BRUCE SPRINGSTEEN TORNA IN ITALIA

di Francesco Acampora


Dal vivo nel nostro paese l’ultima volta a maggio e luglio scorsi per tre concerti andati in scena a Ferrara, Roma e Monza, Bruce Springsteen torna in Italia per due appuntamenti in programma l’1 e il 3 giugno 2024entrambi allo Stadio San Siro di Milano. Pubblicato nel 2022 l’ultimo album “Only The Strong Survive”, il cantautore statunitense farà quindi nuovamente tappa in Italia, accompagnato dalla sempre presente E-Street Band.

Fin qui la notizia ufficiale. Che però non è proprio una gran notizia visto che il Boss da noi è veramente di casa. Anche perché sente fortemente la sua italianità derivata dalla madre Adele, da lui amatissima e scomparsa solo pochi mesi fa. Cresciuto quindi in New Jersey a lasagne e maccheroni, Bruce ha messo piede su un palco italiano per la prima volta nel 1985, e da allora si è perso il numero dei suoi concerti, tutti rigorosamente sold out.

La notizia principale è un’altra: e cioè che Bruce a 74 anni compiuti s’imbarca in un lungo tour con un notevole numero di concerti. E ognuno vale doppio.

Per chi non avesse mai visto un suo concerto e si apprestasse a vederlo a Milano, sappia che lo standard di durata è sulle tre ore.

Ma, proprio pochi anni fa al Circo Massimo di Roma, Springsteen ebbe ragione delle mie stanche membra, seppur rodate da centinaia di concerti visti, di cui molti in piedi, e magari ballando. Lo fece con 4 ore e 40 minuti (280 minuti!) ininterrotti di rock straordinario. Ma devo ammettere che alla quarta ora la mia schiena mi ha intimato di trovare una posizione diversa da quella ritta. E meno male che i romani avevano anche creato delle scalinate di accesso, da dove mi sono potuto godere l’ultima ora abbondante di concerto.

Springsteen è ancora una volta accompagnato dalla E-Street band, il suo gruppo di sempre, di cui fa parte anche l’altrettanto amata (seconda) moglie Patti Scialfa (che non è proprio un cognome irlandese…). E come potrebbe essere altrimenti? Springsteen non ha mai avuto altri gruppi all’infuori dei “ragazzi” del New Jersey. A vedere la foto ricordo dell’inizio del tour, sembra un po’ di vedere “Villa Arzilla”. Ma la longevità di questi rocker della vecchia generazione è un tema di cui si dovrebbe discutere. Mc Cartney ha più di 80 anni e i Rolling Stones sono sulla stessa cifra. Va bene che questi ultimi si sono cambiati il sangue decine di volte, approfittando della clinica di Nassau strategicamente piazzata proprio a fianco agli studi di registrazione dove hanno realizzato molti album…ma v’invito anche a cercare sul web le immagini di Mick Jagger che si allena per il prossimo tour. Una specie di grillo saltellante. Esattamente come nei suoi concerti.

A rigor di cronaca dobbiamo comunque dire che una volta Springsteen si è esibito senza la E-Street Band. Non con un altro gruppo, ma solo con la sua chitarra.

Fu tra la fine del 96 e l’inizio del 97, dopo un album estremamente intimista “The ghost of Tom Joad. E furono tutti concerti in teatro. I pochi fortunati presenti ne parlano ancora come di una specie di esperienza mistica.

Comunque, il boss ha sempre fatto concerti lunghi. Già quelli del 1988 erano, appunto, sulle tre ore. E il repertorio a cui attingere era solo di una dozzina d’anni. Ora che lo stesso veleggia verso i 50, di anni, (e non mi chiedete quanti album ha fatto, per questo hanno inventato Google), lui non vuole far torto a nessuno omettendo alcuni dei suoi semi-infiniti cavalli di battaglia.

Saranno giorni caldissimi a Milano, quelli d’inizio del prossimo mese. In tutti i sensi. A cominciare dal solito discorso del prezzo dei biglietti, ormai lievitato più di quello del Brunello di Montalcino. Le vendite sono iniziate già nello scorso novembre, e il tutto esaurito è stato raggiunto con relativa facilità.

Ma, per chi si volesse fare un (costoso) regalo c’è sempre una possibilità. Oggi, infatti non dovete andare più, come facevamo da giovani, fuori dallo stadio all’ultimo momento alla ricerca del bagarino. Oggi i bagarini sono on line e si chiamano “siti di second ticketing”. Teoricamente alcuni biglietti vengono messi in vendita da persone che ne hanno più del necessario o non possono più per motivi vari, a prezzi molto più alti di quelli, che erano già altissimi, della vendita primaria. Ma siccome ci hanno insegnato che “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende” è molto più probabile che siano gli stessi organizzatori a mettere da parte un bel numero d’ingressi, massimizzando così gli incassi.

Qualcuno mi chiede se gli artisti lo sanno. Cambierebbe qualcosa? Ci piacerebbe di meno un concerto di Bruce Springsteen? Non credo proprio.


mail: francescoacampora@womenlife.it