VIS-A-VIS CON… EDOARDO SIRAVO

di Chiara Montenero


Protagonista del teatro italiano, da sempre impegnato nella ricerca artistica e nella sperimentazione interpretativa, Siravo è sicuramente un punto di riferimento nel panorama artistico nazionale. Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, ha recitato nelle compagnie teatrali più rilevanti del panorama nazionale in oltre 120 spettacoli. Ha lavorato, e lavora, anche nel cinema, nella televisione e nel doppiaggio collaborando con importanti registi e attori come Salvo Randone, Paolo Stoppa, Vanessa Redgrave, Alberto Lionello, Vittorio Gassman, Gabriele Lavia, Luca Ronconi, Luigi Squarzina, Giuseppe Patroni Griffi, Armando Pugliese, Mario Missiroli, Gigi Proietti, Carlo Verdone, Mauro Bolognini e molti altri. Per quanto riguarda le Regie Liriche, ha curato la regia di “Macbeth”, di “Simon Boccanegra”, di “Rigoletto”, di “Traviata” e del “Don Giovanni”. Svolge inoltre intensa attività di doppiatore ed ha prestato la sua voce, tra gli altri, a Gerard Depardieu, Michael Keaton, Peter Fonda, Jeremy Irons, John Goodman e Kevin Costner. Vincitore di 3 TeleGatti per la Fiction “Vivere” è stato inoltre protagonista o coprotagonista delle fiction: “Distretto di polizia”, “Commissario Rex”, “Provaci ancora Prof”, “Famiglia Ricordi”, “Linda e il brigadiere”, “Maresciallo Rocca”, “Un anno in Toscana”. E’ Direttore del Plautus Festival e Presidente della Fondazione Nicolò Piccolomini.

Arrivo in ritardo all’appuntamento con Edoardo. E’ seduto al tavolo di un bar al centro di Roma. Davanti a lui un calice di vino, in mano il cellulare, impegnato a leggere o a scrivere qualcosa. Il suo volto s’illumina nel vedermi. Si alza e mi saluta con la sua voce incantevole. Siamo vecchi amici…

 Edoardo, come hai iniziato la tua carriera di attore?

Ho iniziato da bambino, forse perché essendo timido, il fatto di interpretare qualcun altro era per me un gioco che mi consentiva di vincere le mie inibizioni caratteriali… e il gioco mi è piaciuto a tal punto da decidere di diventare un attore. Sono stati anni di grande impegno che fu però ben ripagato quando superai l’esame per entrare all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, accademia che ha formato i più grandi attori del nostro Teatro Italiano. Da allora la mia carriera non si è mai arrestata. 

Qual è il personaggio più difficile che hai interpretato fino ad ora e quale quello che hai sentito più simile a te?

Ogni personaggio che interpreti è il più difficile, ma se poi ti riesce bene, diventa il più facile. Certo è che alcuni sono più impegnativi, come il Falstaff, con cui sono in scena da qualche mese, il Prometeo, il Faust, Pozzo, tutti personaggi da far tremare i polsi e che io ho affrontato con grande difficoltà, ma anche poi con grande gioia perché il risultato ha soddisfatto sia me, che il pubblico e la critica. Per quanto riguarda il sentirmi in sintonia, posso dirti che lo sono con ogni grande personaggio che interpreto, perché in ognuno di loro riconosci qualcosa di te, del tuo carattere e delle tue debolezze. Per quanto riguarda il Falstaff di Shakespeare e il Re Berenger del Re Muore di Ionesco, sono figure attualissime e moderne che ti entrano dentro per farti “essere loro”.

Il Re Muore di Ionesco con la regia di Scaparro, scomparso di recente, e le musiche di Piovani. In quest’opera di Ionesco, di cui sei protagonista, il tema è proprio la morte, tu come vivi l’incontro con “la Signora Nera”, la temi?

Finché si è giovani non ci si pensa e non ci si fanno i conti, poi a un certo punto della vita bisogna cercare di affrontarla, ma soprattutto occorre cercare di condurre bene la propria esistenza e di rispettarla. Io, ad esempio, lavoro troppo e questo non è un bene perché mi distrae da me stesso e dalla riflessione su di me e sul mio viaggio in quella che chiamiamo Vita.  

