ELIZABETH BARRET BROWNING ED EMILY DICKINSON

di Andrea Simi
Due poetesse dell’ottocento, fiorite sulle due opposte rive dell’Atlantico.
Elizabeth Barret appartiene in pieno all’Inghilterra vittoriana. Era di salute molto cagionevole (morì a 54 anni) e conobbe – dapprima epistolarmente – Robert Browning, allora celebrato poeta e drammaturgo, poco dopo e grazie al lusinghiero successo della pubblicazione della sua prima raccolta di versi.
Fu un grande amore. Nonostante il padre di lei fosse contrario alla loro relazione, i due si sposarono in segreto e si trasferirono in Italia, a Firenze, a casa Guidi, dove entrambi composero le loro opere maggiori (la Barret scrisse, fra l’altro, “Le finestre di casa Guidi”). Quel palazzo è oggi un museo che custodisce la memoria di entrambi.
La Barret morì nel 1861 ed è sepolta nel fiorentino cimitero degli Inglesi. In omaggio alla vicenda di tanto sentimento, riporto qui quello che è forse il più famoso tra i suoi “Sonetti dal portoghese”, una appassionata, per non dire cosmica, dichiarazione di amore e di devozione. La traduzione è di Laura Ricci.
Emily Dickinson, americana del New England, invece non si è mai sposata. Anche lei era di salute fisica malferma e in più la sua psiche era piuttosto instabile. Soffriva, fra l’altro, di una grave forma di agorafobia, disturbo non raro tra i poeti (ne patì anche – ma in misura meno grave – il nostro Eugenio Montale). Si può dire che la sua sia stata una vita non vissuta e condizionata da ossessivi pensieri di morte.
Quasi tutta la sua opera, fatta di poesie brevi, intense e – per l’epoca – rivoluzionarie anche sotto il profilo della struttura formale, è stata pubblicata postuma, a cura della sorella e della nipote che – dopo la sua morte – hanno ritrovato nella stanza di Emily centinaia di poesie manoscritte su foglietti ordinatamente ripiegati e sigillati.
Il primo dei due componimenti qui riportati – entrambi nella traduzione di Giuseppe Ierolli – inizia “Sicuri nelle loro Camere di Alabastro” e risale al 1861, nel pieno della guerra civile, che tuttavia non sfiorò neppure la casa di Emily nel Massachusetts. Si riferisce alla condizione dei defunti, immobili in attesa della resurrezione e indifferenti agli eventi della storia che continua a fluire attorno a loro. Questi versi hanno avuto diverse stesure e ho scelto di adottarne l’ultima in ordine di tempo.
La seconda poesia è celebre, e decisamente ermetica. Affronta il tema della fede e dei limiti della conoscenza. Inizia “Non avvicinarti troppo alla Casa della Rosa”.
Elizabeth Barret Browning
Da “Sonetti dal Portoghese” – XLIII
Come ti amo? Lascia che i modi conti. Ti amo
fino alla profondità, al respiro, all’altezza
che l’anima mia sa raggiungere, quando anela
ai confini dell’Essere e dell’ideale Grazia.
Ti amo nella quieta necessità di ogni giorno,
alla fiamma del sole e della candela. Ti amo
nella libertà, come chi lotta per la Giustizia;
nella purità, come chi dal Plauso rifugge.
Ti amo con la passione che consumavo
nei miei antichi affanni, con fede di bambina.
Ti amo con quell’amore che perduto credevo
con i miei perduti santi – Ti amo col respiro,
i sorrisi, le lacrime di una vita intera! – e
se vorrà Dio, meglio dopo la morte ti amerò.
Emily Dickinson
F124 (versione 1861) / J216 (versione 1861)
Sicuri nelle loro Camere di Alabastro –
Non toccati dal Mattino
E non toccati dal Meriggio –
Giacciono i miti membri della Resurrezione –
Trave di Raso – e Tetto di Pietra!
Grandiosi vanno gli Anni – nel Crescente – sopra di loro –
Mondi modellano le loro Arcate –
E Firmamenti – remano –
Diademi – cadono – e Dogi – si arrendono –
Silenziosi come briciole – su un Piatto di Neve –
F1479 (1878) / J1434 (1878)
Non avvicinarti troppo alla Casa della Rosa –
Il saccheggio di una Brezza –
O l’inondazione di una Rugiada
Mettono in allarme le sue Mura –
Non provare a legare la Farfalla,
Né a scalare le Sbarre dell’Estasi –
Nell’insicurezza restare
È la rassicurante qualità della Gioia

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