AMBIENTALISMO COLPEVOLE?
di Alessandro Servoli
I recenti disastri che hanno colpito l’Emilia Romagna hanno riaperto l’eterna battaglia tra ambientalisti del riscaldamento globale e Green Bashers, quelli che su basi scientifiche ampiamente dimostrate si oppongono a questa moderna forma di contestazione tanto cara a certe élite culturali che, dietro spinte sociali, economiche, politiche sta rivoluzionando il concetto di ambiente con soluzioni planetarie impossibili da attuare e colpevolizzando chi, da anni, cerca alternative concrete per ridurre i disastri relegandoli ad eventi controllabili e gestibili.
L’argomento è tanto denso di contrastanti affermazioni che risulta difficile anche farne una ridotta sintesi, mi auguro pertanto di riuscire ad evidenziare alcuni nodi irrisolti senza avere la presunzione di controbattere un potere mediatico mondiale che, essendo divenuto tale, dietro spinte economiche gigantesche, si è anche trasformato in potere politico.
“Servirebbe un patto di civiltà per il clima” (Il Foglio) tra coloro, prevalentemente giovani, con autentica vocazione a salvare il pianeta fino alla minaccia della sua estinzione e, di contro, voci, giudizi, affermazioni scientifiche documentate di scienziati anche italiani, tipo Giulio Betti e Franco Prodi che parlano, in controtendenza di “bufala” sul riscaldamento globale.
Come ogni battaglia tra opposti schieramenti, a farne le spese sono gli uomini che subiscono i disastri e la terra che, indifesa cede impotente agli eventi.
Sembra, per chi è fuori da questa diatriba, impossibile accettare il verdetto ormai acclarato che i danni all’ambiente siano anche causati dagli ambientalisti ideologici, sì perché le dighe non fatte costruire dalla “politica illuminata” come la mancata messa in sicurezza di argini di fiumi e la creazione di bacini di contenimento delle piene e così di seguito, sono il frutto di questa “affiliazione” di chi governa e che teme di perdere un certo elettorato con questa che per assurdo si definisce filosofia di vita tanto più dannosa quanto più inconcludente, contraddittoria, fino a diventare ecoterrorista. Fino a quando le influenze di certi potentati ambientalisti avranno la meglio sulla politica locale e nazionale, fino a quando certi eventi naturali eccezionali e ricorrenti nei secoli di storia metereologica avranno il no alle soluzioni tecnico scientifiche e preventive del territorio, fino a quando ci troveremo di fronte a queste catastrofi senza avere i sensi di colpa di averle prevenute?
Tempo fa in Italia era nata una struttura nazionale: Italia Sicura, finalizzata ad una precisa missione di riqualificazione dell’edilizia scolastica e del dissesto idrogeologico con un finanziamento statale nel programma di spesa annuale. Un cambio di governo ne ha decretato la scomparsa e il mancato apporto economico anche per molte opere già finanziate. Ironia della sorte molte aree oggi distrutte erano nel programma di Italia Sicura! Concludo augurandomi una maggiore presa di coscienza da parte di chi è deputato alla difesa del suo popolo e del suo territorio, aiutato più dalla scienza e dai dati da essa forniti che dalla moda imperante pseudofilosofica, pseudogarantista, pseudoambientalista.
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