Cosa pensi della situazione attuale del teatro e del cinema nel nostro paese dopo la pandemia?

Io personalmente non ho sofferto il lockdown perché ho continuato a lavorare facendo il doppiaggio e occupandomi della Fondazione Piccolomini (fondazione che si occupa degli attori indigenti) di cui sono il presidente, certo è che molti miei colleghi ne hanno risentito. Il Teatro mi sembra che si stia riprendendo considerando che i teatri registrano il sold out per gli spettacoli in programmazione. Per quanto riguarda il Cinema, le pay tv hanno penalizzato l’afflusso del pubblico nelle sale, ma speriamo che si torni a guardare un buon film sul grande schermo. Spero che il lockdown sia servito a far capire alla gente di tornare a occuparsi di cose intelligenti.   

Qual è il ruolo che hai sempre sognato di interpretare e quale il regista con cui vorresti lavorare? 

Mi manca tornare a lavorare in teatro con il regista Armando Pugliese. Avrei voluto interpretare Amleto, ma non ho più l’età, mentre Cyrano potrei ancora farlo, chissà… Il prossimo personaggio che dovrei portare in scena è il Volpone di Ben Jonson che sarà una nuova sfida importante, ma io amo le sfide!

Come ti prepari per un nuovo ruolo?

In modo istintivo e cercando di rispettare innanzitutto l’autore e poi mettendoci dentro del mio. La possibilità di sintonia tra l’autore e l’attore è quello che fa funzionare il personaggio. Quando ho un regista intelligente e bravo a dirigermi, seguo molto le sue indicazioni.

Qual è stata l’esperienza più emozionante che hai vissuto sul palcoscenico, sul set di un film o di una serie tv? 

Ci sono alcuni personaggi che continuano a “starti dentro”. Può sembrare bizzarro, ma quando ho terminato le riprese della fiction “Vivere”, ho continuato a sognarmi il commissario Vincenzo Leoni, che io interpretavo nella soap, perché avevamo “convissuto” per dieci anni. Lo stesso mi è successo in teatro con un’opera di Strindberg con la regia di Guicciardini. Ricordo che parlavo con il mio personaggio e ne ero quasi ossessionato anche dopo la fine delle repliche. 

Hai curato la regia di importanti opere liriche, hai mai pensato di cantare considerando la tua splendida voce tanto amata dal tuo pubblico? 

Ho cantato per errore al S. Carlo di Napoli e l’ho fatto bene, ma in realtà si erano sbagliati a scritturarmi e io non avevo capito che il mio personaggio avrebbe dovuto anche cantare. Ho studiato un mese e ci sono riuscito, ma tendenzialmente eviterei di cantare perché preferisco recitare.

A proposito di voce, tu sei un famoso doppiatore e, non solo hai prestato la tua voce a importanti attori di fama internazionale, ma sei anche un “lettore” di Audible,cosa ne pensi di questa nuova modalità di fruizione di un’opera letteraria, ascoltare anziché leggere?

Io credo sia una cosa molto bella che in molti altri paesi si fa già da anni. Purtroppo in Italia c’è qualcosa che non funziona perché, per risparmiare, si tende a far leggere chiunque mentre al contrario la lettura di un’opera letteraria è cosa molto delicata e va affidata a chi sa farlo con professionalità e attenzione. Come nel doppiaggio, il risparmio penalizza il valore del testo.

Sono d’accordo con te, per quel che mi riguarda, tu sei il miglior “lettore” delle mie poesie perché le interpreti come io le ho sentite. Non è adulazione e lo sai bene…

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

I grandi di cui ti ho parlato, quindi il prossimo sarà Volpone con la regia di Lerici.

Quale la prima cosa che fai al tuo risveglio la mattina e quale l’ultima prima di addormentarti?

La prima, un bel caffè e la sintesi di quello che dovrò fare nella giornata… poi esco e ne combino di tutti i colori. L’ultima è addormentarmi esausto sul divano davanti al televisore acceso che ha la dote di accompagnarmi velocemente nel regno di Morfeo.


mail: chiaramontenero@womenlife.it