shirakawa Takayama, piccolo villaggio con le caratteristiche case con i tetti in paglia.
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