GENERAZIONE CAROSELLO – 70 ANNI DI STORIA DELLA RAI

di Antonella Reda e Susanna Rotunno


Un  motivetto che  diventa un appuntamento atteso in tutte le case degli italiani e raggiunge sia i grandi che i bambini, unendo due generazioni in una imperdibile visione ma a un patto che  per i piccoli,  “dopo Carosello … tutti a nanna”… Carosellonasce il 3 febbraio  1957 e viene prepensionato nel 1977  con l’arrivo della Tv a colori, la fine del monopolio Rai e l’entrata in scena delle Tv commerciali, ovvero con l’inizio della neotelevisione.  In quei vent’anni si è presentato puntuale al suo appuntamento quotidiano, attorno alle nove di sera, dopo il telegiornale delle 20,30. Il nuovo programma , osservatorio privilegiato nei cambiamenti dei consumi e dei costumi, segue la grande trasformazione della società italiana : ovvero la nascita di una moderna società industriale-urbana, caratterizzata dalla progressiva diffusione dei beni di consumo.

Tra le prime società a produrre gli antesignani spot pubblicitari ci fu quella di Giuliano Biagetti. In una intervista rilasciata a Rai Play, il figlio Riccardo, a lungo braccio destro nell’attività, ricorda :  “Nel 1957 la Rai incaricò un dirigente che si occupava di pubblicità, Vittorio Cravetto, a ideare una proposta e a lui venne in mente Carosello. Perché Carosello? Perché già nel nome rappresentava una parata di cavalieri, un torneo,  ed era una competizione come in realtà lo erano le pubblicità tra un prodotto e l’altro. Carosello durava circa 12 minuti suddivisi in 4-5 spazi pubblicitari”.   Le prime due sigle vennero ideate da Luciano Emmer e da Cesare Taurelli e le tavole disegnate da Nietta Vespignani e questo fa capire come si ragionava comunque, sempre sulla qualità. La durata di ciascun minifilm  era di 2 minuti e 30, ma solo negli ultimi 35 secondi, chiamati codino, si poteva parlare del prodotto”.

Le agenzie di pubblicità  affidavano la creatività di queste piccole vere e proprie sceneggiature, girate in bianco e nero in 35 mm, a registi che venivano dal cinema: i Taviani, Nanni Loy,  Luciano Emmer, Lina Wertmuller. Per quanto riguarda gli attori quasi tutti i più grandi di quel periodo: Totò, Tognazzi, Fernandel , Alberto Sordi… A volte succedeva il contrario come nel caso di Virna Lisi che, ancora sconosciuta, divenne famosa grazie allo slogan “Con quella bocca può dire ciò che vuole” un vero tormentone di quegli anni. Erano, dunque, veri propri set che realizzavano piccoli film a volte a puntate perché  le campagne sullo stesso soggetto, duravano un anno o due.

“A volte le idee nascevano in campo” Ricorda ancora Riccardo Biagetti “Una  nota marca di abbigliamento,  chiamò Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, beniamini di  Alto gradimento. Nel codino finale:  naturalmente se vesti … gli venne da dire naturalotto se vesti… che faceva rima con la famosa firma  di abiti.

Questa improvvisazione diventò il cleim della campagna: da questo errore venne fuori l’idea vincente che fu apprezzata moltissimo.  Altre volte l’ispirazione veniva dal cinema o dalla musica.  Una società nota di petroli sulla scia del successo del  film Il Sorpasso, pensò di ricreare quella scena sfruttando però un personaggio come Domenico Modugno che veniva dalla famosa canzone Volare. Il risultato fu lo spot dove il vecchietto fa l’autostop, sale in macchina e dice la famosa battuta :“ma sta macchina non corre? “ “e come non corre” risponde Modugno “con questa benzina si vola!”

Molti prodotti pubblicitari erano fortemente rimarcati dalla musica, la protagonista principale di tanti spot perché amplificava i messaggi entrando in testa con il suo ripetuto ritornello. Ed ecco le atmosfere di Paulista che cerca la sua Carmencita a ritmo di musica western, dove nella Pampa sconfinata le pistole dettano legge o come le indimenticabili  Maria Rosa, che non ne azzecca una e Olivella, perfetta sempre, che ritmano con una musica leggera le rivalità di due sposine create in animazione.   La musica oltre il semplice intrattenimento, assume anche un ruolo di narrazione. E’ così che entra in gioco la canzone, con cantanti di successo, che diventano veri e propri testimonial. La grande Mina diretta da Valerio Zurlini carezzando una scatola di pasta, cantava una canzone diversa in ogni spot. Nel 1962 un famoso marchio di materassi scelse Dalidà  per lanciare i suoi prodotti, catturato dalla personalità e dalla voce della già nota artista.  

 Premonitori dei tempi di oggi alcuni dei protagonisti degli spot di allora sfidavano la vita seduti ad un tavolino in mezzo al traffico … Forse, se pur difficile, era possibile per Ernesto Calindri sfidare il logorio della vita moderna con in mano un bicchiere di elisir al sapore di carciofo… mentre oggi sarebbe vittima di insulti ed improperi! E quanta nostalgia per Cesare Polacco nei panni dell’ infallibile ispettore Rock che smascherava sempre i colpevoli ma confessava di aver anche lui commesso un errore: non aver mai usato la nota brillantina … E’ una carrellata infinita quella dei personaggi che abbiamo amato e ancora ci riempiono di nostalgia, su tutti Topo Gigio, un simpatico topolino, il pupazzo che vive nel mondo degli umani, creato nel 1959 da Maria Perego.  Al ritmo di note armonie, pretendeva di entrare nella vita dei grandi e si faceva testimonial di una famosa casa di biscotti.

Carosello è stato un programma che ha cresciuto una intera generazione.  Nella mente libera dei bambini, concetti e parole si fissano, lasciano l’impronta e lì restano per sempre. Alcuni slogan e alcuni ritornelli e personaggi, sono ancora oggi indimenticabili  ecerti termini abbiamo imparato a pronunciarli senza sapere cosa in realtà volessero dire. E i bambini lo sapevano: il Montana prima di essere un glorioso territorio degli States era la terra della carne in scatola.  Il cowboy in bianco e nero che parlava in rima era uno dei loro beniamini.” Quaggiù nel Montana tra mandrie e cowboy, c’è sempre qualcuno di troppo tra noi”… Il protagonista era Gringo, interpretato dall’attore Roberto Tobino, cantava con uno stile che ancora oggi farebbe invidia a qualsiasi rapper. Il personaggio si rifaceva alla moda degli “spaghetti western”: Gringo, infatti, possedeva la dotazione d’ordinanza ma al posto proiettili,  c’erano le scatolette di carne.   La famosa canzone della pubblicità venne cantata anche da Gigi Proietti. 

Bambini di allora non pensavamo che il nostro idolo, lo sbadato pulcino Calimero, che diventava nero di fuliggine ed esclamava “tutti se la prendono con me perché sono piccolo e nero… è un’ingiustizia però…” fosse un messaggio politicamente scorretto ma eravamo solo felici con lui per la fine della sua disavventura, tornato bianco grazie al sapone e di nuovo amato da tutti  .

Per ciascuno di noi Carosello è una imprescindibile memoria. Come tutte le cose che hanno condito la nostra adolescenza ci ha dato la capacita di sognare e di vedere l’aspetto ironico della vita.


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