di Daniela Ciatto

GUARDIAMOCI NEGLI OCCHI – LA PRESBIOPIA

di Daniela Ciatto


Buongiorno care amiche lettrici,
in questo primo numero della rivista del 20023 e quindi anche in questo nostro primo incontro, in attesa che arrivino vostre domande, dubbi richieste o consigli, vorrei parlarvi in generale di uno dei problemi che più affliggono uomini e donne, con il sopraggiungere della fatidica “mezza età”.

Sto parlando della presbiopia dal greco “presbus” (vecchio) e “opia” (vista) che immediatamente introduce il collegamento tra anzianità e visione.

Con questo termine intendiamo, infatti, riferirci a quel fastidiosissimo fenomeno che, ad un certo punto della nostra vita, ci impedisce di leggere in modo nitido e con facilità un giornale, il menu di un ristorante, guardare il cellulare o eseguire lavori di precisione.

Molto spesso durante gli anni di professione i pazienti incuriositi mi hanno domandato perché questo fenomeno inizi in ognuno di noi allo scoccare dei 40/45 anni (per qualche fortunato un po’ dopo) e se ci fossero soluzioni innovative in alternativa agli occhiali.

Intanto vi spiego in maniera molto semplice perché avviene questo fenomeno.

Tecnicamente la perdita dell’acuità visiva da vicino è la conseguenza della perdita di elasticità dei tessuti che compongono le strutture oculari coinvolte nella visione.

Parliamo in particolare del cristallino, che è una lente biconvessa a forma di lenticchia, presente all’interno del nostro occhio il quale ha il compito di far convergere, esattamente sulla retina, il fuoco dei raggi luminosi che entrano nell’occhio in maniera divergente.

Questo meccanismo si chiama “accomodazione” e si mette in moto ogni volta che ci applichiamo da vicino, grazie all’azione di un muscolo detto “ciliare” con cui il cristallino è in collegamento.

Questo, contraendosi, determina il cambio della posizione e della forma del cristallino stesso, permettendo la messa a fuoco.

Questo processo fisiologico ahimè  si “inceppa” più o meno intorno all’età che abbiamo detto, poiché il cristallino perde via via le sue caratteristiche di elasticità e la sua capacità di deformarsi sotto la trazione del muscolo ciliare.

Subentra come dire una sorta di paralisi dei mezzi diottrici che fa si che diventi necessario l’ausilio degli occhiali o di una lente a contatto per ritrovare la nitidezza persa.

Esiste invece un’altra vasta categoria di persone che dal fenomeno della presbiopia traggono giovamento: questi sono i “miopi.”

Basti pensare che la miopia, che sarà un argomento che magari approfondiremo meglio in altro articolo, rende necessario l’uso degli occhiali o lenti a contatto già dalla più giovane età, poiché senza di essi la visione del miope sarebbe molto scarsa e comunque, anche per miopie leggere, assolutamente sfuocata.

Infatti tali pazienti per fattori anatomici congeniti hanno come caratteristica di avere il bulbo oculare con un diametro antero-posteriore maggiore rispetto alla norma, ossia un bulbo oculare
più lungo del normale, per cui il fuoco dei raggi luminosi non cade perfettamente sulla retina ma al davanti di essa.

In questi pazienti, con il sopraggiungere della presbiopia, e bloccandosi il meccanismo accomodativo, viene favorita la visione da vicino anziché complicarla e questo fa dire ai miopi “leggo meglio senza occhiali che con gli occhiali”.

Categoria di pazienti diametralmente opposta rispetto ai miopi sono invece gli Ipermetropi.

Infatti quest’ultimi sin dalla nascita hanno la caratteristica anatomica di avere il bulbo oculare più corto rispetto alla norma, per cui le immagini non si mettono a fuoco precisamente sulla retina ma dietro di essa.

Anche questa situazione provocando il fenomeno dello sfuocamento delle immagini costringe i giovani ipermetropi ad usare li occhiali già da bambini poiché altrimenti sarebbero sottoposti ad uno sforzo accomodativo enorme per la messa a fuoco sia da lontano che da vicino degli oggetti.

Con il sopraggiungere però della fatidica prebiopia, che per loro sarà precoce, questo sforzo muscolare per la messa a fuoco da vicino non sarà piu sufficiente con l’aiuto di un solo paio di occhiali, perché troppo faticoso.

Sarà quindi necessario usare 2 o addirittura 3 paia di occhiali a secondo della distanza degli oggetti.

Ecco perché, ormai da anni, ha preso piede l ‘uso degli occhiali cosiddetti progressivi o multifocali o addirittura delle lenti a contatto sempre comunque progressive.

Per concludere solo un accenno “al futuro”.

Nel campo della chirurgia refrattiva, che da anni ormai risolve con successo i problemi legati all’uso degli occhiali nei pazienti miopi ipermetropi ed astigmatici, si stanno sviluppando e mettendo a punto delle tecniche innovative, con l’applicazione di laser di ultima generazione, che consentiranno di risolvere anche questo problema della presbiopia in maniera definitiva, senza dovere più ricorrere all’uso delle lenti.


Biografia di Daniela Ciatto

Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita con il massimo dei voti presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza nel luglio1984. Specializzazione in oftalmologia nel1988. Dal 1990 al 2006 è consulente per la 626 Ist. Fisioterapici Ospitalieri (ex San Raffaele). Dal 1990 ad oggi svolge attività privata in studio professionale associato. Dal punto di vista chirurgico esegue interventi di chirurgia della cataratta, trattamenti per la maculopatia (iniezioni intravitreale), laserterapia e chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri per miopia, ipermetropia, astigmatismo, approfondendo negli ultimi anni le tecniche innovative per il trattamento della presbiopia.